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Ci ha lasciato Gaetano Semenza cantore delle nostre tradizioni

di Antonio Saletta

Se come recita un proverbio africano: “Quando muore un anziano è come se bruciasse una biblioteca”, e non è retorica, la morte di Gaetano Semenza ha bruciato un’enciclopedia di conoscenze, usi e costumi e leggende della nostra tradizione.
Semenza Gaetano Luigi, meglio conosciuto come Nino, nato a Sant’Angelo Lodigiano il 4 giugno 1925 da Giuseppe e Toscani Lucrezia, è morto il 7 febbraio 2018, all’età di 92 anni, lasciando la moglie Angela Marovelli e i figli Lucrezia e Tiziano.
Di vasta cultura e capacità di scrittura, appassionato del nostro vernacolo e folclore, alle volte tramandato solo oralmente, Nino avvicinandosi l’età della pensione, decide di mettere “nero su bianco” tutto il suo sapere.
Nel 1980, con la sorella Elena, pubblica il libro Diss che bèl e bèn…. «gh’èra ‘na volta», un viaggio nella memoria delle tradizioni santangioline, scandite dalle stagioni in cui avvengono, pagine arricchite da modi di dire, filastrocche, e persino da un elenco di vocaboli barasini con assonanze o derivazioni dal francese, tedesco e spagnolo. Un libro che rimane fonte inesauribile di notizie e curiosità.
Nel 1985, Nino Semenza fa parte del gruppo che costituisce, nell’ambito della Biblioteca Comunale di Sant’Angelo, il “Centro per la documentazione storica” che, a cadenza mensile, pubblica il “Foglio di storia locale”, iniziativa culturale in cui presta la sua collaborazione letteraria fino al 1995, anno in cui il Centro cessa l’attività. L’anno dopo, il 1996, nasce “Il Ponte” foglio d’informazione locale, e anche in questa circostanza Nino Semenza non manca di portare il suo contributo con articoli interessanti e gustosi. A detta della figlia Lucrezia, Nino ha lasciato numerosi manoscritti inediti, chi scrive è in possesso di uno di questi, un dattiloscritto di ben 294 pagine, intitolato “Pampalüghén e i batešadi cun l’acqua del Lambér”, «Fatti raccontati così, come si erano sentiti dalla viva voce di chi li raccontava attorno al fuoco del camino…. ma raccontati alla moda dell’ineffabile spiritaccio beffardo del nostro immortale Pampalüghén, maestro di vita di ogni barasino che si senta ancora tale», così è scritto nell’incipit del libro, quello spirito ironico che ha sempre contraddistinto Nino Semenza.



IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano