Pillole di curiosità
Il significato dell’espressione “A UFA”

a cura di Maria Teresa Pozzi

Spesso, quando si ottiene qualcosa senza pagare, da noi si usa dire che la si ottiene “a ufa”. Perché si usa questa espressione?
Nel Medioevo il materiale destinato alla costruzione delle cattedrali veniva esentato da ogni dazio e tributo, oppure godeva di particolari franchigie. Ad esempio, sui materiali destinati alla Basilica di San Pietro a Roma vi era un’iscrizione in latino: Ad usum fabricae (abbreviata in A.U.F.). Invece, il materiale per la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze era marcato con la sigla A.U.F.O., che stava per Ad usum Florentinae Operae, e pertanto esente da tasse.
Per il Duomo di Milano, la sigla era A.U.F.A., che significava Ad usum Fabricae Ambrosianae (ovvero: destinato a essere utilizzato nella fabbrica del Duomo di Milano). Quindi, ogni lastra di marmo marcata con tale dicitura non pagava alcuna tassa.
I blocchi di marmo di Candoglia, per la costruzione del Duomo, arrivavano dalla Val d’Ossola per via d’acqua, prima dal Toce al Lago Maggiore, poi lungo il Ticino e il Naviglio Grande per arrivare dentro la città fino alla darsena di S. Eustorgio dalla quale, attraverso un sistema di chiuse realizzato dalla Fabbrica del Duomo, giungevano fino al laghetto vicino al cantiere della cattedrale.
Dunque, per fare entrare delle merci in città ed essere esentati dal pagamento del relativo dazio, era necessaria la parolina d’ordine A.U.F.A. (Ad usum Fabricae Ambrosianae). Ecco perché, da noi, la tradizione vuole che “a ufa” significhi “senza pagare”, ovvero, meglio ancora, “a sbafo”, “a scrocco”.

 

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