Alberi e arbusti nel nostro dialetto

di Antonio Saletta

In quel primaverile mattino dell’anno 1997 nelle classi prime, terze, quarte e quinte della Scuola Elementare “Morzenti, si respirava curiosità e entusiasmo quando le insegnanti informavano gli alunni di essere stati coinvolti dal WWF e dal Comune di Sant’Angelo a celebrare la Festa dell’Albero.
Insieme ai ragazzi del Centro di Formazione Professionale e ai volontari dell’associazione ambientalista, nel Boschetto WWF, situato nei pressi dell’ospedale Delmati, avrebbero provveduto a porre a dimora una lunga siepe composta da arbusti della pianura Padana (rosa canina, more e molte altre specie), che avrebbe segnato il confine del Boschetto con la strada adiacente.
Nelle classi l’ora di scienze era imperniata sul valore ambientale delle piante che, oltre ad abbellire il paesaggio, purificano l’aria, producono ossigeno, riducono l’anidride carbonica, e molto altro ancora. Inoltre il compito affidato agli alunni era quello di preparare le schede tecniche degli alberi da mettere nel Boschetto, diciture in cui sarebbe stato utile mettere anche la traduzione dialettale.
Per saperne di più si decise di rivolgersi a Nino Semenza, santangiolino autentico, cultore del nostro dialetto e conoscitore delle tradizioni contadine, il quale accettava con entusiasmo non limitandosi a tradurre le specie del Boschetto, ma estendendo la sua ricerca ad alberi e arbusti del nostro territorio.
Siamo lieti di offrire ai nostri lettori l’interessante documento, nel ricordo indelebile di Gaetano (Nino) Semenza, santangiolino autentico.

Acero ................................. Séri - Lopi
Biancospino ......................... Spén del Signùr
Cerro ................................. Giànda (simile all’acero)
Ciliegio ............................... Sirésa
Ciliegio selvatico .................. Marèna (il pungitopo chiamato martlìna produce frutti che sono conosciuti come
marenìne)
Corniolo ............................ Curnàge o Gratacü (detto generalmente per altri frutti, per esempio il cinorrodonte della rosa canina)
Fitolacca .......................... Tòseghe (amaro come la fitolacca: màr cume el tòseghe)
Frassino............................   Nus selvàdega - Spaca sàsi - Màna
Fusaggine ......................... Capél da prète - Strosagàline (è chiamato anche, ma erroneamente, Füsària, che è la Betonica)
Gelso ............................... Mura (se da frutti bianchi), Muròn (se i frutti sono rossi oppure neri)
Ippocastano ...................... Castègna mata
Luppolo ............................. conosciuto come Ses (siepe) ovvero fiùr de sés
Mortella ............................. Martlìna
Nocciolo ............................ Nisöla
Olmo ................................. Ulme - Ulmète

Pioppo ...............................

Pübia. Gàba se è capitozzato, privato di tutti i rami e della cima (gnurànte tan me ‘na gàba, uno che ragiona senza usare la testa); se invece è lasciato crescere senza alcuna potatura, si chiama Albra - Albra piréla, simile voce si usa anche per il cipresso. Gabàda filare di pioppi
Piracanta ............................ Spén de föghe (per la puntura velenosa, irritante e infiammatoria, par che mé sìa bešiade cun el spén de föghe)
Platano ............................... Platén
Pseudo robinia ...................... Gašìa (gaggia)
Quercia ............................... Rura
Robinia ................................ Rübina - rüben (sügamàn de rübìna – bastone da punizione)
Rosa canina .......................... Rösa de màcia - Rösa d’la madòna (il suo falso frutto è il gratacü)
Salice................................... Sàlze
Sambuco .............................. Sambüghe
Sanguinello ........................... Sanguanén - Sanguanìna (per i suoi rami rossi)
Sorbo .................................. se è il Sorbus domestica si chiama Puméla per il suo frutto ammezzito (maturato nella paglia). Se è il Sorbo selvatico (rosso) allora si chiama Tamarén