Rivoluzione verde al Museo lombardo di storia dell’agricoltura
Inaugurato il 28 aprile, nel castello Bolognini, un nuovo allestimento

di Cristoforo Vecchietti


È sempre una bella notizia quando un museo riesce ad ampliare i propri spazi e ad arricchire le proprie collezioni.
L’ampliamento riguarda questa volta il Museo lombardo di storia dell’agricoltura ospitato negli spazi del castello Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano che si è arricchito di due nuove sezioni.
La partecipata inaugurazione è stata introdotta dai saluti dal presidente del museo Tommaso Maggiore. Luigi Mariani, direttore del museo con Osvaldo Failla, ha presentato in dettaglio al pubblico, alcuni nuovi allestimenti e due nuove sezioni museali: “Rivoluzione verde” e “Concimazione e gestione sostenibile dei reflui zootecnici”. Il professor Gaetano Forni, direttore del Centro Studi di museologia agraria, che con la moglie Francesca Pisani ha curato per molti anni il museo, ha tagliato il nastro.
La nuova esposizione si apre con un plastico, (progettato del prof. Giorgio Provolo della facoltà di agraria dell’Università degli studi di Milano) che spicca per le dimensioni di circa due metri e venti per due metri e quaranta. La ricostruzione rappresenta un paesaggio moderno riordinato in tre zone di tipo diverso: una zona pianeggiante dedicata alla zootecnia intensiva, una zona di collina e montagna dove l’allevamento è invece estensivo e un’area urbana. Il plastico è interattivo e ha lo scopo didattico di dimostrare che ci può essere un corretto utilizzo dei liquami provenienti dalle deiezioni animali, oppure ci può essere un trattamento molto dannoso.
Proseguendo nel percorso ci si confronta con l’avventura dell’uomo intento a irreggimentare e controllare le acque per fini agricoli. La parte espositiva si intitola infatti “Idraulica ed irrigazione”. Viene ricordato Arrigo Serpieri padre della legge sulla bonifica integrale del 1928 e si rappresenta l’impressionante rete di 40000 Km di canali che percorrono la pianura lombarda. Vengono poi ricordati gli agronomi rinascimentali bresciani Camillo Tarello e Agostino Gallo, e si parla di Cavour e dell’opera di costruzione del celebre canale omonimo.
La sala dedicata a Leonardo da Vinci e alle sue applicazioni per l’agricoltura precede la nuova sezione sulla “Rivoluzione verde” che propone una visione della storia dell’agricoltura come continuo miglioramento per tutta l’umanità. Tra l’altro viene proposta una galleria di ritratti di genetisti che hanno fatto la storia della ricerca genetica sui vegetali. Gli antenati insomma, dei ricercatori della nostra Genetica santangiolina, coloro che lavorando sui semi e sugli incroci hanno saputo proporre agli agricoltori specie più robuste e produttive.
Queste nuove sale ed il plastico interattivo rendono ancora più affascinante la visita ad un museo dove è racchiusa tutta la nostra storia di popolo contadino.


IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano