Vigili del fuoco volontari, un anno in prima linea

Il comandante del distaccamento Paolo Barbin traccia il bilancio del 2014.

Aumentati gli interventi a causa del maltempo e delle esondazioni.


Nel corso del 2011 i vigili del fuoco volontari di Sant’Angelo hanno effettuato 546 interventi, saliti a 551 nel 2012 e scesi a 451 nel 2013, lo scorso anno il numero è tornato invece ad aumentare attestandosi a 588 servizi d’emergenza.
Il Capo squadra Paolo Barbin, responsabile del distaccamento santangiolino dal giugno 2008 e vigile del fuoco da 31 anni, come si spiega questa nuova crescita?
“Nel 2014 si sono verificate pesanti condizioni metereologiche, distribuite in fasi diverse, a cavallo dell’estate e nel corso dell’autunno; non a caso gli interventi per danni d’acqua sono stati ben 141. Su un totale di 588 richieste di soccorso, 62 si sono verificate in provincia di Milano, 32 in provincia di Pavia e il resto nel territorio Lodigiano. Su disposizione della Direzione Regionale, stiamo infatti ora intervenendo come prima partenza, anche nel Pavese, nei comuni limitrofi a Sant’Angelo come Bascapè, Chignolo Po, Villanterio, Inverno, Monteleone, Torrevecchia Pia e Miradolo Terme”.
Provincia pavese a parte, vogliamo ricordare la vostra tradizionale area di competenza?
“Sant’Angelo, San Colombano, Graffignana, Vidardo, Villanova, Caselle, Marudo, Casaletto, Borgo San Giovanni e Valera Fratta”.
Abbiamo detto del maltempo, quali altre emergenze vi hanno impegnato?
“Siamo intervenuti su una cinquantina di incendi generici, abbiamo effettuato 30 soccorsi persona, 25 operazioni di apertura porte bloccate, 14 ricerche di scomparsi. E ancora, abbiamo prestato soccorso in 29 incidenti stradali, siamo intervenuti per 21 incendi di autovetture, 39 incendi di sterpi e 14 incendi di tetti e coperture. Le bonifiche insetti restano un numero abbastanza elevato 86, ed i rettili recuperati sono stati 5, mentre le emergenze per fuga gas sono state 16”.
La crisi economica ha rinvigorito l’arte di arrangiarsi ed in assenza di gas metano, alcune famiglie si sono messe ad utilizzare apparecchiature non sempre dotate degli accorgimenti di sicurezza necessari. Quanto è pericoloso?
“In una cascina, qualche tempo fa, abbiamo trovato un braciere a fiamme libere e sono state ricoverate tre persone. In altri casi troviamo stufette di vario tipo. Il rischio, con il monossido, è sempre molto elevato”.
Quali sono stati gli interventi più significativi del 2014?
“All’inizio di dicembre siamo intervenuti a Lodi in zona San Fereolo, in supporto ai vigili permanenti, per l’incendio della copertura in legno di uno stabile. E’ stato un lavoro impegnativo. Sempre nell’ultima parte dell’anno abbiamo lavorato in A1 a Pieve Fissiraga in occasione dell’assalto al furgone portavalori, di cui hanno parlato anche le televisioni nazionali. Ricordo poi l’incendio ad una villa di Caselle Lurani”.
A novembre il maltempo ha fatto molti danni. Villanova Sillaro a Livraga sono andate sott’acqua, a Lodi l’Adda ha fatto paura. Per voi saranno state giornate impegnative…
“L’emergenza ha impegnato tutto il personale e i mezzi a disposizione, nella maggior parte dei casi siamo stati chiamati per prosciugare cantine e box allagati o per mettere in sicurezza le strade da alberi pericolanti e rami caduti al suolo”.


