IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano
Anno 21 - N. 2 Aprile 2017

La brutta storia della Farmacia Comunale

Pochi giorni fa, nel corso di una conferenza stampa,
i consiglieri comunali del gruppo di opposizione “Sant’Angelo Nostra” hanno chiesto all’amministrazione comunale di prevedere la costituzione di parte civile del Comune in merito al caso della Farmacia Comunale. L’azienda controllata interamente dal Comune è al centro di una vicenda decisamente poco edificante: dai bilanci si evincerebbe infatti un ammanco di circa 211mila euro spalmabile su un triennio, 2014-2015-2016. Il condizionale è d’obbligo perché al momento gli elementi emersi sono stati pochissimi: e proprio la carenza di informazioni è un punto dolente, che chiama in causa direttamente il rapporto fra il Comune e i cittadini.
L’ammanco era emerso durante la gestione commissariale del Comune, tra il settembre 2015 e la primavera 2016. Attualmente è in corso un’inchiesta della magistratura.
Risulta che il commissario Mariano Savastano abbia informato nella primavera del 2016 i candidati sindaco, illustrando la situazione e chiedendo al tempo stesso massima discrezione. E in effetti nel corso della campagna elettorale il buco della Farmacia Comunale non è emerso e non è entrato nel dibattito pubblico: un aspetto sul quale gli stessi candidati sindaco dovrebbero dare delle spiegazioni.
Soltanto nell’autunno del 2016, a fronte di una interrogazione di “Sant’Angelo Nostra” in consiglio comunale (presentata e poi ritirata) il caso è balzato alle cronache, finendo finalmente sui giornali. In quella occasione però né gli amministratori comunali, né gli amministratori della Farmacia, hanno fornito informazioni esaurienti alla cittadinanza.
E così si arriva all’inizio di aprile, quando “Sant’Angelo Nostra” torna a sollevare il problema. A questo punto il presidente della Farmacia Comunale ammette pubblicamente (lo fa in un’intervista rilasciata al “Cittadino”) che il problema esiste. Ma non entra nel merito, limitandosi a precisare che il cda (in carica da pochi mesi e dunque estraneo ai fatti contestati) sta seguendo la partita con grande attenzione. L’unico a parlare pubblicamente, è bene sottolinearlo, è il presidente della Farmacia Comunale. La proprietà della Farmacia, cioè il Comune, non si esprime, né pubblicamente, né in consiglio comunale.
E il punto è proprio questo. Su una vicenda di interesse pubblico, che se confermata sarebbe un fatto gravissimo, sembra esserci la volontà di mantenere il più stretto riserbo. Una scelta inconcepibile almeno per due ragioni. La prima è che
i cittadini di Sant’Angelo sono i proprietari della Farmacia Comunale e dunque hanno il sacrosanto diritto di sapere cosa è successo. Non si chiede di indicare i responsabili (e ciò peraltro non sarebbe possibile, essendoci ancora un’inchiesta in corso) ma almeno di rendere pubblici i contorni della vicenda.
La seconda ragione riguarda il rapporto tra gli amministratori comunali, la magistratura e i cittadini. Se da un lato è vero che a inchiesta in corso esistono elementi che non possono essere rivelati al pubblico, dall’altro su sindaco e amministratori comunali pesa in questo momento un fondamentale obbligo informativo nei confronti dei cittadini, obbligo informativo che non può essere trascurato o sconfessato. Il sindaco rappresenta non soltanto i santangiolini che l’hanno votato, ma nel suo ruolo oggi è il rappresentante della città nella sua interezza e dunque ha l’onere di delineare - ovviamente senza ledere la riservatezza richiesta in fase di indagine - i contorni della vicenda. Riserbo delle indagini e diritto all’informazione dunque non sono inconciliabili e questo deve essere ben chiaro: evidentemente in tutti questi mesi non lo è stato.








Dal 1996 al servizio dei santangiolini
È entrato a pieno titolo nella storia di Sant’Angelo:
innumerevoli le opere che ha avviato

Addio al sindaco Gino Pasetti
Amministratore di lungo corso, si è spento a 95 anni:
i funerali nella chiesa di San Bartolomeo

Lo scorso 22 marzo, all’età di 95 anni, si è spento Gino Pasetti, uno dei sindaci destinati a entrare nella storia di Sant’Angelo per la longevità della propria azione amministrativa e per l’eredità che ha lasciato, fatta di innumerevoli opere pubbliche e istituzioni che ha contribuito a fondare. Pasetti verrà ricordato come il sindaco che, nel Dopoguerra, ha interpretato con maggior entusiasmo la spinta alla modernizzazione di quello che allora era semplicemente un grosso borgo senza particolari risorse economiche. Esponente della Democrazia Cristiana, ha guidato il Comune di Sant’Angelo dal 1956 al 1960 e, successivamente, dal 1970 al 1990. Dopo di lui il referendum sull’elezione diretta dei sindaci e l’arrivo di Domenico Crespi, altro sindaco la cui esperienza amministrativa è stata particolarmente longeva.
Il primo incarico da sindaco per Gino Pasetti arriva nel 1956, ma in precedenza, dal 1952, era stato vicesindaco e assessore all’istruzione: una palestra che si rivelerà fondamentale per il prosieguo della carriera politica.
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La magnolia della Liberazione

Piantare un albero può avere il significato simbolico di festeggiare un lieto anniversario o esprimere un desiderio di rinascita, motivi che hanno portato alla messa a dimora della magnolia che svetta sul lato retrostante dell’ex palazzo municipale in viale dei Partigiani.
Nei giorni che seguono il 25 aprile 1945, le sorti del Comune sono assegnate a una provvisoria amministrazione civica con sindaco Antonio Moretti e assessori Edoardo Cremonesi, Domenico Savarè, Mario Eusobio, Mario Pozzoli, Giovanni Gatti, e il 17 marzo 1946 con le prime elezioni dopo il ventennio fascista, il popolo affida la guida del comune al sindaco Domenico Savarè.
È in questo scorcio di tempo che a un gruppo di dipendenti comunali sorge l’idea di fare memoria della riconquistata libertà con la collocazione della magnolia.
Oggi nel 72° anniversario della Liberazione, quest’albero possa servire a silenziosa memoria di quella che fu la resistenza di un popolo contro ingiustizia e oppressione.
La redazione de “Il Ponte”


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