L’azzardo non è un gioco



Il fenomeno: 1085 le slot machine sequestrate dalla Guardia di Finanza nel 2014; 2200 gli allarmi nel 2014 di sospetto riciclaggio nel settore giochi; 20% la tassazione per il gioco on - line (poker e casinò) in Italia; 6 miliardi le spese sanitarie previste per curare i pazienti patologici.
Questi i dati forniti dal quotidiano Avvenire, da sempre in prima linea su questo fronte, il 24 luglio scorso; il 28 luglio la notizia del blitz dei carabinieri di Codogno, con relativo sequestro, in un’agenzia di scommesse e gioco on-line della stessa città che, secondo l’accusa, avrebbe fatto capo a una società gestita da cosche calabresi.
Si potrebbe proseguire poi con vicende legate a singole persone che per procurarsi denaro hanno rapinato e ucciso: un lungo elenco.

Sarebbero circa 900mila gli italiani, malati di “gap”, gioco d’azzardo patologico. Persone malate che diventano bugiardi eccezionali: per loro non esistono più né famiglia né lavoro, né amici né affetti, l’unico ossessivo pensiero è correre alle macchinette e giocarsi fino all’ultimo soldo, anche lo stipendio e la casa.
L’azzardo esattamente come la droga o l’alcol, dunque. Con l’aggravante che questa volta lo spacciatore è lo Stato: ben vengano quindi le due diverse iniziative legislative (trasversali a partiti e gruppi politici) depositate il 30 luglio alla Camera e l’ordine del giorno del 29 luglio passato al Senato con lo scopo di vietare la pubblicità per i giochi e le scommesse. Rimane chiaro che l’obiettivo finale delle associazioni impegnate nel contrasto all’azzardo patologico, resta quello del «no slot», inteso come regolamentazione severa su tutte le forme di azzardo.
Su questo sfondo l’associazione SantAngeloViva, in rete con altre realtà del Lodigiano, ritiene necessario e indispensabile continuare a proporre campagne di sensibilizzazione e iniziative culturali di contrasto al gioco d’azzardo avviate due anni fa. L’ultimo atto in ordine di tempo dopo la serata del 5 marzo “Se tu giochi …perdiamo tutti” dedicata all’approfondimento del tema con esperti a livello nazionale e locale, è stata la premiazione delle otto attività commerciali - soprattutto bar e gelaterie – che hanno rinunciato ai guadagni di slot machine e videolottery. Agli otto coraggiosi titolari è stato consegnato l’adesivo «no slot», alla presenza anche del presidente del movimento No Slot Lodigiano. Si tratta della “Caffetteria e gelateria Il Castello” di via Cesare Battisti ; il “Dolce Vita Caffè” al Centro Commerciale Le Torri, in cui c’è anche la vetrina di “Csb Sant’Angelo Sala Biliardo”; l’”Happy Bar”, nell’ex Bocciodromo di via Cortese, il “Caffè Gatti” di Piazza Libertà, il “Sunrise Bar” di via Fratelli Cairoli, il “Bar Princy/Osteria Barasina” di via Mazzini e il “Bar Capriccio” di via Monsignor Amici.
L’elemento interessante emerso da questa bella esperienza è che tutti gli esercenti hanno raccontato che si tratta di una scelta maturata nel tempo e fatta con convinzione poiché sono consapevoli di rinunciare a introiti non indifferenti.
L’esempio di queste attività e dei loro titolari è sicuramente una forte testimonianza di impegno civico che andrebbe non solo premiata ma anche sostenuta dalla politica attraverso forme di agevolazioni fiscali. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale (che ha fatto un passo importante riducendo l’orario di apertura per l’accesso al gioco), possa in futuro mettere in campo azioni non solo restrittive ma propositive (come ha fatto per esempio il comune di Vercelli con sgravi fiscali sulla tassa rifiuti per gli esercizi commerciali no-slot).
L’ultima iniziativa messa in campo è stata l’esposizione della mostra itinerante “Azzardo: non chiamiamolo gioco” nell’ambito della diciassettesima Festa del Volontariato che si è tenuta nella bella Piazza Vittoria di Lodi domenica 20 settembre, promossa da Lausvol, centro servizi volontariato - Lodi e dalla Fondazione BPL.
Questa mostra voluta da Fondazione Exodus, Casa del Giovane, Movimento No Slot, Magazine Vita, Unilab con la collaborazione di quaranta noti vignettisti italiani, è composta di sessanta vignette umoristiche, «sessanta immagini pungenti come pretesto per farci qualche domanda, per cominciare a cambiare l’approccio, per tornare ad educarci ad un sano divertimento. Per capire che l’azzardo non è un gioco, il vero gioco porta amicizia, il gioco fasullo solitudine e disperazione», come sostengono i promotori e gli autori. Una mostra quindi che si muove nel solco di una campagna di educazione rivolta in particolare, per l’ironia graffiante delle immagini, ai ragazzi e ai giovani, esposti continuamente alle false illusioni dei soldi facili.
Nostra intenzione è esporre la mostra anche a Sant’Angelo perché gli studenti possano visitarla e avviare con le scuole interessate progetti e percorsi di educazione no-slot.
Luisella Lunghi
Alberto Rozza
Associazione SantAngeloViva

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