Vincitori del concorso Giornalista anch’io



Articolo terzo classificato nella sezione Scuola Superiore
Il termometro segna ...CRISI!!!

Per avere un indicatore, una prova tangibile, un termometro come dice il titolo stesso, della crisi e di come essa influisca sulle vite di ognuno di noi, ecco le interviste a quattro dei nostri concittadini: un pensionato (Vittorio, 67 anni), un padre di famiglia rappresentante di commercio (Claudio, 54 anni), una studentessa universitaria (Beatrice, 25 anni) e un giovane lavoratore (Marco, 21 anni).

C’è la crisi? Perché?
Vittorio - Evidentemente sì, ad esempio, per la difficoltà, anche personale, da 4-5 anni a questa parte, di permettersi piccoli vizi quali qualche uscita al ristorante, visite mediche private...
Claudio - Sì, pesante, poiché lavorando per il settore secondario vedo quotidianamente cosa succede alle varie industrie.
Beatrice - Indubbiamente la situazione economica è visibilmente in “crisi”, sì. Rispondere alla domanda “perché?” è un po’ più complicato. La nostra società ha fatto di tutto negli ultimi 20-30 anni per cercare di raggiungere il massimo della ricchezza e quindi era inevitabile, ad un certo punto, dopo aver raggiunto l’obiettivo, “regredire”. Forse abbiamo affidato troppo la nostra “felicità” alle oscillazioni capricciose della Borsa. Forse invece è una crisi economica che ci siamo meritati, un po’ come chi mangia smodatamente si merita un’indigestione.
Marco - Credo proprio di sì, anche perché non ho mai visto così tanti Stati sull’orlo del fallimento.

Hai trovato il lavoro per cui hai studiato?
Vittorio - No, anche se in un certo senso sì, in seguito alla scuola professionale di arti e mestieri ho potuto fare quello che mi piaceva (meccanica).
Claudio - No, ma per scelta, in ogni caso ho fatto un lavoro equiparato a quello per cui avevo studiato, grazie al mio titolo di studio.
Beatrice- Io sto ancora studiando. Tutti mi dicono che chi, come me, studia medicina e chirurgia non deve aver paura di non trovare lavoro, ma per scaramanzia su questo non mi esprimo! Certo, si acquisiscono competenze che servono alla collettività indipendentemente dalle condizioni economiche in cui versa. Quindi, forse, avrò meno problemi rispetto ad altri laureati quando sarà il mio momento, ma per ora penso a imparare più che posso e a diventare un buon medico.
Marco - Purtroppo non ho trovato nessun lavoro che attenesse al mio titolo di studio (diploma di geometra) e che al tempo stesso corrispondesse alle mie aspettative.

Il rapporto lavoro-retribuzione-costo della vita è sempre stato equilibrato?
Vittorio - Sì, fino all’entrata in vigore dell’euro, poi c’è stato uno squilibrio in peggio, adesso siamo di fronte ad un ulteriore aggravamento, in quanto non viene riassorbita l’inflazione con lo stipendio che è fisso (pensione).
Claudio - Sì, e tutt’ora, in base al tenore di vita, non riscontro disequilibri.
Beatrice - Di certo non lo è attualmente; un neo laureato che ha studiato anni per acquisire una certa quantità di competenze che percepisce uno stipendio di 500 euro al mese, è solo uno degli esempi che mi vengono in mente. Devo dire però che molti ragazzi giovani che conosco, da questo punto di vista sono molto ammirevoli: sono così abituati ad essere sottopagati, che in un modo o nell’altro riescono a “tirare avanti” comunque! La cosa che più mi infastidisce è che nessun plauso viene mai fatto a questa generazione per la sua capacità di adattamento. Facile essere nati e cresciuti nel boom economico e giudicare “bamboccioni” i ragazzi che hanno solo visto lo strascico di quell’epoca di abbondanza!
Marco - Secondo me no.

