Nasce un’associazione per gli internati militari del Lodigiano
Dopo l’8 settembre del 1943 furono deportati nei campi di lavoro nazisti


L’8 settembre del 1943 l’Italia si arrese agli Alleati. Da quel giorno il Paese si spaccò in due: il Regno del Sud, presidiato dagli Alleati e la neonata Repubblica di Salò a Nord, dove le forze fasciste erano una pedina nelle mani della Germania nazista. L’armistizio segnò la dissoluzione dell’esercito italiano e la cattura di centinaia di migliaia di militari. Su tutto il territorio italiano, in Francia, in Croazia, in Grecia e Jugoslavia scattò il piano tedesco per il disarmo delle truppe italiane. Erano 1.090.000 uomini dislocati in Italia e 900.000 nei Paesi occupati. Migliaia di soldati italiani, datisi alla fuga, riuscirono a raggiungere le loro case: molti di costoro andarono a ingrossare le file della resistenza, tanti altri vissero mesi drammatici, in quanto ricercati dalle formazioni naziste. Furono 650.000 i militari italiani (qualcuno ne conteggia 800.000), disarmati e caduti prigionieri dei Tedeschi, che si rifiutarono di collaborare con le formazioni della Wehrmacht e con la Repubblica Sociale Italiana.Per questo furono deportati nei lager del Terzo Reich e condannati ai lavori forzati: 50.000 di essi non fecero più ritorno alle loro case. Inizialmente considerati prigionieri di guerra a tutti gli effetti, dal 20 settembre 1943, con un provvedimento di Hitler,vennero classificati Internati Militari Italiani, per eludere la Convenzione di Ginevra sulla tutela dei prigionieri di guerra. Furono esclusi dagli aiuti della Croce Rossa e sfruttati come schiavi dal Terzo Reich, utilizzati nei lavori forzati.

Non si conosce il numero dei militari del Lodigiano che, non aderendo alla Repubblica di Salò, vennero internati nei campi di concentramento, dove sarebbero rimasti per venti mesi, fino al termine della guerra. Secondo un conteggio approssimativo furono almeno 4.300 i lodigiani rinchiusi nei campi. Di essi nessuno si è mai occupato. Per questo motivo a Lodi è stata costituita una sezione dell’Associazione nazionale ex internati, un ente morale riconosciuto dalla Repubblica Italiana, che raggruppa i reduci dai lager nazisti. La decisione assunta da questi ultimi fu una scelta antifascista: con essi iniziò una prima forma di resistenza. È anche per questo che la sezione degli ex internati è stata costituita in Lodi domenica 25 aprile, a 76 anni dal giorno della Liberazione. Sono una decina i soci fondatori. La presidenza onoraria è stata assegnata a Tatiana D’Angelo, figlia di un noto deportato di Lodi che ha affidato i ricordi dei giorni vissuti nei lager a un libro diffuso a livello nazionale. Presidente della sezione è Luca Pietro Santi di Lodi e il segretario è Marco Bollani di Lodi. I soci fondatori sono Lorenzo Maggi di Lodi; Lorenzo Rinaldi, originario di Sant’Angelo Lodigiano e direttore de “Il Cittadino”; Francesco Passerini di Codogno; Ferruccio Garolfi di Caselle Lurani; Giancarlo Cordoni di Lodi Vecchio; Giuseppe Mazzara di San Colombano al Lambro; Angelo Stroppa di Lodi e Ferruccio Pallavera di Cavenago d’Adda. L’associazione ha trovato sede presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso. «La storia degli internati militari italiani - dichiarano i fondatori - non è molto conosciuta e non si trova nei testi scolastici. Subirono violenze e soprusi di ogni genere, che li segnarono per sempre, e molto spesso al loro rientro ebbero il timore di raccontare ciò che avevano vissuto».
L’Associazione nei prossimi mesi provvederà in modi svariati a farsi conoscere in tutto il Lodigiano. Tra le iniziative avviate, la raccolta di tutti i nominativi dei soldati lodigiani internati nei lager nazisti e la pubblicazione di un volume che li ricordi. “La nostra associazione ha la finalità di dare dignità a queste persone e alla loro storia, confidando nel valore della memoria e di quanto questa possa essere importante per le nuove generazioni. Vorremmo che i ragazzi e i bambini che hanno avuto il nonno o il bisnonno internato possano scoprirne la storia e sentirsi orgogliosi. L’obiettivo è, un domani, arrivare nelle scuole e incontrare gli studenti”. Per informazioni e contatti info@aneilodi.it.
Il Ponte.

IL PONTE - foglio dinformazione locale di SantAngelo Lodigiano