Da bottega a enoteca, l’avventura dei Boggini
La storica attività di via Madre Cabrini, fondata nel 1938, taglia il traguardo dei 75 anni


Il La grande distribuzione ha cancellato la maggior parte delle botteghe di paese, che rappresentavano non solo un’attività economica ma spesso un presidio sociale e un luogo di convivialità. E’ successo anche a Sant’Angelo, dove a partire dalla seconda metà del Novecento e successivamente nei primi anni del Duemila il numero dei negozi di vicinato e degli esercizi a gestione familiare è andato diminuendo progressivamente.
Ci sono però anche storie che vanno in controtendenza e che raccontano della tenacia e dell’inventiva dei piccoli commercianti. Uomini e donne che sono riusciti a tenere testa ai complessi meccanismi della vendita nei grandi magazzini e che giorno dopo giorno rinnovano la tradizione di famiglia. Uno degli esempi più eclatanti, a Sant’Angelo, è l’Enoteca Eredi Rocco Boggini, la cui attività è iniziata nel lontano 1938 come drogheria e che quest’anno festeggia i primi 75 anni di vita.

Il “capostipite” è Rocco Boggini, che nasce a Sant’Angelo nel 1911 e che è figlio d’arte: il padre Giuseppe infatti gestiva una salumeria di fronte alla chiesa del quartiere San Rocco, dove oggi sorge il ristorante della famiglia Nervetti. Alla morte di Giuseppe, la salumeria viene chiusa e il figlio Rocco trova impiego come garzone di bottega alla drogheria Rovida. Sarà per lui una vera e propria “scuola” e l’esperienza accumulata in quegli anni si rivelerà importantissima nel futuro.
Il 7 settembre 1938 è un giorno storico per i Boggini, perché Rocco apre la propria drogheria, in via Madre Cabrini, al civico 91, di fronte alla casa natale di Santa Francesca Cabrini. L’attività cresce e si sviluppa con il passare degli anni, nella bottega di Boggini si poteva trovare davvero di tutto: spumanti, vini fermi, marsala, scatolame vario, saracche, merluzzo, sottaceti (i vasi venivano composti a mano direttamente da Rocco con pazienza e abilità), riso, zucchero, miscele di caffè, uva sotto spirito, spezie, solo per fare qualche esempio.
Nel 1939 Rocco Boggini sposa Antonietta Polli: la donna lascia il lavoro come commessa alla pasticceria Gallina per condurre con il marito la drogheria. Dal matrimonio nascono cinque figli, Peppino, Domenica, Giangiacomo, Tanino e Mario. I primi tre seguono le orme dei genitori, gli altri due proseguono gli studi e scelgono altre professioni, pur continuando a collaborare fino ai giorni nostri all’attività familiare.
Come in tutte le avventure commerciali, ci sono date ed eventi che, nel loro piccolo, entrano nella storia. Per Rocco Boggini il 1960 è un anno particolare, perché raddoppia l’attività con l’apertura della torrefazione ed enoteca di via Umberto I.
Una novità per Sant’Angelo, che fino ad allora ospitava le classiche osterie e i caffè destinati soprattutto alla clientela maschile. L’enoteca-torrefazione dei Boggini si apre invece anche al gentil sesso: e così nelle gelide domeniche d’inverno poteva capitare di vedere molte donne, all’uscita dalla Messa, prendersi un caffè bollente prima di rincasare.
Nasce nel dopoguerra lo slogan commerciale “Per brindisi sopraffini, bevi vini Boggini”, antesignano della moderna pubblicità e che campeggiava su uno striscione al bordo del campo di calcio dell’oratorio San Luigi.
Nel 1964, però, una fulminea malattia stronca Rocco. Un brutto colpo per l’attività di famiglia, che tuttavia prosegue sotto la conduzione della moglie Antonietta e dei figli. Tre anni dopo, nel 1967, la bottega di via Madre Cabrini si trasferisce di pochi metri, in locali più ampi, al civico 65, dove si trova attualmente e dove erano ubicati i magazzini e la cantina del negozio. Con il passare degli anni i Boggini si concentrano sempre più sull’enoteca, acquisendo clienti dal Lodigiano, ma anche da altre province della Lombardia. La cantina si arricchisce sempre più, arrivano bottiglie di pregio e da collezione, richieste addirittura dalle case produttrici, come Antinori, Ruffino, Braida.
Il 1998 è un anno spartiacque. Dopo la morte di Antonietta, la precaria salute di Peppino e il venir meno del sostegno dei due fratelli minori, impegnati in altre attività professionali, portano alla decisione di chiudere la torrefazione ed enoteca di via Umberto I. Tutta l’attività viene concentrata in via Madre Cabrini. La storica drogheria assume a tutti gli effetti le sembianze di una raffinata enoteca, con un vasto assortimento di vini, liquori, dolciumi, confetteria e specialità alimentari di ogni parte d’Italia. Peppino, Domenica e Giangiacomo oltre ad essere sempre alla ricerca di nuove specialità da inserire nel negozio, si fanno promotori di iniziative per insegnare ai propri clienti come degustare i vini e gli spumanti e come abbinarli ai vari cibi o dolciumi.

Sulle orme del padre non disdegnano altresì di organizzare manifestazioni nella via, coinvolgendo anche gli altri esercizi, specialmente in concomitanza di festeggiamenti cabriniani o rionali. Con queste manifestazioni, sempre molto partecipate, via Madre Cabrini viene definita un salotto commerciale, la via Montenapoleone della città
Pur con la morte dei fratelli Peppino e Giangiacomo l’attività prosegue, gestita da Domenica Boggini e dal figlio Carlo. Lo scorso 30 ottobre nei locali di via Madre Cabrini la famiglia Boggini ha voluto ricordare i 75 anni di storia dell’attività commerciale avviata da Rocco. Un uomo che, per usare le parole del figlio Tanino, ha dimostrato “visione del futuro, preparazione e coraggio”. E chissà cosa sarebbe stato della bottega dei Boggini se fosse andato in porto (poco prima della morte di Rocco) l’acquisto di una fonte (Santa Clara, nell’entroterra Ligure), oggi che il business dell’acqua minerale è uno tra i più redditizi?
Lorenzo Rinaldi

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano