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Il primo anno del sindaco Devecchi: “L’obiettivo era far ripartire il Comune”

Al centro del colloquio con “Il Ponte” il futuro della città, la sicurezza e le opere pubbliche.
Sociale e minori preoccupano.

di Lorenzo Rinaldi

Cristiano Devecchi è sindaco di Sant’Angelo da poco più di un anno. Lo incontriamo in una calda mattinata di giugno nel suo ufficio, a palazzo Delmati.
Che cosa ha trovato quando si è insediato?
“Ho trovato una struttura comunale pronta a lavorare al fianco dell’amministrazione; persone che avevano bisogno di una guida. È stata una sorpresa positiva. Poi, chiaramente, c’erano tantissime cose da sistemare perché si arrivava da un lungo commissariamento, tuttavia la cinquantina di persone che lavorano per il Comune erano consapevoli che la macchina andava riavviata, o quantomeno aveva necessità di un’accelerata e questo è stato un buon punto di partenza. Il primo obiettivo, dunque, era rimettere in moto il Comune”.
Il problema della sicurezza è stato al centro della campagna elettorale e anche oggi è il primo pensiero di molti santangiolini. Cosa è cambiato?
“I problemi restano e non si possono nascondere perché sono purtroppo criticità che ci trasciniamo da anni. Ai cittadini avevo promesso che il loro sindaco sarebbe andato da tutte le istituzioni sovracomunali per chiedere più attenzione e rappresentare una situazione obiettivamente delicata. È quello che ho fatto. Nel luglio 2024 Sant’Angelo ha ospitato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e per ben due volte, il 15 aprile e il 19 maggio 2025, ho sollecitato in colloqui privati con il prefetto di Lodi interventi mirati su Sant’Angelo da parte delle forze dell’ordine. Quello che ragionevolmente si poteva pretendere in un anno di lavoro era rimettere la nostra città al centro dell’interesse delle istituzioni sovracomunali deputate alla sicurezza, penso a prefetto, questore e comandante provinciale dei carabinieri”.
I cittadini però chiedono di più. Ne è consapevole?
“Mi faccia ricordare che parallelamente sono partiti controlli incrociati, mettendo a fattor comune le competenze e i dati dei nostri uffici, della polizia locale e dei carabinieri. Mi riferisco in particolar modo alle verifiche sull’ospitalità, per accertare realmente chi e in quanti abitano in case e appartamenti. E infatti, eseguite le verifiche, sono state trovate sacche di irregolarità”.
La caserma dei carabinieri ha un organico ridotto, non sufficiente a far fronte alle tante situazioni critiche di Sant’Angelo e agli altri cinque comuni di competenza. Immagino ve ne sarete resi conto…
“L’esigenza di implementare l’organico è reale, così come il nostro impegno per sistemare la caserma: una volta eseguiti i lavori potremo chiedere più uomini al comando provinciale”.
I cittadini si aspettano però interventi anche dalla polizia locale.
“Sul fronte delle competenze amministrative posso garantire che i dieci agenti, uno in più rispetto a quando mi sono insediato, stanno facendo un grande lavoro, pensiamo solo al supporto fondamentale per le verifiche sull’ospitalità di cui ho parlato poc’anzi o ai controlli presso la piazzola ecologica. Anche in questo caso si pone un problema di spazi e stiamo ragionando su una nuova dislocazione degli uffici sfruttando l’aula del vecchio consiglio comunale”.
La piazzola ecologica rappresenta un problema serio. Era inaccettabile che molti cittadini perbene la definissero “terra di nessuno”.
“Avevano ragione, perché la situazione era fuori controllo: la piazzola era diventata il punto di riferimento di tutti i rigattieri della zona… Dati alla mano, forniti da Cem ambiente, tra 2020 e 2024 l’incremento del conferimento dei rifiuti ingombranti era aumentato in maniera importante e il costo lo pagavano tutti i cittadini”.
Come siete intervenuti?
“Attraverso ordinanze che impongono maggiori obblighi di verifica su chi e che cosa conferisce. Non era necessaria una stretta sui privati cittadini, i santangiolini perbene, ma su quanti effettuano attività particolari, come gli svuota cantine. Qualche risultato lo abbiamo ottenuto: si pensi che nei primi giorni abbiamo respinto nove camion, perché non erano riconducibili a residenti di Sant’Angelo.
In un altro caso, un residente non ha potuto conferire perché ci siamo accorti che non aveva mai pagato la tassa rifiuti”.
Degrado chiama degrado. Lo si nota in diverse zone della città. Quali risultati avete ottenuto?
“Quelli li giudicheranno i cittadini. Io posso dire che, come primi passi, in accordo e su indicazione di Cem ambiente, abbiamo raddoppiato i cestini in strada, abbiamo introdotto le sanzioni per le auto parcheggiate in maniera irregolare nei giorni di spazzamento delle strade e abbiamo raddoppiato il personale alla piattaforma ecologica”.
Porterete la biblioteca a cascina Ortaglia?
“Era una ipotesi. Lo studio che abbiamo effettuato ci porta tuttavia a stimare in oltre due milioni di euro la spesa per intervenire sulla struttura, oggi insostenibile per le casse comunali. Vogliamo però provare a intercettare finanziamenti extracomunali, penso agli emblematici di Fondazione Cariplo. E non a caso abbiamo costituito una apposita commissione per provare a reperire fondi da destinare a progetti strategici”.
Avete un piano B per la biblioteca?
“Riqualificare l’attuale”.
Il vecchio municipio è stato ristrutturato dalla precedente amministrazione. Ora va assegnato…
