Abbiamo detto no

(Pmp edizioni)
opera curata da Ferruccio Pallavera e Giuseppe Mazzara e che raccoglie le testimonianze di alcuni degli internati militari del Lodigiano è stata presentata a Sant’Angelo lo scorso 29 aprile con un buon successo di pubblico.


Sono circa 3700 - ma la stima potrebbe essere sottodimensionata - i soldati del Lodigiano che dopo l’8 settembre 1943, data dell’Armistizio, hanno rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò e per questo sono stati fatti prigionieri dai nazifascisti e inviati nei campi di concentramento e di sterminio allestiti dalla Germania di Hitler in diversi paesi del centro ed est Europa.

La serata di venerdì 29 aprile è stata promossa dall’Associazione Combattenti e Reduci di Sant’Angelo e dalla Società della Porta - “Il Ponte”. L’appuntamento è stato ospitato nella sede della Combattenti, che da alcuni anni è stata trasformata in un interessante museo, con centinaia di cimeli e di testimonianze della Prima e della Seconda guerra mondiale. L’incontro è stato moderato dal direttore de “Il Ponte” e de “il Cittadino” Lorenzo Rinaldi.
Dopo i saluti iniziali del presidente della Combattenti, Giancarlo Cordoni, parola a Luca Santi, presidente della sezione di Lodi dell’Associazione nazionale degli ex internati, che ha illustrato le motivazioni alla base della creazione, anche a Lodi, di una sezione Anei. Poi spazio agli autori del volume, Pallavera e Mazzara, che si sono concentrati sulle storie degli internati locali, tra cui alcuni santangiolini.
In chiusura Santi ha ricordato che i familiari degli internati militari possono richiedere la medaglia d’oro della Repubblica italiana. L’Anei può seguirli in questo percorso. A Sant’Angelo il riferimento è l’associazione Combattenti.