Giornalista anch'io

Ambiente e immigrati in primo piano: 59 adesioni


Grande interesse ha suscitato la manifestazione di premiazione della prima edizione del concorso “Giornalista anch’io” promossa dalla nostra associazione. Il progetto, maturato circa un anno fa con l’obiettivo di coinvolgere i giovani studenti nella discussione di importanti argomenti di carattere sociale, ha trovato la sua conclusione il 10 aprile scorso presso la sala convegni della Banca Popolare di Lodi gremita di gente. Studenti, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici e numerosi esponenti del mondo politico locale non hanno voluto mancare a questo primo appuntamento che metteva in gioco i giovani sull’arte dello scrivere, in particolare sulla loro capacità di scrivere per un giornale.


I vincitori della sezione scuola media, posano con la loro docente
Italia Chiantella e il dirigente scolastico Luigi Montanari

Il concorso verteva sulla proposta, fatta agli studenti della scuola media Cabrini e dell’Istituto superiore Pandini di Sant’Angelo, di esprimersi su uno dei temi proposti (Immigrazione - Ambiente e sviluppo sostenibile - Svago e divertimenti) con il solo vincolo che gli elaborati fossero redatti secondo lo stile di un lavoro giornalistico. All’iniziativa hanno partecipato in una sezione fuori concorso anche studenti di una classe delle elementari Morzenti, i bambini della scuola per l’infanzia Madre Cabrini e gli adulti del corso di italiano per stranieri, con lavori - disegni, poesie e fotografie - che sono stati esposti durante la cerimonia di premiazione.
Al concorso hanno partecipato 59 studenti con la presentazione di 23 elaborati (i ragazzi potevano lavorare individualmente o in gruppo). Dei 23 lavori, ben 12 hanno sviluppato il tema dell’immigrazione, 6 erano relativi all’ambiente e 5 quelli su svago e divertimento.


Gli alunni della classe 3D, secondi classificati per la sezione Scuola Media
con Giancarlo Belloni, presidente della “Società della Porta”.

Cinque qualificati giurati (i giornalisti de “Il Cittadino” Greta Boni e Lorenzo Rinaldi e tre membri del consiglio direttivo della Società della Porta, Rina Daccò, Angelo Pozzi e Antonio Saletta) hanno stilato la classifica dei vincitori. I vincitori delle due categorie - medie e superiori - hanno ricevuto un assegno di 150 euro ciascuno da utilizzare per la loro classe.


uno scorcio del pubblico presente

A tutti i partecipanti sono stati inoltre consegnati attestati di partecipazione e libri.
La cerimonia di premiazione è stata arricchita da una breve lezione sulla storia del giornalismo (tenuta da Lorenzo Rinaldi) e dal contributo di alcuni interventi da par-te del pubblico (fra i quali il sindaco Domenico Crespi e l’assessore provinciale Cristiano Devecchi) unanimi nel riconoscere il valore del nostro progetto. Riconoscimenti che hanno spinto Angelo Pozzi a lanciare una sfida: che le autorità ci aiutino a dare continuità al concorso con l’obiettivo di allargarlo alla dimensione provinciale. Una sfida per la quale la Società della Porta e il mondo scolastico hanno dimostrato di essere pronti.
Giancarlo Belloni

Per ringraziare i partecipanti, la cerimonia si è conclusa con una merenda offerta dalle amiche di “Cucinando senza…”. Potrete saperne di più sulla loro cucina vegetariana e bioetica al sito: www.cucinandosenza.blogspot.com

Ecco la classifica della prima edizione del concorso “Giornalista anch’io”:
Scuola Media “Santa Cabrini”:
1° premio alla classe 3^ L (Lorenzo Chignoli, Andrea Vezzoli, Valentina Scuderi, Diego Contino, Carolina Fattori, Gianluca Tresoldi, Christian Peretti).
2° premio ex equo alle classi 3^D (Elena Cavallotti, Jacopo Spagliardi, Federica Ruggeri, Lorena Vailati) e 3^L (Silvia Tarzia, Federica Cremonesi, Chiara Zanoncelli, Michael Dioli, Adanen Gueddari, Francisco Dirla, Flavia Manfregola, Marika Militello, Bianca Bonculescu, Andrea Bignamini, Soumaya Nefzaoui, Lorena Tafa).