“Al piano terra realizzeremo una sala civica degna di questo nome, da un’ottantina di posti. Al piano superiore spazi per le associazioni, da usare a rotazione, sulla base di un regolamento comunale”.
L’ipotesi di riaprire la sala convegni della Banca Popolare di Lodi è sfumata?
“I costi che dovrebbe sopportare il Comune per riqualificare un immobile non di sua proprietà sono troppo elevati”.
Villa Redentore, a Vigarolo di Borghetto Lodigiano, è patrimonio del Comune di Sant’Angelo. È vuota da decenni. Avete qualche progetto?
“Al momento, stante anche l’impatto enorme che richiederebbe qualsiasi tipo di intervento comunale, non è tra gli obiettivi. Ci sono stati nei mesi scorsi due interessamenti di privati, ma non hanno avuto seguito”.
Avete promesso la riqualificazione dello stadio e la costruzione di nuovi campi da tennis e calcetto. È passato un anno…
“Stiamo lavorando per inoltrare in Regione la richiesta di finanziamento per riqualificare e raddoppiare gli spogliatoi del Chiesa, che poi saranno a servizio dello stadio stesso e dei campi di tennis e calcetto. Un’altra partita riguarda il campo da calcio dello stadio, da realizzare in sintetico, per il quale intendiamo perseguire la strada del partenariato pubblico-privato con il Sant’Angelo Calcio. La società sportiva preme, noi dobbiamo effettuare tutte le valutazioni, non banali, che competono a un ente pubblico”.
L’approvazione del nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale impone a tutti i Comuni di adeguare il Piano di governo del territorio. Che idea ha della Sant’Angelo del futuro?
“La città sta crescendo a Sud, è innegabile, e abbiamo segnali importanti che mi portano a dire che rimane e sarà anche in futuro un centro attrattivo sia sul fronte residenziale che commerciale. Per il nuovo Pgt serviranno professionisti di primo piano perché le sfide sono numerose, ad esempio la necessità di riqualificare il centro per tenere unita la città. Gli strumenti urbanistici andranno adeguati entro due anni, abbiamo un grande lavoro davanti e serviranno risorse per farlo bene”.
L’integrazione resta un tasto dolente. Difficile scorgere purtroppo passi avanti apprezzabili…
“La volontà di dialogo non manca, stiamo lavorando per coinvolgere le comunità, penso attraverso i mediatori culturali. Mi lasci dire che integrazione passa anche da valori condivisi e rispetto delle regole”.
Le “periferie”, intese come aree a maggior complessità, richiedono un grande lavoro, su più fronti. Quale contesto la preoccupa maggiormente?
“L’area delle Gescal, che è di proprietà Aler e sulla quale insiste una microcriminalità che va contrastata. Qui il rapporto con la presidente Aler Monica Guarischi è costante. Così come gli interventi delle forze dell’ordine sono stati effettuati. Certo, vi è assoluta necessità di certezza della pena altrimenti il senso di impunità dilagherà”.
Cosa può dire del quartiere Pilota?
“Innanzitutto voglio elogiare il ruolo della parrocchia e dell’oratorio: sono un faro nell’oscurità. La riqualificazione delle ex botteghe, in atto, per farne una palestra per la boxe, credo possa aiutare a ridurre le tensioni sociali”.
Esiste un problema legato alla dispersione scolastica?
“Purtroppo sì. Solo nel 2024, nei primi sei mesi, sono arrivati sulla scrivania del sindaco otto casi, e sono quelli più critici che non riescono ad essere risolti con l’attività di prevenzione dell’Ufficio di piano. Si tratta prevalentemente di stranieri. Fa male vedere ragazzini che dovrebbero essere a scuola e invece scorrazzano per Sant’Angelo. Sul fronte sociale le necessità sono tante, basti pensare che abbiamo 70 minori in comunità. E poi c’è l’emergenza casa”.
Cosa state facendo?
“Abbiamo un contributo di 500mila euro della Regione Lombardia, a cui aggiungiamo risorse comunali per 220mila euro, per riqualificare gli alloggi di piazza Don Nicola de Martino. Altri 120mila euro serviranno per ristrutturare appartamenti comunali. Si partirà da vicolo della Frutta, dove riusciremo ad assegnare un alloggio oggi sfitto perché bisognoso di lavori. Per fine anno dovremmo avere i primi risultati visibili”.
Restiamo sui minori. Uno dei primi atti della sua amministrazione è stato avviare il progetto del nuovo asilo nido.
“Abbiamo avuto la disponibilità di fondi Pnrr e un amministratore saggio non se li può lasciare scappare, perché occorre investire sulla Sant’Angelo del futuro. Il cantiere, tra la scuola Pandini e la scuola media, segue i tempi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La prima fase ci ha costretti a correre, ma questo sarà un progetto qualificante del mandato”.
Pilota a parte, non abbiamo ancora parlato di San Rocco. Quali i principali obiettivi?
“Sul tavolo c’è un ragionamento per entrare in possesso, attraverso una permuta, dell’ex Fonderia di via Statuto, da trasformare in area verde e parcheggi. Prometto poi la riqualificazione di via Statuto, attesa da decenni dai residenti, con realizzazione di marciapiedi, da rendere a senso unico, per garantire sicurezza ai pedoni. Nella zona di via Craxi, per intenderci dove c’è il secondo supermercato Famila, abbiamo ipotizzato la realizzazione del nuovo terminal bus, finanziato da fondi regionali. Qui è in corso una interlocuzione perché l’area in parte è privata”.
Tema ricorrente, la valorizzazione del castello e dei luoghi cabriniani. Chiudiamo così…
“La commissione costituita per intercettare fondi extracomunali su progetti strategici guarda proprio in questa direzione. Resto convinto che possono essere una risorsa, anche economica, per il nostro territorio”.




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