Social network…sono davvero così sociali?
Gli scout santangiolini, con un sondaggio, s’interrogano su temi politico-sociali, sulla vita quotidiana e sui sostenitori dei follower


Siamo nel 2020 e, invece di auto volanti o crociere nello spazio, da una decina d’anni sono apparsi nella nostra realtà i “social network”. Dalla nascita di Facebook, infatti, molti sono stati i dibattiti, i confronti e le discussioni attorno a questa tematica, ma quello che noi ragazzi del gruppo scout di Sant’Angelo Lodigiano vorremmo vi arrivasse attraverso questo articolo, cari lettori, è chiarezza nei confronti di un mondo in cui ci siamo trovati catapultati.
Siamo adolescenti del tutto nuovi a questo tipo di approccio giornalistico, ma il desiderio di vedere, di giudicare e di agire ci ha portato a creare un sondaggio online totalmente anonimo, rivolto alle fasce d’età dai dieci ai settant’anni e a cui hanno risposto circa settecento persone, per capire in che modo e a quale scopo vengano utilizzati i social, specialmente Instagram e Facebook, nella società odierna, per poi riportare qui i risultati più interessanti.


Entriamo dunque nel vivo del discorso, analizzando una tra le risposte che ci hanno maggiormente colpito: l’80% dei partecipanti al sondaggio sostiene che la visione di post propagandistici possa influenzare le idee politiche e, di conseguenza, contribuire a indirizzare il voto di un elettore verso una scelta piuttosto che un’altra. “Ma è veramente corretto usare i social per campagna elettorale?”. Abbiamo domandato ai nostri utenti.
In tutte le fasce d’età circa il 50% li ha ritenuti mezzi idonei. Sicuramente i nuovi media hanno caratteristiche che li rendono ottimi mezzi di propaganda, come velocità, economicità e contatto diretto tra leader politico ed elettori, e, infatti, ci sorprende che quasi la metà dei nostri intervistati non li abbia ritenuti adatti per la campagna elettorale. Alla base della loro scelta ci sarà stata la semplice preferenza di una propaganda tradizionale o l’effettiva consapevolezza dei rischi che si corrono con i social? Rischi? Ebbene sì, primo fra tutti quello di disinformazione, che tramite dati non attendibili o poco veritieri porta al condizionamento ideologico di un potenziale elettore.
Spostiamoci ora dall’ambito politico e sociale, andando a toccare un altro tema, che interessa tutti noi, nella nostra quotidianità. Alla domanda “Nel caso tu veda un post che viola le linee guida della community, lo segnali?” Ben il 50% di tutte le fasce d’età ha risposto no. Ma cosa può stare a significare una risposta di tal genere? Menefreghismo? Inconsapevolezza? Forse una semplice svogliatezza? Un dato del genere, forse, ce lo potremmo aspettare in una fascia d’età piuttosto bassa, dove nella maggior parte dei casi si preferisce fare qualche risata con gli amici anche su post “un po’ oltre”, piuttosto che pigiare quei tre fatidici pallini; ma negli adulti, che dovrebbero essere ben più consapevoli dei ragazzi, come ci possiamo spiegare una simile affermazione? Sinceramente non lo sappiamo; ma che sia l’inconsapevolezza del danno che un post offensivo può generare, che sia la mancanza di una capacità critica, o di un profilo morale adeguato, ci sentiamo di darvi un consiglio: se siete testimoni di azioni offensive, segnalatele, fermate quell’indifferenza che alla lunga potrebbe fare la differenza, sarete quel filtro che renderà la community un posto migliore.
Affrontiamo ora un’ultima scottante tematica che ha dato origine, nel nostro gruppo, a numerosi dibattiti. Molti ragazzi tendono a nascondere i propri contenuti a determinati follower. Di fatto, da qualche anno a questa parte, è possibile pubblicare solamente per una ristretta cerchia di sostenitori, che spesso coincidono con gli amici più stretti dell’utente. È comprensibile sia il distinguo tra le persone più care con quelle conosciute in maniera più superficiale, che la scelta di rendere il proprio profilo privato soltanto alle persone scelte dall’utente stesso; ciò che però suscita stupore è il voler celare alcuni contenuti nei confronti di pochi, che hanno già superato la prima selezione. Noi crediamo che questa inclinazione al nascondersi possa poi rispecchiarsi nella quotidianità: siamo del tutto inerti di fronte alle scelte prese nei nostri confronti, soffocando così il nostro pensiero a riguardo, come per risparmiare energia. Se questo modo d’agire è dettato dall’incapacità di creare un dibattito o dalla mancanza di giudizio non ne abbiamo idea, siamo però certi che, perpetrare questo comportamento sui social, terreno fertile per introversi e passivi, non può che distaccarci da un sano confronto verso tutti i nostri conoscenti, che, nonostante crediamo vicini grazie ai social, non fanno che allontanarsi sempre più.
Certo, forse non saranno quelle macchine volanti che nel 2020 ci saremmo aspettati, ma i social non sono solo negatività: dal conoscere nuove persone ad esprimere i propri ideali, le opportunità che ci offrono sono quasi infinite, anche se le numerose zone d’ombra proposte nell’articolo unite a quelle già conosciute, rendono questo meraviglioso mondo un luogo non sempre sano dove poter interagire. Ed ora ci rivolgiamo a voi, cari lettori, e vi chiediamo di riflettere sull’utilizzo che state facendo dei social: è davvero il più corretto? Ognuno di noi può contribuire a rendere le community di questi mondi digitali dei luoghi diversi, dove si può avere un aperto e sano confronto con gli altri utenti... basterebbe un piccolo sforzo per poter rendere il nostro “quartiere” digitale un posto migliore di come l’abbiamo trovato.
Clan Barasa -
Gruppo Scout Sant’Angelo 1.