“Attraverso le immagini da lui create, i grandi e più singolari avvenimenti del mondo sono arrivati pur nelle sperdute case di campagna, in cima alle solitarie valli, nelle case umili, procurando una valanga di notizie e conoscenze a intere generazioni di italiani che altrimenti è probabile non ne avrebbero saputo nulla o quasi. Un Maestro dell’arte grafica, quindi, ma anche un formidabile maestro di giornalismo”. Queste le parole di elogio e stima del versatile giornalista e scrittore Dino Buzzati (1906-1972) riferite al più noto illustratore Achille Beltrame.
Proprio 120 anni fa, il 28 maggio 1905, Achille Beltrame illustrò sulla copertina de “la Domenica del Corriere” (Anno VII, n. 22) la clamorosa esondazione del fiume Lambro meridionale dovuto alle forti piogge che portarono il 15 maggio alla rottura degli argini causando l’alluvione e la distruzione di “diverse case”, “demolendo e inghiottendo” il Molino Grande (trasformato dai fratelli ingegneri Giovan Battista e Giuseppe Origoni in un “vasto stabilimento idroelettrico”) che venne trascinato via dalla forte corrente del fiume.
La suggestiva “copertina” (vedi foto) di Beltrame suscita turbamento e ci immerge nelle emozioni, è come se il pittore volesse invitarci a penetrare nella scena, a scrutare da vicino ogni dettaglio.
L’esondazione del Lambro Meridionale che distrusse il Molino
Grande a Sant’Angelo Lodigiano
Questa era la sua affabile abilità, oltre che artista del pennello, può considerarsi anche a buon diritto un ottimo giornalista, come ha riconosciuto il Buzzati stesso. Attraverso una documentazione rigorosa ma anche con una grande capacità intuitiva e di sintesi, riusciva a cogliere il senso degli avvenimenti e a trasmetterlo ai lettori con efficacia.
Achille Beltrame era nato ad Arzignano (Vicenza) nel 1871. Sin da ragazzino dimostrava una notevole tendenza al disegno, al punto da incoraggiare il fratello maggiore Oreste a finanziarne gli studi. Viene accettato così a 16 anni dall’Accademia di Brera, dove studiò con Giuseppe Bertini (1825-1898) primo direttore dal 1881 della Pinacoteca di Brera e di Francesco Hayez (1791-1882).
Dopo aver lavorato per un breve tempo per il palermitano Eduardo Ximenes (1852-1932) direttore della “Illustrazione italiana”, Beltrame venne chiamato da Luigi Albertini (1871-1941).
Fu il famoso direttore Luigi Albertini, che aveva tutto studiato e tutto imparato in Inghilterra, (fino a volere che l’edificio del “Times” fosse riprodotto tale e quale dall’architetto del “Corriere della Sera”, in via Solferino), allora segretario di redazione del “Corriere della Sera”, (ne diverrà direttore dal 1900 al 1921) che si assicurò la collaborazione continuativa di Beltrame alla “Domenica del Corriere”.
La “Domenica” si presentò per la prima volta ai lettori l’8 gennaio 1899. Quel giorno, nelle edicole apparve un giornale illustrato che costava 10 centesimi ed era di 12 pagine: nato da una costola del “Corriere della Sera” venne offerto gratis agli abbonati, con la copertina di Achille Beltrame che illustrava una “Bufera di neve nel Montenegro”.
Da allora, settimana dopo settimana, Achille Beltrame con “schizzi eseguiti dal vero”, come affermavano le didascalie, ha tenuto al corrente i lettori dei fatti che avvenivano nel mondo, raggiungendo ogni angolo d’Italia e veniva anche spedito agli emigrati italiani all’estero. Il settimanale appassionava tutti gli italiani, che sapessero leggere oppure no, perché potevano comprendere dalle immagini i fatti avvenuti tramite la capacità di raffigurare e di sintesi del disegnatore di grande talento artistico.
Oltre alla copertina dell’esondazione del Lambro, emblematica per il lodigiano, raffigurò anche quella della “Grande cavalcata storica in onore di Fanfulla, che attraversa le vie di Lodi” del 7 giugno 1903 (Anno V, n. 22), in ricordo dell’anniversario dei 400 anni della disfida di Barletta e per il ritrovamento a Basiasco nell’Archivio parrocchiale del documento di battesimo del Fanfulla da Lodi.
La grande cavalcata storica di Fanfulla che attraversa le vie di
Lodi
Quelle immagini colorate, affascinanti e sobrie, efficaci e sempre dignitose, furono per i lettori qualcosa di rivoluzionario. Achille Beltrame ha disegnato più di 4600 copertine, tracciava il disegno con l’inchiostro di china, il colore era aggiunto per ultimo e talvolta anche da altri collaboratori. Egli ha disegnato fino al novembre 1944, cioè tre mesi prima della sua scomparsa, ottanta anni fa, il 19 febbraio 1945.
Questo grande disegnatore per più di mezzo secolo ha illustrato per gli italiani la storia, le cronache nostre e di tutto il mondo, ideò anche una copertina per la pagina di chiusura del glorioso settimanale “la Domenica del Corriere”: sarebbe diventato l’insuperabile e insuperato “fotografo dell’attualità”, lasciandoci un patrimonio di pagine dense di sentimento, colore, cronaca e immediatezza, che valeva, in quegli anni, ben più di una fotografia: Beltrame fu considerato l’inarrivabile “maestro dell’arte grafica”.