Pasqua
Pillole di curiosità

a cura di Maria Teresa Pozzi


Presso gli ebrei la Pasqua era in origine legata all’attività agricola ed era la festa della raccolta dei primissimi frutti della campagna; in seguito, essa è diventata la principale festa ebraica e cristiana e celebra la risurrezione di Gesù nel terzo giorno dalla sua morte sulla croce.
La parola Pasqua deriva dal greco pascha e a dall’aramaico pasah e significa “passare oltre” quindi “passaggio”. Infatti al popolo ebraico la Pasqua ricorda il passaggio attraverso il Mar Rosso e l’avvio del cammino verso la terra promessa per fuggire dalla schiavitù dell’Egitto; per i cristiani, invece, è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.
La data della Pasqua è mobile in quanto le comunità cristiane l’hanno legata alla prima domenica di plenilunio dopo l’equinozio di primavera; pertanto, essa si celebra tra il 22 marzo e il 25 aprile e determina altre celebrazioni come la Quaresima, la Settimana Santa, l’Ascensione e la Pentecoste.
È tradizione popolare a Pasqua mangiare pane azzimo e carne di agnello; quest’ultimo fa parte dell’origine di questa festività e fa riferimento a quando Dio annunciò al popolo d’Israele che lo avrebbe liberato dalla schiavitù dell’Egitto colpendo a morte ogni primogenito egiziano e per salvarsi dal castigo divino gli ebrei marcarono la porta di casa con il sangue dell’agnello per far riconoscere a Dio chi colpire e chi no.
Per i cristiani Il pane azzimo (non lievitato) significa purezza interiore e il simbolo dell’agnello immolato non è più la liberazione dalla schiavitù politica, ma la liberazione dal peccato e la resurrezione dei morti.
Nei Vangeli sinottici si attribuisce un significato nuovo alla Pasqua, identificando il pane e il vino che Gesù distribuisce nell’Ultima Cena con il suo corpo e il suo sangue.
A Pasqua è abitudine regalare le uova decorate o di cioccolato che sono simbolo di rinascita ed esprimono una rigenerazione spirituale. Il dono dell’uovo di Pasqua evoca la gioia e il rinnovamento della vita; mentre la colomba (che evoca la fine del diluvio ma anche il dono dello Spirito Santo) e il ramoscello d’olivo, distribuito la Domenica delle Palme, sono simboli di pace.

“Resurrezione di Cristo”, affresco eseguito da Piero Della Francesca, tra il 1450 e il 1463 nel palazzo del governo di Arezzo, oggi diventato Museo.
La scena si apre in una cornice immaginaria – formata dal sepolcro, da due colonne e un architrave – che dà su un esterno. Qui, al centro, la figura di Cristo si solleva dal sepolcro, con aspetto solenne e sacrale e il vessillo crociato in mano. I soldati dormono alla base del sepolcro, creando così un contrasto con la divinità sempre vigile. Sullo sfondo, il paesaggio ha un aspetto invernale e spoglio a sinistra, rigoglioso a destra, a significare la continuità del ciclo della vita.