Con “I vestiti che non metti più” torna in libreria una firma “di casa”
La narrativa breve del santangiolino Luca Murano Luca Murano

di Matteo Fratti

Riconferma il suo esordio narrativo, che fu pre-pandemia con “Pasta fatta in casa. Sfoglie di racconti tirate a mano” del 2018, Luca Murano. E anche oggi lo fa con un’antologia di racconti di appena dopo l’estate, “I vestiti che non metti più”, che piace ritrovare all’indomani di un torpore che ci ha coinvolto di questi tempi, magari d’immobilismo economico, ma che non lo sono mai stati creativamente.
“Eppur si muove” anche il mondo del libro, cui forse potrebbe aver giovato alla lettura lo stare in casa, quanto meno ne è stato favorito quel mondo di presentazioni librarie, la cui ripartenza dal Salone del Libro di Torino di appena dopo la metà di ottobre, ne ha testimoniato un po’ il nuovo big-bang di un universo sconfinato.
E di una di queste galassie letterarie fa parte l’autore santangiolino, classe 1980, da qualche anno ormai stabile in Toscana, ma che ritroviamo ancora una volta nelle sue sudate carte, reperibili fisicamente sia in libreria sia on line, dai più noti e-commerce, che non han bisogno di pubblicità.
La sua narrativa, però, gode già il pregio della diffusione in un mondo editoriale indipendente, un sottobosco fatto di riviste letterarie quanto di start up di settore, dove l’esigenza degli autori incontra il desiderio dei lettori, come fu per la Bookabook della sua prima pubblicazione: quasi on demand, in base ai riscontri da una preselezione on line.
Si evolve invece con la Dialoghi Edizioni questa più recente antologia, dove Murano consolida il suo stile minimale, legato a una spettacolarità del quotidiano, che non avanza pretese eccezionali, ma si nutre del racconto delle piccole cose della vita, in cui è l’ironia l’antidoto all’amarezza, o un’altra faccia della stessa medaglia, e per dirla col linguaggio dell’oggi, la scrittura un anticorpo alle storture dell’ordinario. E che “I vestiti che non metti più” sia una crescita in quel senso, lo testimonia forse l’inserimento nel nuovo lavoro di racconti già dal precedente, ora riveduti e ampliati: “Gatti ninja e radiazioni cosmiche”, “Nadia” o “Quel sabato mattina”; all’editoria sotterranea o meno, va quindi l’omaggio che nei ringraziamenti Murano indirizza sia al fermento dei collettivi di scrittura, che alle riviste a testimonianza di quel contesto. Nel titolo, tutto l’appeal domestico che si conserva negli antieroi, di queste brevi storie i protagonisti indiscussi di quando, a detta dell’autore, l’ambizione diventa velleità: come il tempo che passa sui nostri abbigliamenti dismessi, ma che pure ci rappresentano sempre, anche in quello che volevamo essere e non siamo stati.
C’è tutto questo, nelle narrazioni corte di Murano, e talvolta con una punta di cinismo, talvolta nel disincanto, emerge la sua cifra stilistica, essenziale del raccontare breve. Come dice Paolo Cognetti, premio Strega 2017, nel suo “A pesca nelle pozze più profonde. Meditazioni sull’arte di scrivere racconti”, il racconto: -“..comincia dopo che qualcosa è già accaduto, finisce quando qualcos’altro deve ancora accadere” -. In questo tempo sospeso, anche molti dei dettagli che ci tengono ancorati alla vita (e ad alcuni di questi racconti) di quella generazione adulta che pur non si arrende ad una modernità liquida e sullo sfondo cerca ancora una concretezza culturale in altri libri, cinema e musica, per andare avanti: un sostrato di rimando a un mondo non meno protagonista dei protagonisti stessi. Dietro, i titoli che giocano con le parole, a costruire a volte immagini schiette o crude, a volte un’acuminata ironia per ciò che non va, scorcio di vita vissuta, profonda e mai superficiale.
Luca Murano cura anche Vai Come Sai, il suo blog di scrittura creativa.

IL PONTE - foglio dinformazione locale di SantAngelo Lodigiano


Luca Murano
I vestiti che non metti più
Dialoghi Edizioni - 14 Euro