Il restauro del Chiesuolo



Quest’anno i santangiolini che nelle giornate ferragostane si sono ritrovati al Chiesuolo per la devozione e la preghiera alla Madonna Assunta, hanno potuto ammirare la piccola cappella rinnovata, grazie ai lavori di restauro recentemente effettuati.
I lavori hanno interessato la parte esterna con il rifacimento del tetto e la sistemazione delle parti murarie ammalorate dall’umidità e la parte interna con il restauro dell’affresco posto sopra l’altare, curato da Domenico Cretti e dalla sua collaboratrice Susanna Trabucchi.
Del Chiesuolo, per i santangiolini el gesiö, come risulta da una ricerca di Antonio Saletta di qualche anno fa, vi era già evidenza in un documento dell’Archivio diocesano del 1649, probabilmente come piccola cappella un tempo immersa nei campi e come luogo in cui sostavano per la preghiera i braccianti che lavoravano nelle campagne circostanti. La struttura originaria presentava solo la parte posteriore dell’edicola, quella in cui è presente l’affresco raffigurante la Vergine Maria e San Carlo Borromeo, poi ampliata nel 1881 dall’allora proprietario della cascina Basellina, Camillo Galbarini, con l’aggiunta della parte anteriore dell’oratorio, per consentire l’accoglienza dei fedeli durante le celebrazioni.
In occasione dell’ampliamento, l’affresco, come riporta il parroco mons. Giuseppe Molti nel Chronicon dell’epoca, venne restaurato per la prima volta dopo circa due secoli, mentre più recentemente fu oggetto di una ripulitura.
Durante la serata del 14 agosto, gli odierni lavori di restauro sono stati presentati al folto pubblico di fedeli presenti da Domenico Cretti, che ha illustrato le diverse fasi: la rimozione del vetro posto davanti all’affresco che, sigillato ermeticamente al muro con una guarnizione, non consentiva la traspirazione del dipinto, con conseguenti problemi di conservazione dell’opera; la rimozione delle porzioni di stucco e di cemento poste durante l’ultimo restauro, causa di sofferenza dell’affresco; il consolidamento della pellicola pittorica che si era sollevata e staccata a causa della condensa formatasi. Cretti ha poi spiegato che la ripulitura e lo smantellamento delle malte, hanno consentito di ritrovare porzioni dell’affresco originale, che il restauro del 1881 aveva coperto, pur se con una copia abbastanza fedele alla precedente.
L’ipotesi fatta è che prima del restauro sia stata prodotta una copia del dipinto originale su foglio di carta: sul disegno venne definita la quadrettatura perché potesse essere trasferita al muro con la tecnica della “corda battuta”, tanto che durante i lavori di oggi sono emerse tracce di linee verticali e orizzontali tipiche di questa tecnica.
In questo restauro, per il dipinto su muro, si è cercato di rispettare il più possibile l’opera originale, con ritocchi su alcuni particolari, come ad esempio la correzione del naso fortemente pronunciato di San Carlo che nella letteratura pare non trovare riscontro, sul colore di alcune parti, o la ritinteggiatura del roseto che non compariva nella prima composizione dell’affresco, ma che abbelliva l’opera dal restauro del 1881.
È stato invece collocato sulla parte centrale della volta un dipinto raffigurante la Madonna Assunta in cielo, delimitato da una cornice in stucco, con l’obiettivo di dare corpo alla sobrietà della struttura.
Cretti ha poi concluso raccontando un particolare: dietro il vetro a protezione dell’affresco rimosso, è stato trovato un ex voto, avvolto in un giornale di una ventina di anni fa, che verrà collocato in altro posto e per il quale sarebbe interessante ricostruire la vicenda.


Consegna del dipoma a Rosangela Vitaloni