Il “Pellicano” verso l’azzeramento dei consumi
La Comunità di Monte Oliveto alla svolta dell’indipendenza energetica

di Matteo Fratti

Chi l’avrebbe mai detto che un’iniziativa di circa sei anni fa come “gli orti del Pellicano”, poche verdure di stagione da un pezzetto di terra vicino a quell’isola verde nella Comunità terapeutica di Monte Oliveto in Vidardo, sarebbe giunta fino a qui?
L’approdo non è solo quello fisico alla località su di un’ansa del fiume Lambro, ma anche quel che viene rappresentando un luogo dove non è solo l’individuo a ripartire ma, nella finalità terapeutica e sociale per cui nasce, è anche una rinnovata economia che, dalla ritrovata vocazione agricola mai perduta a Monte Oliveto, si appresta all’obiettivo di un’indipendenza energetica: per concretizzare quella sostenibilità di cui tanto si parla, ma che i grandi sistemi faticano (o non vogliono) a realizzare. Quando tutt’intorno logistiche e supermercati inghiottono la nostra terra e sembra che anche noi diventiamo un “mezzo” del lavoro (e come un prodotto invenduto, chi è fuori dal sistema diviene “scarto”) Il Pellicano continua allora a investire su uno dei suoi obiettivi principali per uno sviluppo circolare, che dai frutti della terra e dall’allevamento di galline e apicoltura di questi ultimi anni, ne rivaluti però la persona al centro, rendendola partecipe che il senso della vita nasce proprio dal mettere a disposizione qualcosa per gli altri, condividendone i mezzi per il benessere della comunità.


Peppo ed Enrico Castelvecchio

Tra autofinanziamento e riduzione dei consumi quindi, è proprio in questo senso che alla fine dell’estate appena trascorsa, la Cooperativa Sociale in Monte Oliveto lancia il progetto “Verso impatto zero (con un pezzo di sole)”: per ampliare l’impianto fotovoltaico che copre già una delle due strutture abitative della Comunità per 40 kilowatt, e col secondo impianto da 22 kilowatt sull’altro edificio, raggiungere così i circa 60 kilowatt a garanzia di un buon sostegno sui consumi di energia elettrica, con quella solare. Per questo, l’iniziativa ha trovato il supporto della Fondazione Comunitaria della provincia di Lodi per una parte dei costi, mentre al momento in cui scriviamo viene chiusa la possibilità di donazioni per contribuire a una percentuale di spesa sull’intero progetto, di circa 22 mila euro. “Ricordarsi del cielo e del sole..” – ci viene detto, a promozione dell’iniziativa – “... per gli ospiti, i lavoratori e i volontari della comunità vuol dire coordinarsi con i tempi della natura, non consumare energia, ma produrla, senza sprecare nulla, nemmeno un raggio di luce. Nel corso degli anni Il Pellicano ha investito moltissimo, e non solo per rendersi autonomo dal punto di vista energetico, ma anche per sviluppare un polo di biodiversità e di economia circolare, al fine di trasmettere in concreto i valori della sostenibilità, della tutela ambientale e della condivisione dei suoi frutti, in un territorio, quello del Lodigiano, dove è sempre più urgente una rinnovata consapevolezza ecologica”-. Una sensibilità che qui non è ancora perduta e al di là degli slogan, dall’anno dell’Expo milanese ai tempi della pandemia, trova Il Pellicano a continuare per la sua strada, a chiudere il cerchio di un esperimento riuscito. Non di certo un “ecosistema” chiuso a riguardo, ma aperto al territorio e continuamente in costruzione, ora ad un 80% circa della sua autonomia e che in futuro punterebbe alla possibilità di avere batterie d’accumulo che consentano di immagazzinare le eccedenze energetiche e ridistribuirle in base al fabbisogno. Al di là dei dati tecnici però, rimane l’esempio che uno sviluppo sostenibile è possibile: l’impegno che il Pellicano porterà a termine poi con tutte le sue risorse lo rende concreto e coi valori di sostenibilità, tutela dell’ambiente e condivisione dei suoi frutti, rende ancor più vivo il valore umano di chi vi partecipa e lo realizza, parte di un tutto.



il Totem del "Pellicano"