I danni sono stati pesanti?
“A Sant’Angelo siamo stati fortunati, peggio è andata nei paesi vicini, quelli del confine pavese, ma anche a Lodi Vecchio, Villanova e Livraga, dove le rogge hanno esondato e si sono avuti fenomeni di allagamento diffuso proprio nelle zone densamente abitate ”.
Tutti questi interventi con quanti uomini?
“In organico siamo in 47, operativi però 40. I volontari arrivano da Sant’Angelo e dai paesi vicini”.
Riuscite ancora a garantire un servizio a tempo pieno?
“Il nostro fiore all’occhiello è l’organizzazione e questo ci permette di coprire tutti i turni, 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Ammetto però che non è sempre facile”.
Un bel sacrificio…
“L’impegno è notevole: ogni volontario deve dedicare almeno sette giorni al mese di servizio, ci sono poi le emergenze che richiedono lavoro supplementare”.
Ci sono ancora giovani che scelgono di fare il pompiere volontario?
“Il ricambio generazionale per fortuna è assicurato, ma non posso nascondere alcuni problemi: penso alle liste d’attesa per l’arruolamento e al costo della visita medica di idoneità (circa 500 euro, ndr) un tempo gratuita e oggi a carico all’aspirante vigile del fuoco. Siamo in attesa che il comando di Lodi istituisca un nuovo corso di formazione, abbiamo già cinque ragazzi santangiolini uno della Muzza ed uno di Salerano interessati”.
A fine anno avete presentato un nuovo strumento da utilizzare sulle emergenze. Di cosa si tratta?
“E’ una termocamera, un apparecchio che ci aiuta negli incendi, nella ricerca di persone e in altri interventi più o meno complessi rilevando le fonti di calore e la temperatura in tempo reale. Si tratta di uno strumento che garantisce anche maggior sicurezza agli stessi soccorritori”.
Quanto è costato?
“Attorno ai 4.500 euro. E’ stato acquistato dall’Associazione amici dei vigili del fuoco grazie ai contributi dei Comuni e di alcuni privati”.
Domanda secca: i distaccamenti volontari hanno ancora ragione di esistere?
“Sì”.
Perché?
“Perché soprattutto nel Nord Italia sono una risorsa insostituibile, specie in un momento in cui le risorse statali sono sempre meno. Dirò di più: faccio parte del Consiglio nazionale dei vigili del fuoco volontari e ci stiamo battendo affinché la figura del pompiere volontario sopravviva”.
Pensiamo al Lodigiano: sarebbe possibile garantire gli attuali standard di sicurezza senza i distaccamenti volontari di Sant’Angelo e Casalpusterlengo?
“Sarebbe difficile. Da noi esiste un solo comando permanente (Lodi, ndr) e due distaccamenti volontari. In altre realtà invece ci sono più distaccamenti permanenti e meno volontari”.
Rispetto a qualche anno fa oggi i volontari sono più preparati?
“Certamente. Dopo il corso di 120 ore c’è un esame, nel quale si è giudicati dai vigili del fuoco permanenti, l’accesso è piuttosto selettivo. Per il futuro si parla addirittura di prove ginniche”.
A livello nazionale esiste una stretta collaborazione tra vigili del fuoco e Unicef. Come va a Sant’Angelo?
“Direi bene, i contatti con la delegata Unicef di Sant’Angelo, Gabriella Bracchi, sono molto positivi e ci prestiamo volentieri a dare un supporto. Funziona anche l’iniziativa Grisulandia, nella quale ospitiamo i bambini in caserma, trasformandoli in pompieri per un giorno. Il nostro futuro sono loro”.
E’ soddisfatto dell’esperienza a capo del distaccamento?
“Sono soprattutto orgoglioso dei volontari che ogni giorno operano nel nostro distaccamento dedicano energie e tempo libero al prossimo. Visti i tempi che corrono mi pare già molto”.
A Sant’Angelo avete diversi mezzi storici, in parte già restaurati grazie all’iniziativa di Marco Danelli. Perché non pensare a un museo?
“Il progetto esiste, inizialmente si pensava a cascina Ortaglia, poi sono emersi problemi strutturali, il Comune allora ci ha proposto uno spazio in via Forlani, sotto l’asilo nido: si tratta di un locale che Marco Danelli ha già visionato. Non lo utilizzeremo per il momento come sede museale vera e propria, anche perché per aprire ufficialmente un Museo dei Vigili del Fuoco, occorre il coinvolgimento del Comando Provinciale ma è un punto di partenza per mostrare parte del materiale che abbiamo recuperato e che vorremmo ampliare nel tempo”.

Lorenzo Rinaldi

 

 

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano


Sopra, intervento di recupero di un annegato nel fiume Lambro e Paolo Barbin, comandante del distaccamento santangiolino dal giugno 2008; a sinistra, il nutrito gruppo dei vigili del fuoco volontari di Sant’Angelo Lodigiano ritratti all’ingresso della caserma di via Mazzini