Cosa ti permette di fare il tuo stipendio?
Vittorio - Al momento di non avere debiti con nessuno, rinunciando tuttavia a vacanze, ristoranti, vizi di qualsiasi tipo, e stando più attento ai consumi.
Claudio - Di vivere dignitosamente e di mantenere la mia famiglia.
Beatrice - Il mio “stipendio” per ora si basa su qualche entrata settimanale che proviene dai lavoretti che riesco a fare anche mentre sto ancora studiando: qualche “ripetizione”, qualche lavoretto come hostess nelle varie fiere. Mi permette di comprare qualche libro per l’università, di mettere via i soldi per le vacanze, di andare fuori una sera ogni tanto a mangiare con i miei amici. Vivendo con i miei posso permettermi di usare questi soldi senza preoccuparmi dell’affitto da pagare o delle bollette.
Marco - Mi permette di vivere, divertirmi nei limiti della normalità e di mettere anche da parte qualcosina.

Per vivere meglio saresti disposto ad espatriare? Se sì, per andare dove? Perché?
Vittorio - Alla mia età no, prima sì, e, se avessi dovuto scegliere, sarei andato in Germania o in Svizzera, guidato dalle esperienze lavorative che ho avuto.
Claudio - Sì, in America, perché in base alle informazioni disponibili sembra ancora il paese economicamente più vantaggioso.
Beatrice - Io credo in questo Paese. Credo che abbia bisogno di persone giovani, come qualsiasi altro Paese. E anche se qui la classe politica dirigente sembra voler durare per sempre, senza mai lasciare posto a chi deve ancora dare il proprio contributo, io voglio almeno provarci a restare per migliorare le cose. Sarei disposta anche a trascorrere un periodo di tempo all’estero per acquisire capacità che poi potrei portare in Italia, ma non vorrei fare il contrario.
Marco - Sì, se dovessi espatriare, andrei in uno Stato scandinavo, dove le aspettative per il futuro sono migliori.

La politica: causa o rimedio alla crisi? Perché?
Vittorio - Più causa che rimedio, infatti la politica con la p maiuscola, avrebbe dovuto stare più attenta per non portarci in questa situazione, e non avere riguardo solo per “la casta”.
Claudio - CAUSA, perché non sono in grado di gestire il sistema “Paese”.
Beatrice - La politica “ideale”, quella fatta di sacrificio, quella fatta come atto di “servizio” verso il proprio paese, è il rimedio. La politica italiana attuale, fatta di sgambetti e sotterfugi, quella distante anni luce da quella che è la vita reale della popolazione, non solo è una delle cause della crisi, ma ogni giorno che passa non fa che aggravarla. Soprattutto perché alla crisi economica si aggiunge una crisi di “valori”.
Marco - A causa del mal governo degli Stati, la politica non può che essere causa di questa crisi.

Cosa diresti a chi, in questi giorni, ti impone ulteriori sacrifici?
Vittorio - Direi che di sacrifici ne sono già stati fatti tanti, e che per chiederne altri bisognerebbe dare l’esempio concreto dall’alto, per primi.
Claudio - Innanzi tutto di iniziare loro a farli, visti i privilegi e gli stipendi che hanno, e di operare una cernita interna in base alle capacità e alle abilità lasciando più spazio ai giovani competenti.
Beatrice - Che sono disposta ad accettarli per salvare il mio Paese. E direi di ricordarsi che anche chi mi sta imponendo questi sacrifici è italiano quanto me, e in quanto tale dovrebbe contribuire.
Marco - Se è per il bene del mio Paese, sarei anche disposto a fare ulteriori sacrifici, a patto però che li facciano tutti.

Trovi qualche nesso tra crisi ed immigrati? Perché?
Vittorio - Difficile trovarne, poichè sono arrivati quando da noi si stava bene e da loro no. Oggi possono essere un problema, non per noi, ma per loro, in quanto c’è, ad esempio, chi può sfruttarli come manodopera a basso costo, in una sorta di “guerra tra poveri”. Tra l’altro fanno lavori che gli italiani non vogliono più svolgere, tuttavia, ad esempio nell’ambito del commercio, c’è chi fa concorrenza sleale.
Claudio - Assolutamente no, per me, non influiscono sul bilancio della crisi.
Beatrice - No, non trovo alcun nesso. Non mi sembra che abbiano approfittato del nostro Paese spingendolo nelle braccia della crisi come qualche politico di un certo partito vorrebbe farci credere. La “colpa” va cercata nelle falle della cultura e della politica economica occidentali, a mio parere.
Marco - Secondo me, gli immigrati hanno tolto molti posti di lavoro agli italiani, e molto spesso questi stranieri hanno impieghi in nero, che contribuiscono allo stato di crisi attuale.

Secondo te, quale ruolo dovrebbe avere la Chiesa cattolica in questa situazione di crisi?
Vittorio - Di educatrice alla morale, al rispetto dei diritti, anche se non può fare molto, infatti questo è compito della politica, l’unica cosa è attraverso la parola dare la via da seguire, chiarire cos’è il peccato, non accettare compromessi (denunciare l’evasione).
Claudio - Per me è indifferente, non ha importanza in quanto non ha mai aiutato il bilancio economico ad essere meno negativo.
Beatrice - Io credo che dovrebbe sostenere le persone in un momento così delicato. Dovrebbe infondere coraggio, e far capire che l’uomo resta una creatura meravigliosa, anche e soprattutto quando è spogliato di tutte le ricchezze.
Marco - Dovrebbe dare l’esempio e aiutare chi è in difficoltà in prima persona, in quanto non fa piacere vedere il Papa con cappelli, medaglioni e anelli di valore inestimabile che risolverebbero i problemi di decine di migliaia di persone, e sentirsi dire invece “aiutate”, “fate”.

A questo punto, ognuno tragga le proprie conclusioni, restando, tuttavia consapevole che “il termometro” è nella zona rossa, di pericolo, in tutti gli strati della nostra società. Come risulta evidente dalle interviste, è avvertito da tutti un disagio profondo dovuto a questa situazione di apparente abbandono, che è l’elemento unificante tutti e quattro gli intervistati, i quali non si sentono rappresentati dalle attuali istituzioni, individuandole addirittura tra le cause, chi più chi meno, dell’attuale situazione di crisi. Non resta che consigliare a chi dovrebbe guidarci, di qualsiasi colore o bandiera sia, di ascoltare cosa dicono le persone, i cittadini, quelli veri però, di cambiare registro, una volta per tutte, e, volendo compiere un atto eroico e di coraggio, riconoscere il proprio fallimento, farsi da parte e lasciare spazio a gente nuova, che possa fare una nuova politica, incappando eventualmente in nuovi errori, ma comunque non perpetrati nel tempo e diversi da quelli che ci hanno portato in questa situazione. Graditi sarebbero nuovi “bamboccioni” (30- 40 anni al massimo) pronti a spendersi per il bene comune e non solo per le proprie tasche, magari, è auspicabile, mossi da un ideale; insomma “novità” deve essere la linea guida.
Alessandro Avaldi
Testo ridotto dalla redazione de “Il Ponte”

