Tino Zambelli, pittore della natura

Una mostra al Caffe “Il Viaggiatore”


Al Caffè “Il Viaggiatore” di Sant’Angelo Lodigiano era presente, nello scorso mese di giugno, la mostra pittorica di Tino Zambelli.
Pittore decoratore, diplomato disegnatore progettista, è nato a Milano nel 1942 e si è trasferito a Borghetto in tenera età. Il suo è un curriculum molto nutrito: ha decorato palazzi di Milano e della Lombardia, i suoi lavori si trovano sia sulle facciate che sugli interni delle case. I suoi dipinti si trovano anche in collezioni private.
Tino Zambelli si può definire ed ama egli stesso definirsi “Pittore della Natura”. Come egli afferma:”Quando vado in mezzo ad un campo e mi guardo in giro il mio io si riempie di gioia”. “Sono nato in mezzo ai colori”. E di colori è fatta la sua mostra: paesaggi ritratti da acquerelli, cascine descritte con il carboncino e la sanguinella, barche, fiori, cieli rasserenanti fatti con l’uso di pastelli co-lorati.
Zambelli affronta anche ed in maniera mirabile il tema religioso: in particolare al Caffè “Il Viaggiatore” sono presenti le foto di un affresco fatto a casa di un privato, sotto un portico del suo paese, Borghetto. Poiché la famiglia abitante in questa casa è devota a San Giuda Taddeo evangelista, qui Zambelli ha dipinto un episodio della vita del santo. Lavorando circa tre ore al giorno ha impiegato quasi due mesi a realizzare l’affresco. Ha utilizzato, come lui stesso dice, “Colori ai silicati keim, indelebili”.
Invece spostandosi in quel di Secugnago, venendo da Casalpusterlengo, si può trovare nei pressi della circonvallazione, dipinto su di una casa verde, il ritratto di San Gaudenzio.
In ogni caso e con qualsiasi mezzo pittorico si eserciti, Zambelli rivela anche uno spiccato senso del particolare: le sue figure non sono vaghe o appena accennate bensì curate e perciò molto espressive.
I formati scelti sono differenti e la produzione del nostro è assai vasta. È logico che nel cuore di questo pittore-poeta stia tutto ciò che è campagna, erba, piante e naturalmente sole, nuvole, corsi d’acqua. È un patrimonio essenziale ma soprattutto rivelatore di genuinità. Forse è vero che i suoi lavori meglio riusciti sono quelli composti con l’acquarello a getto. Questa tecnica permette di proporre la propria interpretazione del paesaggio in maniera sottile, morbida, delicata ma nel contempo incisiva.
Zambelli ha la capacità di riempire i nostri cuori, di elevarli alle alte vette del fare poetico. Il suo mezzo di espressione, avente valore universale, incanta gli animi e risulta altresì da stimolo per chi si sia dimenticato quanto l’amore per la nostra campagna, o perlomeno quella superstite, quella laddove la logistica distributiva ancora non è riuscita ad arrivare, sia importante per non perdere le radici che abbiamo.
Dobbiamo dunque ringraziare Tino Zambelli per l’opportunità che ci dona di assaporare le essenziali bellezze “superstiti”di un mondo che altrimenti rischierebbe di scomparire!
Tatiana Gorla

 


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