La buona tavola è quella che ci fa sostare insieme, a condividere piatti semplici nel pieno valore della convivialità, sentendoci accolti in un determinato contesto, in famiglia o con gli amici, o con coloro con i quali condividiamo un cammino.
Un perno attorno a cui si regge il fare comunità, se a detta di Peppo Castelvecchio, responsabile della struttura terapeutico – riabilitativa nei pressi di Castiraga Vidardo, molti utenti non sempre hanno avuto prima la fortuna di mangiare insieme, di condividere quel particolare momento al cuore di un qualsivoglia nucleo sociale che possa dirsi tale. Ma la buona tavola è anche quella che possa permettere a quella magia di ripetersi, facendo sì che le risorse possano rigenerarsi in un sistema di economia circolare, nell’ottica di una sostenibilità e di una riduzione dei consumi, giunta con l’estate ad un altro traguardo per la stessa Comunità Il Pellicano, all’approdo della terza fase di un percorso di transizione ecologica della struttura, stavolta col progetto “Cuciniamo a impatto zero”: per gli adeguamenti interni a realizzare i nuovi impianti per le cucine; con nuove attrezzature, per ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale. Qualcosa che, da una produzione a chilometro zero, dai frutti della terra e dall’allevamento di galline e apicoltura di questi ultimi anni, con al centro la persona e il suo sostentamento, si è evoluto verso l’efficientamento energetico di mezzi e strutture per il lavoro e la quotidianità, al decennale di un sistema (2015/2025) che pare realizzare appieno i tasselli di una vera e propria economia responsabile, genuino esempio “green” nel nostro martoriato territorio. La fine di luglio ha sancito così in questi termini anche il raggiungimento dell’obiettivo di rinnovo delle cucine, per diversi anni principale risorsa e fulcro del sostentamento comunitario, sia nella concretezza del luogo di preparazione dei pasti, quanto nel significato più profondo di “focolare domestico”, per una famiglia di certo molto più “allargata”. Dai tempi pionieristici della sua fondazione, circa quarant’anni fa, la versione “familiare” è infatti progredita nel modello a gas in relazione al numero di ospiti e alle necessità, prima con l’individuazione di un locale adeguato in un contesto più professionale, quindi con una miglior disposizione in termini di prestazioni e sicurezza per la preparazione di tre cicli di quaranta pasti al giorno, per tutti i giorni dell’anno. Sicché l’attuale rinnovo rientra nella revisione del fabbisogno energetico della Comunità, che ha proseguito l’impegno di risparmio e adeguamento ecologico, anche con la logica conseguenza di un ammodernamento delle cucine, in risposta a quel processo su cui Il Pellicano aveva investito (prima dal 2012 e poi dal 2021, con l’implementazione del bonus 110%) pure col supporto della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, nella convinzione di un percorso sempre più coerente. Dopo il completamento nel 2024 del sistema di approvvigionamento da fonti rinnovabili con pannelli solari montati sulle strutture edili e con batterie di accumulo, anche le cucine hanno adeguato perciò impianti e spazi nel passaggio ad attrezzature professionali, ora alimentate da energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e a basso consumo, fondamentali per poter proseguire nel percorso intrapreso.
La gradita ospitalità di Monte Oliveto ci ha ritrovato quindi coinvolti a fine luglio al pranzo inaugurale delle strutture, per un’occasione riservata che ha trasformato la condivisione di progetti e valori in una “buonissima” giornata: in cucina lo chef Alex Li Calzi, noto come il foodblogger “L’Orso In Cucina” (già ospite ad un evento del progetto “Agri-CULTURE SOCIALI 3.0” tenutosi al Castello di Sant’Angelo a maggio 2024) che ha collaudato i nuovi fornelli a induzione con un menù siciliano, coi prodotti del Pellicano e della rete di Agricoltura Sociale lodigiana. Un’attitudine che ben si sposa coi valori dietro al lavoro di Comunità, nel racconto delle storie dietro ogni piatto, che anche “L’Orso” sa regalare tra i contenuti in rete, ma che abbiamo potuto assaggiare in loco con calore, autenticità e passione. Nel menù, il racconto della sua Sicilia e il legame con la stagionalità e l’orto, all’arrivo del percorso del Pellicano, tra “terra, pane e pace”: bruschetta con caponata, frittatine con uova del pollaio, arancino alla Norma, involtino di vitello alla palermitana con salsa di menta e zucchine, cannolo siciliano. E l’augurio di un’altra “buonissima” stagione!
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