Articolo terzo classificato nella sezione Scuola Media
SEI AMICHE A BARCELLONA

I n occasione di uno splendido viaggio a Barcellona, descriviamo ciò che la città può offrire a delle turiste come noi …
Barcellona è forse oggi la città più dinamica e innovatrice del Mediterraneo, poche altre infatti possono vantare ricchezza di architettura, urbanistica, cultura, cambiamenti e modernità.
LA BARCELLONA GOTICA
Consigliamo ai visitatori di iniziare l’itinerario della Barcellona gotica dalla piazza Nova, con la cattedrale dalla splendida facciata e il Collegio degli Architetti della Catalogna, la cui facciata funzionale sfoggia un fregio, allegro e mediterraneo di Pablo Picasso. A destra delle torri della cinta di mura si trova il Palazzo Arcivescovile, la cui facciata barocca chiude l’ambito della piazza. La cattedrale è il nucleo intorno al quale si sviluppa tutta la città medievale. Dal quartiere gotico si sbocca in piazza di Sant Jaume, centro civico, politico e storico della Barcellona di tutti tempi.
BARCELLONA SI APRE VERSO IL MARE
La Rambla è l’anima della città,” La strada più bella del mondo”. Questa strada nasce nella piazza Catalogna, centro vitale, incrocio di tutta la città. Da qui, seguendo la Rambla, scenderemo fino all’imboccatura del mare presso la piazza Portal de la Pau (Porta della Pace). Lì vicino, nell’edificio di un’antica banca, è installato il Museo delle Cere. Contiene una raccolta di oltre 300 figure di cera che rappresentano i personaggi più vari della politica, dello spettacolo, della scienza o della finzione.
La Rambla sbocca nella piazza Portal de la Pau che ci conduce al centro ludico Maremàgnum nei pressi del porto di Barcellona, oggi suddiviso in Port Vell e Port Nou, che fu riabilitato tramite una moderna passerella pedonale, la Rambla di Mare.
Al Maremàgnum, centro commerciale, ecco l’Aquàrium di Barcellona, l’acquario più grande e importante del mondo specializzato nel Mediterraneo. Attraverso il lungomare, una lunghissima terrazza sulle spiagge di Barcellona, si accede alla Villa Olimpica, nuovo quartiere residenziale dove si trova il porto Olimpico.
LA BARCELLONA DI GAUDÍ
È una Barcellona esteticamente differenziata dal resto della città, poiché Antonio Gaudì lasciò la sua impronta architettonica nella città in modo tale che questa ne resterà definitivamente condizionata. Il Parco Guell, è una delle meraviglie dell’architettura di Gaudì pur essendo parte di un’opera incompiuta. L’itinerario della Barcellona gaudiniana ha una tappa obbligata: la basilica della Sagrada Familia. Antoni Gaudì (ritornando all’idea religiosa medievale) dedicò tutta la sua vita a questo progetto.
BARCELLONA MARE E MONTAGNA
Barcellona è un insieme di mare e montagna. Barcellona, angustiata dalla mancanza di spazio, ha aperto una nuova dimensione al di là del Tibidabo. La nuova espansione l’ha portata ad aprire cinture di circonvallazioni e il tunnel di Vallvidrera, che permette di attraversare la massa montagnosa di Collserola. Grazie alla funicolare si può raggiungere la cima del Tibidabo. C’è anche lo stadio di Calcio Club di Barcellona, il “ CAMP NOU”.
Francesca Rusconi, Chiara Rossi, Iside Corbellini, Gaia Pozzi, Dalila Vitaloni, Enrica Domanico. Classe 3^C - Scuola Media Cabrini
Testo adattato dalla redazione de “Il Ponte”

Articolo terzo classificato nella sezione Scuola Elementare
UNO SPOT PER L’UNICEF

G li alunni della Scuola Primaria Riccardo Morzenti si sono trasformati in “attori per un giorno” per festeggiare l’anniversario dell’ approvazione della Dichiarazione Internazionale dei Diritti dei Bambini attraverso la rappresentazione dei Diritti fondamentali che dovrebbero essere riconosciuti a tutti i bambini del mondo: diritto all’Istruzione, alla Famiglia, al Gioco, alla Salute, all’Ascolto, all’Alimentazione…..
Il “set” della Scuola Morzenti si è trasformato in: scuola, casa, palestra, ospedale, parco-giochi… e i bambini si sono “travestiti” da medici, genitori, nonni, atleti, insegnanti e cuochi per dare vita allo spot ripreso da fotoreporter casalinghi. L’occasione è stata fornita dal Concorso “Io come tu….mai nemici per la pelle” promosso dalla sezione provinciale UNICEF di Lodi a cui la Scuola Morzenti ha aderito.
Venerdì 16 dicembre una rappresentanza di alunni ed insegnanti ha presenziato alla cerimonia di premiazione dello spot più significativo. Nell’aula magna dell’ ITIS Volta di Lodi sono stati proiettati i 25 filmati esaminati dalla Commissione.
“Fra gli applausi e il tifo della platea composta dai protagonisti- dichiarano gli alunni della Morzenti - anche noi abbiamo assistito con interesse alla proiezione di tutti i filmati. Quando sul maxi-schermo è apparsa la scritta “Scuola Primaria R.Morzenti” abbiamo seguito il susseguirsi delle immagini con un po’ di apprensione….ma al termine della proiezione l’applauso caloroso del pubblico dimostrava che il nostro lavoro era stato capito ed apprezzato. Quando poi la Giuria ci ha invitato sul palco per conferire alla nostra Scuola una “menzione speciale” per la significatività dei contenuti rappresentati…l’entusiasmo è salito alle stelle!!!!!!! Esprimiamo un vivo ringraziamento all’Unicef per averci dato l’opportunità di parlare di una tematica importante, i Diritti dei Bambini appunto, alla Giuria per il prestigioso riconoscimento assegnatoci e alle nostre insegnanti che ci hanno guidato nel percorso.”
Gli ALUNNI della classe 5a B della Scuola Primaria R. Morzenti
Coordinati delle Insegnanti: BERTOLINI ELSA e FERRARI FRANCA


IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano