EDITORIALE

Chi ci amministra sia chiaro con i cittadini


Nel momento in cui andiamo in stampa non siamo in grado di prevedere se nei prossimi giorni il sindaco di Sant’Angelo, dopo il confronto con le segreterie dei partiti che compongono la sua coalizione di governo, rassegnerà le dimissioni aprendo dunque la strada al commissariamento e al voto anticipato.
Quanto successo nel consiglio comunale di venerdì 10 febbraio, epilogo di un teatrino che si consuma da mesi, merita tuttavia una dura disamina e una franca riflessione. Non certo nell’interesse di quanti sono chiamati pro tempore ad amministrare la nostra città, ma nell’interesse dei cittadini. Partiamo dai fatti. Il consiglio comunale riunitosi venerdì 10 febbraio ha approvato il bilancio previsionale 2023-2025, l’atto più importante della vita amministrativa di un comune. La maggioranza che ha dato il via libera al bilancio è risultata estremamente risicata, al limite: la votazione ha fatto registrare infatti un solo voto di scarto tra favorevoli e contrari. Contro il documento più importante dell’amministrazione comunale hanno votato tre consiglieri che erano stati eletti con la maggioranza che sostiene il sindaco. Dopo il voto, il sindaco ha preso atto della situazione lasciando intendere la possibilità di interrompere anzitempo il mandato amministrativo. Non siamo in grado oggi di dire se questo avverrà. In generale un commissariamento non è mai positivo per un Comune.
Possiamo però formulare tre considerazioni.
La prima è di natura numerica. Il voto di venerdì 10 febbraio dice che la maggioranza su cui si poggiano il sindaco e la sua giunta è ormai debolissima, nel senso che sta in piedi con un solo voto di scarto. Se sia una situazione temporanea o una condizione destinata a consolidarsi nei prossimi mesi – ammesso che il sindaco non si dimetta prima – lo vedremo cammin facendo. Di certo siamo di fronte a una situazione inedita e assai preoccupante!
La seconda considerazione è di natura politica. Il quadro elettorale è profondamente cambiato rispetto a quando l’attuale sindaco e la sua maggioranza hanno vinto le elezioni. Oggi il centrodestra che amministra Sant’Angelo ha perso pezzi importanti. Prima il consigliere Eugenio Carriglio, poi il gruppo che fa riferimento ai consiglieri Giuseppe Carlin e Rosita Sali. Come spiegare tutto questo ai santangiolini? Da mesi si consuma un teatrino nel quale l’opposizione più dura e costante è tutta interna alla maggioranza; nel centrodestra è un continuo accusare di mancato dialogo tra le parti, assenza di ascolto e di confronto, differenza di vedute. I santangiolini meritano tutto questo?
Terza considerazione. La vita amministrativa, anche in caso di dimissioni del sindaco, andrà avanti perché la legge prevede che a guidare la città fino alle prossime elezioni sarebbe un commissario prefettizio. Era già successo pochi anni fa con il passo indietro di Crespi. Quel che preoccupa maggiormente sono i danni che questa situazione sta provocando sulla vita civile della nostra città. In occasione delle elezioni che hanno portato alla vittoria l’attuale coalizione di maggioranza il 50 per cento dei santangiolini non si era recato alle urne. Un dato drammatico e assai preoccupante. Il rischio reale è che questi ultimi due anni, segnati da laceranti divisioni interne alle forze che amministrano la nostra comunità, possano ulteriormente allontanare i santangiolini – soprattutto i giovani – dall’interesse per la loro comunità e per la loro città.
IL PONTE