Guardare al futuro: la missione di Alessandro Cremonesi


di Giancarlo Belloni

“Non voltarti indietro: non è da quella parte che stai andando!“
E’ il motto che guida alcune persone nella ricerca, quasi visionaria, di innovazioni in grado di migliorare la condizione umana. Qualcuno li chiama profeti, altri appunto visionari: sono quelli che sanno guardare avanti, oltre l’immaginazione comune, quelli le cui intuizioni – in tutti gli ambiti del vivere - sono in grado di cambiare il mondo.
C’è chi lo fa per soddisfare un fuoco personale, per liberare il proprio ingegno, e chi lo fa di lavoro mettendo a frutto i propri studi e la propria passione.
Il santangiolino Alessandro Cremonesi è uno di questi.
Lo abbiamo visto il 7 maggio scorso nel TG2 Dossier dal titolo “Nella valle dei Robot” fare da guida, insieme ad altri esperti, nel servizio dedicato alla innovazione tecnologica, mondo nel quale l’ingegnere barasino è una vera autorità.
Formatosi all’Università di Pavia, oggi Alessandro Cremonesi, 58 anni, è il responsabile della ricerca della StMicroelectronics, un’azienda multinazionale leader nel settore della microelettronica i cui circuiti probabilmente sono anche dentro le nostre auto, nei nostri PC o nei nostri cellulari.
L’ing. Cremonesi è stato fra i protagonisti dell’accordo che la sua azienda ha siglato con il colosso Microsoft con lo scopo di sviluppare in Italia la cosiddetta “Internet delle cose” (più nota con l’acronimo inglese IoT – Internet of Things), un promettente settore di sviluppo che cerca di dare una “intelligenza” agli oggetti.
Progetto la cui realizzazione è più vicina di quanto molti di noi possano immaginare. Ad esempio pensiamo a come una semplice presa elettrica, se collegata ad internet, sia già in grado di accendere e spegnere a distanza i nostri elettrodomestici. Un passo più evoluto consente alla presa di calcolare i consumi di energia, di coordinarsi con altre prese per ridurre i consumi, di interagire con l’elettrodomestico a cui è collegata e verificarne le esigenze di manutenzione.
L’Internet delle cose va in questa direzione, ma per raggiungere gli obiettivi che si pone ha bisogno sia della creatività umana per immaginare cosa fare eseguire alle macchine o agli oggetti, sia della microelettronica per realizzare i circuiti integrati necessari.
Le applicazioni di questa tecnologia sono molte: possono andare dalla sicurezza ambientale (grazie ad informazioni raccolte da sensori distribuiti sul territorio) al monitoraggio della nostra salute personale magari attraverso quegli oggetti che stanno evolvendo nel proprio ruolo (pensiamo ai bracciali per il controllo delle prestazioni sportive, o agli orologi da polso diventati quasi computer).
E’ un settore promettente ma anche ricco di insidie: ne sono consapevoli i ricercatori che sanno che una raccolta sistematica di dati personali, oltre a evidenti vantaggi in termini di analisi e sviluppo, pone serie questioni di privacy. Come pure sanno che le loro ricerche potranno avere forti impatti occupazionali una volta che le macchine saranno in grado di sostituire ancora di più il lavoro dell’uomo.
Sono temi che riguardano più la filosofia della scienza che la ricerca in sé. Ma anche su questi problemi Alessandro Cremonesi si è espresso diverse volte, sia in interviste per media nazionali sia in seminari internazionali, consapevole che un buon ricercatore deve porsi anche interrogativi etici e inquadrare il proprio lavoro in una dimensione più generale.
Perché se per immaginare il futuro bisogna guardare avanti, per saperlo governare occorre voltarsi anche indietro.

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano