Ampliamento Ecowatt: da 35 a 154 mila tonnellate all’anno di rifiuti da bruciare

Il futuro del termovalorizzatore di Vidardo fa discutere e mobilita il territorio.
La Provincia di Lodi dice “no”. Dalla Regione per ora un “no” tecnico.

di Lorenzo Rinaldi

Il gruppo Itelyum, lo scorso maggio, ha presentato una richiesta di ampliamento del termovalorizzatore Ecowatt di Castiraga Vidardo, chiedendo di passare dalle attuali 35 mila alle future 154 mila tonnellate di rifiuti annue da bruciare per produrre energia. La notizia ha colto alla sprovvista il territorio e si è formato un ampio fronte del no che coinvolge direttamente anche Sant’Angelo, visto che l’inceneritore è a poche centinaia di metri dal quartiere San Rocco ed è risaputo che i fumi non hanno confine.
Il punto di partenza è da individuare nel gennaio 2023 quando Itelyum ha annunciato di aver acquisito il 61,98 per cento di Ecowatt, azienda autorizzata a bruciare 35 mila tonnellate annue di Css, Combustibile solido secondario, cioè rifiuti non pericolosi, urbani e speciali, che rientravano nella vecchia denominazione Cdr, Combustibile da rifiuto.

Nel maggio 2023 Ecowatt ha presentato una richiesta di ampliamento: il piano prevede di modificare la linea esistente nell’impianto che brucia rifiuti, portandola da 35 mila a 54 mila tonnellate annue; inoltre è prevista la costruzione di due nuove linee di termovalorizzazione per altre 100 mila tonnellate annue di rifiuti da bruciare. Si passa dunque da 35 mila e 154 mila tonnellate di rifiuti annui, inserendo anche rifiuti industriali. Ecowatt tranquillizza e parla di struttura completamente chiusa per abbattere l’impatto visivo e mantenere separate le attività dall’ambiente circostante, in grado di massimizzare la resa energetica con il recupero del calore dei processi e l’installazione di pannelli fotovoltaici, e in grado di minimizzare il consumo di acqua. L’impianto garantirà 70 posti di lavoro.
La Provincia di Lodi, per bocca del presidente Fabrizio Santantonio, si è opposta al progetto: “Impianto inutile per il Lodigiano, che risponde agli interessi del privato e provoca un’ulteriore ferita al territorio. Se qualcuno riuscisse a spiegarmi quale sia il beneficio per il Lodigiano in generale e per le comunità di Vidardo, Sant’Angelo e dell’area su cui complessivamente l’iniziativa impatta direttamente, allora ci sarebbe da riflettere - ha detto Santantonio -. Ma così è lampante la non utilità dell’impianto, a fronte di una oggettiva e ulteriore ferita”.
Sul tema si è espressa anche Regione Lombardia: per il momento con un “no”, che è però tecnico e passibile di modifiche. “L’istanza presentata dalla società Ecowatt, sulla base delle operazioni e tipologie di rifiuti richieste, non è a priori procedibile in quanto incompatibile con la pianificazione regionale in materia di rifiuti”, ha detto l’assessore regionale all’ambiente Giorgio Maione. Lo stop è motivato da ragioni tecniche, perché all’interno della pratica è inserito anche il codice dei rifiuti urbani, per i quali la Regione non concede più l’autorizzazione a nuovi impianti di termovalorizzazione. Ecowatt potrebbe però modificare la richiesta eliminando il codice dei rifiuti urbani.
La sensazione è che si parlerà ancora a lungo di questo progetto. Le voci che si sono levate nelle ultime settimane sono tante e - va registrato - tutte contrarie al netto di quella della società proponente. Sono state poi depositate due interrogazioni parlamentari, una del gruppo Europa Verde e una del Partito democratico, in questo caso per tramite dell’onorevole Lorenzo Guerini.

Il rendering del nuovo impianto Ecowatt