Il Ponte di Sant'Angelo Lodigiano Foglio d'informazione locale

I magnàn

Vittorio e Giovanni Beccaria: gli artigiani-artisti del rame e del ferro battuto

di Angelo Pozzi

Il lavoro dei “magnàn” appartiene ormai al libro dei ricordi, ma, in passato, permeava la vita di tutti i giorni delle persone comuni e riguardava anche eventi importanti per l’intera comunità. Vittorio e Giovanni Beccaria sono stati certamente pregevoli interpreti santangiolini di questa importante attività artigianale e Giovanni ne è ancora testimone.


I fratelli Vittorio e Giovanni Beccaria impegnati nella lavorazione delle nuove ali dell’arcangelo Michele.




Giovanni Beccaria mentre lavora al fissaggio delle ali dell’arcangelo Michele in cima al campanile

Oltre che in laboratorio, spesso (almeno fino 1940, all’inizio della seconda guerra mondiale) il magnàn forniva prestazioni a domicilio: con la bùlgia in spalla (una grossa borsa contenente gli attrezzi essenziali) passava nelle cascine e nei caseifici per riparare recipienti (dai piccoli secchielli, alle grosse caldére in rame) che venivano utilizzati per la lavorazione del latte e per produrre stracchini e formaggi.
Presso i laboratori fissi, invece, l’attività riguardava la fabbricazione vera e propria di mestoli (casǜi), paioli (culdirö), pentole (pignàte), secchi (sedéle), mastelli (sigiòn) per la casa e grandi recipienti per i caseifici: le caldére appunto e tanti altri recipienti e attrezzi.
L’attività dei magnàn però non si limitava a questo: i più bravi realizzavano manufatti artistici: vasi, oggetti decorativi, anfore e piatti di portata per le tavole dei signori, ma anche rivestimenti in rame per porte e portoni di palazzi, chiese ed edifici pubblici.
Vittorio e Giovanni Beccaria rientravano certamente fra questi ultimi: sono opera loro, ad esempio, i rivestimenti in rame lavorato a sbalzo delle porte delle chiese di Caselle Lurani, di Roncadello e di Caselle Landi.
E sono opera loro anche le nuove ali della statua dell’arcangelo Michele che sovrasta il pinnacolo del campanile della Basilica di Sant’Antonio Abate e Santa Cabrini di Sant’Angelo Lodigiano.
Le nuove ali (in sostituzione di quelle precedenti, più piccole e ormai ammalorate) vennero donate dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco dott. Gino Pasetti. La loro realizzazione faceva parte dei lavori di straordinaria manutenzione della parte alta del campanile (appaltati ad un’impresa di Pavia); fra questi rientravano le opere in metallo delle scale interne della torre campanaria, la ringhiera del terrazzino, le “ragge” (cioè le lancette) dell’orologio e, appunto, le nuove e più grandi ali dell’arcangelo Michele.
Tutte queste opere vennero affidate in subappalto ai magnàn Vittorio e Giovanni Beccaria di Sant’Angelo nella primavera del 1975: esattamente cinquant’anni fa.
Ciascuna delle nuove ali (più grandi delle preesistenti e più proporzionate alle dimensioni della statua) venne realizzata con due lastre affacciate di rame dello spessore di 12/10 lavorate a sbalzo, alte 240 cm e larghe 80 cm, irrigidite all’interno con costole di rame di mm 10x50 a tutta lunghezza ed ancorate alla statua con 4 zanche da 16 cm cementate nelle spalle della statua.
La posa in opera avvenne nei mesi di giugno-luglio 1975, sotto il controllo e con la diretta prestazione di Giovanni Beccaria, quello, fra i due fratelli, che se la sentì di lavorare ad una quota di circa 60 metri dal suolo, su un’impalcatura provvisoria e sotto il sole di piena estate.
Ai Fratelli Beccaria “Il Ponte” rivolge questa espressione di riconoscenza a cinquant’anni dal compimento della loro opera, interpretando il sentimento della comunità santangiolina.



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Le "ragge" cioè le grandi lancette
dell’orologio del campanile.


Il campanile con l’impalcature per i lavori di restauro




Le misure del campanile: Altezza totale, dal piano stradale alla testa dell’arcangelo Michele, mt. 61,10
Misure parziali: mt. 41,60 dalla strada alla cella campanaria compresa;
mt. 8,10 dalla cella al terrazzino;
mt. 6,70 altezza della colonna (che ha un diametro di mt. 2,5);
mt. 0,90 altezza del piedistallo della statua;
mt. 3,80 altezza della statua.