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I cognomi di Sant’Angelo: resistono quelli storici!

di Lorenzo Rinaldi

A Sant’Angelo più di un quinto della popolazione residente è straniera. Si tratta della percentuale più elevata in tutta la provincia di Lodi. Eppure, se si scorre l’elenco dei cognomi più diffusi, ai primi dieci posti resistono quelli tipicamente santangiolini, i Ferrari, i Rozza, i Devecchi, i Daccò... e l’elenco, che proporremo più avanti, vi farà scoprire molti altri cognomi “di casa”, decisamente familiari. Può apparire una curiosità da poco, eppure non dappertutto la situazione sta in questi termini, perché abbiamo numerosi piccoli comuni del territorio nei quali ai primi posti figurano ormai cognomi stranieri, soprattutto indiani, frutto delle centinaia di lavoratori nelle cascine, che portano tutti lo stesso cognome, o quasi.
Queste e tante altre notizie e “spigolature” sono contenute nel volume “Dizionario dei cognomi storici del Lodigiano” (Le piccole pagine edizioni) scritto da Valerio Ferrari, Andrea Finocchiaro e Ferruccio Pallavera. Ampia attenzione viene dedicata a Sant’Angelo, una terra che tende a distinguersi dal circondario sotto tutti i punti di vista.

Le piccole migrazioni interne in occasione di San Martino
Prima di addentrarci nelle questioni barasine è bene però soffermarci su qualche indicazione di fondo. La prima è che non esiste un cognome per eccellenza in provincia di Lodi. Una delle ragioni è da ricercarsi nel fatto che fino alla prima metà del Novecento si registravano grandi migrazioni interne: erano le centinaia di famiglie di contadini che ogni San Martino (11 novembre) si trasferivano da una cascina all’altra, alla ricerca di condizioni di vita migliori. “Gli uffici anagrafe dei comuni erano impegnati per un mese a registrare quell’inarrestabile scompiglio di cognomi - scrive Pallavera -. Tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento i parroci, nelle relazioni indirizzate al vescovo, dichiaravano di essere impossibilitati a redigere e ad aggiornare le schede degli stati d’anime, perché ogni anno, l’11 di novembre, un terzo della popolazione loro affidata cambiava residenza”. Con l’avvento dei trattori, l’immensa mole di braccianti non serviva più. Ma non restarono disoccupati, perché migrarono verso la grande città di Milano e l’hinterland, che nel secondo dopoguerra vivevano il boom industriale.

Nessun cognome preponderante
“Questa nostra indagine - segnalano gli autori - non si è limitata a esaminare i cognomi della popolazione residente nei 60 comuni della provincia di Lodi, ma è andata oltre, approfondendo anche numeri e aspetti del Lodigiano storico (quello, per intenderci, compreso nei confini della diocesi di Lodi), analizzando i centri abitati di Paullo, San Colombano al Lambro, Tribiano, Cerro al Lambro, Dresano e San Zenone al Lambro. Ne è emersa la constatazione che nel territorio non esiste un cognome preponderante che possa vantare migliaia e migliaia di appartenenti. Prova ne è il fatto che su 270.000 residenti nei comuni indagati, a portare il cognome più numeroso sono i Ferrari, che non sono un’enormità, ma soltanto poco più di duemila”.

Gli stranieri
Gli stranieri di gran lunga più numerosi nel Lodigiano provengono dalla Romania, seguiti dalle famiglie arrivate dall’Egitto, dal Marocco, dall’Albania e dall’India. Per quanto riguarda gli indiani, hanno quasi tutti lo stesso cognome, Singh e Kaur. Questo fa sì che nell’ottobre 2024 il terzo cognome più diffuso nel Lodigiano sia Singh.

Cognomi tipici
Tra le curiosità, rimangono molto radicati, ma solo in determinati centri abitati, alcuni cognomi che sono tipici di alcune zone. Qualche esempio: Arensi a San Colombano al Lambro e Graffignana, Dalcerri a San Colombano, Barbesta e Mazzola a Graffignana.

