Vidardo, un Comitato dice no alla Ecowatt



La sensibilità verso una realtà ambientale sempre più compromessa sul nostro territorio si fa strada in questi giorni anche attraverso un comitato che nasce a Vidardo e punta i riflettori sullo stabilimento Ecowatt, a pochi metri dall’abitato del comune limitrofo a Sant’Angelo.
L’area, che si trova nella zona della vecchia cartiera al confine tra i due paesi è infatti il luogo in cui nel 1997 nasceva il termovalorizzatore adibito a bruciare biomasse, meglio noto popolarmente come “inceneritore”, dal 2001 avviato anche al Combustibile da rifiuti (Cdr).

Il gruppo, che nasce spontaneamente da alcuni cittadini quindi, non chiede altro che più attenzione a riguardo, per un impianto di cui poco si conosce a livello cittadino e nei comuni d’intorno, compresi Marudo, Borgo San Giovanni, Bargano, Villanova e Pieve Fissiraga.
Attraverso un recente volantinaggio e un sito internet (www.ambientevidardo.jimdo.com) il comitato si palesa proprio come “No Inceneritore” e non nasconde i timori che lo hanno schierato come controparte informativa della cittadinanza, a fronte delle comunicazioni ufficiali accessibili presso gli stessi Uffici Comunali di Vidardo, come afferma il suo primo cittadino Oscar Fondi (Il Cittadino, giovedì 31 gennaio).
Ma da quanto si evince anche dalle comunicazioni diramate dai componenti del gruppo, senza retorica di sorta intitolato proprio “Diciamo basta all’inceneritore di Vidardo”, la realtà dell’impianto a ridosso del paese si rivela inquietante. Sia “per il sequestro del 2009 dopo il sopralluogo del Nucleo Operativo Ecologico dei C.C. a causa dello sversamento di tre tonnellate di polveri pesanti e scarti di combustione”. Sia “per l’ampliamento della quantità di rifiuti autorizzato nel 2012 dalla Provincia di Lodi, senza particolari osservazioni da parte di enti preposti come il Comune, l’Asl o l’Arpa” (spiegano dal comitato).
Ecco pertanto che la stessa organizzazione si fa tramite delle eventuali istanze locali, comunicando nello stesso volantino i numeri utili alla segnalazione di fumi o odori sospetti, nonché il n. verde 800061160 per l’emergenza ambientale, a fronte del nostro territorio, già troppe volte martoriato dalla noncuranza del paesaggio, per uno sviluppo industriale incontrollato e con gravi conseguenze sia sul contesto ambientale che sulla popolazione. Il Comitato si rivela una parte attiva nella sensibilizzazione verso un ambito intorno al quale troppe volte sembra esserci stata troppa indifferenza, muovendosi anche a tramite con le istituzioni affinché si possa anzitutto vigilare. “Chi controlla l’impatto sull’ambiente e sulla nostra salute?” - è una delle domande cardine di quanto avviato e i paragoni coi luoghi loro malgrado coinvolti da queste strutture rivelano così dati allarmanti: se sul sito del comitato appositamente costruito è possibile accedere ad alcune documentazioni, l’informativa inviata si rivolge ai cittadini del paese e alle persone dei paesi d’intorno, perché vi possa essere la maggior attenzione e il giusto confronto affinché la vita dell’ambiente e delle persone non venga inutilmente compromessa.
Matteo Fratti

IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano