Nella ricorrenza dell’80° della “Liberazione” non può passare inosservato il sacrificio del beato Teresio Olivelli (1916-1945), anche perché proprio a Sant’Antagelo, diversi anni fa, durante una significativa cerimonia religiosa, veniva inaugurata, per merito di Luigi Gatti (1943-2019), l’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani sotto il patrocinio dello stesso Teresio Olivelli e intitolata a Mons. Nicola De Martino (1892-1962).
Per far conoscere ai più la figura dell’Olivelli scorriamo brevemente la sua biografia: nato a Bellagio (Como) il 7 gennaio 1916, Teresio si presentò subito come un bambino di straordinaria intelligenza e volontà. Ebbe la fortuna di avere nei genitori e soprattutto nello zio Mons. Rocco Invernizzi, arciprete di Tramezzo, dei buoni educatori e ad essi si deve aggiungere Mons. Luigi Dughera, Parroco di S. Lorenzo in Mortasa. Lo zio materno lo avviò alla vita cristiana: i primi studi tra Cargo Brianza e Zeme Lomellina fino alla più articolata esperienza di Mortasa (1916-31) con l’inserimento nel contesto parrocchiale di S. Lorenzo; con gli studi liceali e universitari (1931-38) Teresio entra decisamente nell’attivismo dell’Azione Cattolica, accompagnato da una componente umana che lo rende canottiere, sciatore, ciclista e ardito alpinista. Il 23 novembre 1938 si laurea in Legge a Pavia con lode e con una borsa di studio che gli consente di perfezionarsi all’Università di Torino, dove nel gennaio 1939 è nominato assistente di diritto amministrativo.
Sulla via che dovrebbe avviarlo a diventare docente universitario, lui pensa a riportare alla vita cristiana diversi giovani traviati e si occupa dei poveri del Cottolengo.
Nello stesso periodo universitario (1934-38) Teresio vive una parziale adesione al fascismo dal quale si distacca ideologicamente a causa delle primarie scelte cristiane, che ne affinano l’animo anche nei confronti della FUCI pavese: un periodo delicatissimo, spiritualmente ed ideologicamente, vedi la crisi circa la compatibilità tra cristianesimo e fascismo, avviene nel 1938, quando il regime si allinea alle deplorevoli posizioni del nazismo emanando una discriminatoria legislazione in materia razziale. In modo irreversibile la crisi si risolve in dissenso prima interiore, ma poi anche esterno ed operativo fino alla partecipazione alla Resistenza (1943-44).
A questa maturazione concorreranno l’intensa partecipazione alla vita socio-culturale, i trasferimenti a Torino e Roma, ma soprattutto i continui viaggi in Italia e all’estero (1939-41). La Seconda Guerra Mondiale e il servizio militare (1941-42) approfondiscono il divario tra Olivelli e il fascismo, dal quale si distacca definitivamente e moralmente. La campagna di Russia (1942-43) cui si era arruolato volontario con gli alpini della “Tridentina” con il grado di sottotenente, lo prova profondamente, ma egli vive con un altissimo senso della carità cristiana, con la pietà verso i feriti fino al rischio della propria vita. I suoi soldati lo definiscono “eroico e santo”. Percorrendo duemila chilometri a piedi, arriva in Italia, dove la sua prima preoccupazione è scrivere alle famiglie dei soldati che non sono ancora rientrati.
Ribelli per amore
Teresio Olivelli a soli 27 anni viene nominato rettore del Collegio Ghisleri di Pavia ma nel luglio del 1943 è di nuovo sotto le armi, ma ora è il fascismo che crolla e l’Italia, in settembre, si trova invasa dai tedeschi. Teresio – che ama profondamente la patria – passa decisamente alla “resistenza”. Nel settembre 1943, Teresio e la sua “batteria” sono catturati e deportati in Germania. Nel campo di Mark Ponguau, nessuno lo piega e smaschera le pretese delle SS con incredibile audacia, bollando coloro che vorrebbero passare con loro. Condivide il poco che ha con gli altri deportati, ma organizza la fuga – che gli riesce a perfezione. Il 28 ottobre 1943, è già a Udine e riprende la sua vita nella lotta clandestina all’invasore tedesco, cambiando spesso nome e documenti. Nei primi mesi del 1944, esce a Brescia il primo numero del “Il ribelle”, il giornale da lui fondato.
Il 27 aprile 1944, a Milano, viene arrestato un’altra volta e rinchiuso a San Vittore. Nella sua cella, con altri giovani, si studia, si prega e ci si prepara a interrogatori e torture. Su una parete, sotto il Crocifisso, è riprodotta la preghiera da lui scritta e fatta stampare per la Comunione pasquale dei partigiani: “Signore, che fra gli uomini drizzasti la tua croce, segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dei dominanti e la sordità inerte della massa, a noi oppressi da un gioco crudele dà la forza della ribellione….. Tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato e crocifisso, nell’ora delle tenebre, ci sostenti la tua vittoria…..Tu che dicesti: “Io sono la risurrezione e la vita”, rendi nel dolore all’Italia una vita generosa e severa…..Sia in noi la pace che Tu solo puoi dare…..Ascolta la preghiera di noi ribelli per amore”.
All’inizio di giugno 1944 Teresio è internato a Fossoli (Modena) dove riesce a scampare alla fucilazione. Prega, anima i compagni di prigionia, medita il Vangelo. Tre mesi dopo è deportato nel lager di Flossembürg in Germania. La vita ora è allucinante. Eppure anche lì non si arrende: la sua fede e la sua carità sono illimitatamente più grandi dell’odio e della violenza dei suoi aguzzini. Lavora e ricorre a tutti i mezzi per trovare il necessario per gli altri. Affronta le SS parlando perfettamente tedesco, per risparmiare agli altri le terribili punizioni, lieto di subirle lui al loro posto. Nel silenzio della sera, organizza la preghiera del Rosario alla Madonna.
Dopo i primi 40 giorni, è mandato a lavorare a Hersbruck con altri 350 italiani: la vita è bestiale, rasserenata soltanto dalla presenza luminosa di Teresio, che i superstiti, al ritorno, definiranno simile a Gesù, per la serenità e il coraggio, per quanto ogni giorno ha fatto pagando di persona con le più inaudite torture. Il beato Teresio si prepara al martirio finale, nel dolore e nella preghiera, l’8 ottobre 1944, scrive ai suoi genitori il suo addio-arrivederci in Paradiso. In dicembre, ridotto a uno scheletro, ricoperto di piaghe e di ferite come un Crocifisso, ricoverato finalmente in “infermeria”, appare come “una visione di cielo” agli internati per la luce e il conforto che porta.
C’è un amico che sta molto male e lui non vuole allontanarsi dal suo giaciglio. Per questo gli viene sferrato un terribile calcio allo stomaco. È il crollo finale. Teresio chiede solo di non essere disturbato nella preghiera. La mattina di ottant’anni fa il 17 gennaio 1945, dona gli ultimi indumenti buoni che gli rimangono a un amico. A soli 29 anni muore tra la mezzanotte e l’una, sussurrando: “Proteggi, o Gesù, i miei cari, gli amici, i compagni di lotta, i nemici, sì, anche i nemici”; nei giorni seguenti il corpo è cremato nei forni ubicati nei boschi di Schupf, a circa 10 Km da Hersbruck.
Il 3 febbraio 2018 a Vigevano (Pv) è stato proclamato Beato. Come lui, moltissimi furono i cattolici che presero parte alla “Resistenza bianca” che rigettava la violenza delle armi proprio perché Teresio Olivelli, cristiano convinto, un militante dell’Azione Cattolica che consumò la sua vita nella conoscenza lucida e operosa di questa appartenenza, pose al primo posto i valori del Vangelo fino alla consumazione nella carità.
Quel lungo mese di aprile 1945
1 aprile: in tutta l’Italia occupata i partigiani iniziano vaste azioni di sabotaggio.
8 aprile: Carrara insorge contro i nazifascisti. La lotta si concluderà vittoriosamente il 16 aprile.
9 aprile: si tiene al Palazzo di Giustizia di Milano il processo che giudica il santangiolino don Sandro Beccaria innocente dell’accusa di favoreggiamento ai prigionieri inglesi. Il parroco di Bargano don Giuseppe Arioli viene invece condannato a 10 anni di carcere con la condizionale.
10 aprile: i partigiani liberano la Valle del Taro (Parma). Il “Gruppo di Combattimento Cremona” libera Alfonsine e Fusignano, appoggiato dall’azione dei partigiani.
12 aprile: i partigiani occupano la Centrale Elettrica di Teglia (La Spezia).
18 aprile: combattimenti per strappare al nemico e salvare dalla distruzione le Centrali Elettriche di Val Grosina (Sondrio). Sciopero generale preinsurrezionale nell’Italia del Nord.
19 aprile: il CLN Alta Italia emana le direttive per l’insurrezione generale.
20 aprile: una Brigata partigiana rompe il fronte nemico e in collaborazione con reparti dell’esercito in pochi giorni libera Comacchio, Codigoro, Lago Santo e molte altre località.
21 aprile: liberazione di Bologna.
23 aprile: Genova insorge: dopo due giorni il Comando partigiano impone la resa della grossa guarnigione tedesca. Liberazione di Reggio Emilia e Modena.
24 aprile: La Spezia, Sarzana, Ferrara, Asti, Parma liberate; il nemico è ormai alle corde.
25 aprile: esplode in tutta Italia l’insurrezione generale che conclude vittoriosamente la lotta. Dal 24 al 30 vengono liberate Milano, Genova, Torino, Venezia, Ferrara, Brescia, Reggio Emilia, Cuneo, Aosta, Padova, Como e decine di altre città, in pratica quasi tutta l’Italia ancora occupata.
26 aprile: a Sant’Angelo: i partigiani comandati da Sandro Tonolli e Pietro Speziani occupano il Municipio e l’ex casa del fascio. Solamente alle 23,00 il Comando tedesco comunica, tramite il prevosto Mons. Giuseppe Molti, che il mattino successivo sarebbe partito preceduto da una macchina di partigiani sulla quale salì anche don Nicola De Martino fino a Maiano.
27 aprile: attimi di panico e di terrore vi furono quando improvvisamente qualcuno sparò alcuni colpi di fucile; la colonna tedesca iniziò un bombardamento in grande stile sul paese durato più di un’ora; due furono le vittime: Bassano Gallotta e Cazzulani Paolo. Alle 12,30 i tedeschi ripartirono, e non a caso, ma solo dopo la lodevole azione rappacificante di don Nicola De Martino. A Belluno formazioni partigiane attaccano una colonna tedesca in ripiegamento, forte di tre Divisioni corazzate.
28 aprile: a Dongo (Como) il dittatore Benito Mussolini viene catturato dai partigiani; sarà giustiziato il giorno dopo.
30 aprile: Sant’Angelo Lodigiano accoglie festosamente l’arrivo degli Americani.