25 aprile, il silenzio e il ricordo

di Rossella Mungiello

Il silenzio e il ricordo, la memoria e il monito perché sia sempre centrale nello sviluppo della comunità. Due momenti di commemorazione in città per la ricorrenza del 76esimo anniversario della Liberazione, pur con i limiti della pandemia da Covid-19. Al monumento ai Caduti, alle 10, l’omaggio istituzionale di Palazzo Delmati, con le autorità civili e militari unite al fianco delle associazioni, dall’Ancr all’Anpi. Per un momento simbolico segnato dall’Inno di Mameli, la deposizione della corona d’alloro, portata dai volontari di protezione civile e deposta al monumento ai caduti dal sindaco Maurizio Villa, che ha scelto di parlare con una lettera diffusa sui canali informativi del Comune. Per dire, «in una data storica, una pietra miliare in ricordo di tutti coloro che hanno sofferto, combattuto e donato la propria vita in nome della libertà», che «se è difficile oggi parlare di libertà, il pensiero, l’idea, la riflessione travalicano ogni confine e ideologia politica». «Il ricordo della comunità - ha aggiunto il sindaco - oggi più che mai si rivolge a tutti coloro che ci hanno lasciato, soprattutto a tanti anziani che vivevano questo giorno con orgoglio, che ammiravano commossi lo sventolio della bandiera, a tutti coloro che non abbiamo salutato con un ultimo abbraccio», ma anche a tutti «i volontari che con abnegazione ed impegno hanno offerto il loro aiuto in nome della speranza che non ci deve mai abbandonare, ma renderci persone migliori, oneste, giuste e altruiste».
Emozioni e riflessioni nel pomeriggio, in via Polli e Daccò, con l’omaggio floreale al cippo in memoria dei giovani partigiani santangiolini Battista Polli e Antonio Daccò, per mano di Ugo Speziani, esponente di lunga data dall’Anpi, che ha sostituito il presidente Lindoro Toscani. La cerimonia è stata aperta da Giuseppe Di Silvestre, poi il saluto del sindaco Maurizio Villa e il commosso discorso di Speziani, che ha ricordato i tanti protagonisti della Resistenza santangiolina, compresi suo zio Piero e suo padre Carletto. «È sulla parola libertà che oggi mi soffermo - ha specificato Speziani - che non è acquisita per sempre, ma attaccabile dagli egoismi personali, ma anche da precise scelte di gruppi di potere più interessati ad altri valori e obiettivi, piuttosto che alla crescita sociale, culturale e umana dei propri concittadini». Fondamentale quindi la partecipazione al dibattito pubblico e l’attenzione «ai primi germi di ritorno al fascismo molto riconoscibili nelle politiche che riecheggiano alla violenza, nei tentativi di scoraggiare le prese di posizione diverse, nella banalizzazione e nello svuotamento delle assemblee elettive, nella diffusione propagandistica di una cultura che privilegia il disimpegno e la superficialità».

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano