All’ospedale Delmati “il cielo in una stanza”



Il cielo, per una volta, è entrato negli ampi saloni dell’ospedale Delmati. Infatti una bella mostra allestita nell’atrio del poliambulatorio, grazie alla collaborazione tra Cps e associazione Betania ha davvero reso reale il verso della nota canzone “il cielo in una stanza”.
Le opere sono di un pittore di Caselle Lurani, Antonio Falco, artista a tutto tondo anche nella vita tormentata. Nato nel 1931 a Roma si scopre artista negli anni ’50 parte per l’Africa, torna a Milano, poi a Caselle Lurani. Vorrebbe volare tra le nuvole che dipinge, essendo in possesso di un brevetto di volo, e sceglie di vivere ai margini della società. Le sue opere, pur essendo ben al di là del naif, non sono mai entrate nel circuito commerciale e a volte era l’artista a regalare un’opera. Tuttavia l’autore ha avuto l’onore del catalogo Bolaffi del 1974 dove il critico Gianluigi Marianini ha scritto di lui: “Falco è un uomo umile e schivo, solitario, meditabondo e questa sua duplice dimensione eremitica e francescana è aperta all’ascolto e alla lettura di voci inudibili, di alfabeti che la nostra pochezza non conosce”. La sua raccolta è ora presso l’associazione Betania, che seguendo l’esempio dell’autore, non vende le opere, ma ogni tanto le espone. Falco dipinge cieli tormentati e luminosi, quasi presi in improvvisi turbini di vento, repentinamente oscurati da temporali che si muovono su prati verdi, paesi, esseri immaginari che ricordano vecchi giochi, burattini, soldatini e pupazzetti. Quasi un segno della fragilità dell’uomo di fronte alla vastità del cosmo. Nella mostra, accanto ai quadri, vengono esposti alcuni cartelli che denotano la personalità inquieta di Falco. In uno si legge: “Studio vagabondo di un pittore di strada ricco e straricco solo dei propri colori” oppure si legge “la mia pittura è una ricerca a conoscere il significato della vita e a sapere quali porte apra la morte. Un messaggio che vuole dire come l’unico vero motivo della vita sia questo cercare”.
Accanto ai dipinti sono esposte anche delle ceramiche che richiamano i temi più amati da Falco.
Davvero una bella esperienza quella di portare l’arte all’ospedale, che, ci auguriamo il Cps possa ripetere presto
Cristoforo Vecchietti

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