I “bergamini”: un’altra piccola migrazione
Un altro ceppo di cognomi è diciamo così importato, anche se ormai è impastato nella nostra storia. Si tratta dei cognomi delle valli bergamasche, che sono giunti fino a noi seguendo i “bergamin”, che arrivavano nel Lodigiano con le loro bestie in autunno, dopo aver lasciato i pascoli in quota. A partire dalla fine dell’Ottocento molti di loro divennero sedentari, e spesso di sposarono con donne del Lodigiano. Decine di cognomi di quelle “terre alte” sono oggi diffusi nei nostri comuni. Pensiamo ad Arioli (cognome tipico di Mezzoldo), Barbaglio (Carona), Brunetti (alta Valle Seriana), Cambielli (Valle Seriana), Cattaneo (Valleve), Curti (Branzi). A Sant’Angelo poi possiamo citare anche Carminati e Midali.

I cognomi più diffusi a Sant’Angelo
Prima di chiudere in bellezza con una pagina gustosissima sui soprannomi (di cui Sant’Angelo è capitale indiscussa) vediamo dunque quali sono i cognomi più diffusi nella nostra città. Al primo posto Ferrari 191, seguito da Rozza 162, Devecchi 99, Daccò 82, Rusconi 82, Tonali 76, Bellani 69, Arrigoni 67, Mascheroni 66, Cerri 62, Bagnaschi 54, Toscani 54, Lucini 53, Abbiati 51, Vitaloni 51, Vigorelli 49, Rognoni 47, Cabrini 44, Cantoni 44, Pasetti 44, Rizzi 42, Bianchi 41, Amici 39, Furiosi 38, Lunghi 38, Rossi 38, Pozzi 37, Ravarelli 37, Sali 37, Bertolotti 36, Cattaneo 35, Passoni 35, Trabucchi 35, Varesi 35, Beccaria 34, Bracchi 34, Fratti 33, Negri 33, Sommariva 33, Quaini 32, Senna 32, Altrocchi 31, Cambielli 30, Gallotta 30, Battaini 29, Biancardi 29, Cella 29, Pozzoli 29, Gheorghe (primo straniero) 28, Cavallini 27, Cordoni 27, Cremascoli 27, Ibrahim 27, Zeneli 27, Stella 27, Stroppa 27, Pagani 25, Belloni 24, Vecchietti 24, Saletta 23, Boari 22, Callegari 22, Grossi 22, Oppizzi 22, Singh 22, Aspirandi 21, Polli 21, Anelli 20, Danova 20. (i dati sono aggiornati a settembre 2024).

Il dialetto e l’isola di Sant’Angelo
E ora i soprannomi! “La consuetudine - annota Pallavera - è durata fino a pochi decenni fa. Ed era talmente singolare che anche gli estranei che sostavano in paese si fermavano incuriositi a leggere i manifesti, colpiti da quell’usanza che appariva stravagante. Capitava infatti che a Sant’Angelo Lodigiano sugli avvisi affissi ai muri che annunciavano la morte di una persona del posto, venisse fatto stampare non solo il nome e cognome della deceduta o del caro estinto, ma anche il soprannome che portava in vita.
Nessun’altra località del territorio aveva quell’usanza, ma non poteva essere altrimenti. Questo paesone attraversato dal Lambro non lo si può conoscere fino a quando non si impara a gustare il carattere dei suoi abitanti, la loro arguzia, la laboriosità, il sorriso sulle labbra e il gusto degli affari. E la loro parlata, che non è un dialetto, ma una lingua, perché costituisce il modo di esprimersi di un popolo a sé stante. Un’enclave dentro il Lodigiano (…) tutti con coloratissimi soprannomi. Ciapòn, Balacàn, El Pucia, Bisaca, El Sgheru... alcuni di questi finiti talvolta sugli annunci funebri, spesso per individuare meglio un’etnia, una gens, un ceppo familiare. Chi è morto? Come, non hai letto? Baciciòn.
E a Sant’Angelo non sono caratteristici solo i soprannomi. Ci si imbatte infatti in cognomi che si trovano solo qui e raramente altrove: come i 162 Rozza, i 99 Devecchi, gli 82 Daccò...”.


PASSONI SENNA INOX AVIS C.F.I. 62