Delmati, addio chirurgia veloce: a qualcuno interessa?
Dopo il Primo intervento l’ospedale di Sant’Angelo perde un altro pezzo


Era già successo con il punto di Primo intervento, che dopo mesi di indiscrezioni e smentite è stato soppresso. Ora è accaduto nuovamente con il servizio di chirurgia veloce (Day surgery): dallo scorso 5 settembre le operazioni non si fanno più all’ospedale Delmati, ma sono state tutte trasferite all’ospedale Maggiore di Lodi. In barba a un presunto piano di potenziamento e rilancio, l’ospedale di Sant’Angelo nell’arco di un anno ha perso il Primo intervento (una sorta di pronto soccorso leggero) e la chirurgia veloce.
Il tutto è avvenuto nel silenzio quasi assordante dei vertici della sanità lodigiana, degli amministratori locali e - va detto - anche dei medici e infermieri, compresi quelli che operano proprio al Delmati.
Se è vero che il servizio di Primo intervento appariva ormai ridotto all’osso (per orari di apertura e possibilità di intervento), discorso ben diverso riguarda la chirurgia veloce, che funzionava molto bene, attirava numerosi pazienti da tutto il territorio ed era un fiore all’occhiello per il Delmati.
Qualche numero e qualche data possono essere utili. La Day surgery era approdata a Sant’Angelo nel 1993, era arrivata a effettuare circa 2200 interventi all’anno e nel 2012 - dunque pochissimi anni fa - erano state inaugurate le nuove sale operatorie. Vien da chiedersi con quale criterio siano state realizzate le nuove sale operatorie solo quattro anni fa, sale operatorie dismesse quattro anni dopo.
I vertici della sanità lodigiana hanno illustrato ai giornali i vantaggi del trasferimento a Lodi della Day surgery: centralizzazione del personale e dei prericoveri di tutti i pazienti, a Sant’Angelo inoltre manca la terapia intensiva e alle 16 gli anestesisti non ci sono più (a Lodi invece sono presenti 24 ore su 24). E ancora, alcune persone operate anche con la metodica della chirurgia veloce hanno comunque bisogno di una notte di ricovero e a Sant’Angelo questo non è possibile: fino ad ora i chirurghi dovevano allertare un’ambulanza e trasferire il paziente dal Delmati al Maggiore.
Ragioni sacrosante, vien da dire. Noi ci limitiamo a segnalare che per il Delmati manca ancora un piano di vero rilancio. Non si capisce cosa debba diventare in futuro questo ospedale e la realtà, per il cittadino comune, è che vengono tagliati servizi su servizi.

Lorenzo Rinaldi