Istituto Superiore “Raimondo Pandini”:
1° premio alla classe 3^C (Silvia Varesi)
2° premio alla classe 4^C (Andrea Maserati, Matteo Borromeo, Massimiliano Brusca, Mattia Papa, Simone Giampieri)

L’articolo primo classificato nella sezione Scuola Media

Il Quartiere Villaggio Pilota
e le sue sfaccettature

Qualità dell’ambiente e della vita, problemi e come migliorare

Il “villaggio Pilota” nasce alla fine degli anni ’50 come un agglomerato di case popolari. Il suddetto quartiere prende il nome di Pilota perché i suoi progettisti volevano che fosse considerato come punto di riferimento per gli altri quartieri di case popolari circostanti. Le case popolari erano 200 circa distribuite in 13 palazzi, estremamente ben conservati. I giardini erano verdi e rigogliosi, e le persone vi si recavano volentieri specialmente in estate, per ripararsi dal caldo torrido stando all’ombra delle numerose piante. Attualmente, le strade, all’interno del villaggio, sono strette perché cinquanta anni fa, le automobili non potevano circolare, mentre oggi i proprietari delle abitazioni le parcheggiano in questi piccoli vicoli, invece che nella sosta pubblica dell’Aler. Il quartiere Pilota del comune di S. Angelo Lodigiano occupa una superficie territoriale di mq. 51.000. È composto da 16 tipologie di edifici in condizioni pessime, alcuni di essi sono in condizioni fatiscenti e non risultano integrati nel contesto urbanistico. In tutto le abitazioni sono 335, di cui 198 di proprietà dell’Aler di Lodi, e 137 di proprietà privata.

La delimitazione del suo perimetro, attraverso una recinzione malandata, determina uno stato d’isolamento e disagio sociale. Le ampie zone di verde non sono curate, infatti, molte persone presuppongono che siano pericolose per gli abitanti. Altri problemi del quartiere sono i palazzi: alcuni di essi hanno i muri scrostati, decolorati e sono vulnerabili agli agenti atmosferici.
Per la spazzatura non hanno una bella organizzazione, infatti, per fare la raccolta differenziata utilizzano gli spazi verdi del quartiere e non gli appositi cassonetti. Per risolvere questi problemi è stato costituito un laboratorio di progettazione, l’iniziativa è stata presentata agli abitanti del quartiere presso l’oratorio locale.
L’associazione che si occupa della riqualificazione di questo progetto è l’Aler, la quale ha stipulato un contratto di quartiere che prevede la riqualificazione di ottantanove edifici e la costruzione di diciotto nuovi alloggi, oltre ad opere di urbanizzazione primaria, parcheggi, ristrutturazione ed ampliamento dell’oratorio. Intervistando gli abitanti del quartiere abbiamo raccolto queste informazioni e delle idee su come si potrebbe migliorare il villaggio.
Alla domanda: “Come si vive nel quartiere Pilota?” hanno risposto:
- “Abito qui da vent’anni e per me non ci sono problemi molto evidenti, preferirei soltanto che l’Aler provvedesse a mantenere l’ordine del verde e ad eliminare i residui dei rami accatastati per terra”.
- La seconda persona si è lamentata fortemente per gli extracomunitari a causa dei numerosi rumori e delle tasse condominiali non pagate, infatti alcuni di loro rimandano sempre il pagamento e le persone che le pagano onestamente hanno una tassa superiore da quella prevista nel contratto.
- La terza persona ha affermato che si vive bene, anche se le strade andrebbero asfaltate, perché sono state rotte dalle betoniere durante la costruzione di nuovi alloggi.
Abbiamo chiesto come si potrebbe migliorare il quartiere Pilota, e a questa domanda hanno risposto così:
- “Bisognerebbe asfaltare le strade, le piante dovrebbero essere più curate, le cantine sono in uno stato di degrado, sono buie, umide, e ci sono infiltrazioni d’acqua”.
- “Uno dei problemi più evidenti sono i roditori che infestano la maggior parte del quartiere”.
- “Gli extracomunitari sono un problema per la maggior parte dei residenti, perché sono rumorosi e alcuni di loro tornano a casa ubriachi disturbando la quiete pubblica. Ma non tutti sono così, infatti qualcuno rispetta le regole e paga le tasse condominiali”.
Concludendo se tutti i residenti si impegnassero a tenere pulito ed ordinato il quartiere, se l’Aler e il Comune si impegnassero ad adempiere il progetto iniziale, il quartiere Villaggio Pilota ritornerebbe agli antichi splendori iniziali, in altre parole con case non fatiscenti e giardini lussureggianti.
Classe 3L - Lorenzo Chignoli, Andrea Vezzoli, Valentina Scuderi, Diego Contino,
Carolina Fattori, Gianluca Tresoldi, Christian Peretti

La motivazione del premio

Il testo presentato dai ragazzi della 3L delle scuole medie di viale Montegrappa ha il carattere dell’inchiesta giornalistica, svolta con un lavoro sul campo e arricchita da un buon utilizzo del materiale fotografico e delle fonti.
Si distingue per la ricchezza dei contenuti, che indicano un’opera di ricerca approfondita e per l’ottima descrizione del contesto. Vengono messe in luce con chiarezza espositiva le problematiche del quartiere Pilota, anche attraverso le interviste rilasciate da alcuni residenti.
Il lavoro è presentato in maniera graficamente accattivante, grazie all’abbinamento del testo e delle fotografie, che illustrano gli aspetti negativi del quartiere. Due, invece, i punti deboli dell’inchiesta. Il primo riguarda lo stile, che in alcuni passaggi non è propriamente giornalistico: le interviste, ad esempio, andrebbero meglio integrate nel resto dell’articolo. La titolazione, infine, avrebbe garantito maggior risalto all’intero lavoro se avesse rispettato la tradizionale configurazione con titolo, sommario e occhiello, tipica dei quotidiani.

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L’articolo primo classificato nella sezione Scuola Superiore

Tafferugli e sprangate tra residenti e clandestini in Calabria;
Napolitano invoca la calma

Spari a Rosarno
Giornata di sangue nel paese, la polizia manda rinforzi

Scontri e spari: a Rosarno l’anno nuovo è cominciato tra tafferugli e paura. Nei primi giorni di gennaio cortei degli extracomunitari e la reazione degli abitanti del posto esasperati dalla difficile situazione e dagli atti di vandalismo compiuti ad inizio mese dagli immigrati.
Due extracomunitari sono stati feriti alle gambe in una sparatoria avvenuta in un paese vicino a Rosarno, a pochi chilometri dall’ex fabbrica dove un gruppo di immigrati vive. I feriti sono stati trasportati all’ospedale ma le loro condizioni non sono gravi. Si teme tuttavia che l’episodio possa caricare ulteriore tensione negli animi degli immigrati.
Altri due extracomunitari sono stati feriti dai cittadini italiani che protestavano a Rosarno contro la comunità straniera sul territorio. Sono stati colpiti con spranghe e bastoni. Entrambi sono stati trasportati all’ospedale, secondo quanto si apprende uno di loro è grave. Sale quindi a quattro il bilancio dei feriti. Intanto secondo fonti investigative l’arma usata per ferire i due immigrati potrebbe essere un’arma ad aria compressa.
Sul territorio sono state inoltre allestite delle tende da campo attrezzate per il primo intervento nel caso si dovessero rendere necessari in caso di scontri futuri.
Oltre duemila sono le persone che si sono riversate nelle strade di Rosarno: dal tetto di casa un uomo ha sparato due colpi di fucile in aria per disperdere i gruppi di immigrati; ed è stato denunciato.
Sono due i gruppi che risiedono e lavorano nella zona come braccianti agricoli: uno ospitato nell’ex cartiera di Rosarno e l’altro nelle strutture dell’ex Opera Sila lungo la Ss 18.
Agli immigrati in protesta si sono uniti altri gruppi provenienti da altri centri. “La situazione è pesante. Ho parlato con i migranti e ho detto loro che faremo tutto il possibile per proteggerli. Ma ho anche specificato che non devono confondere l’attacco da parte di singoli con l’atteggiamento di tutta la cittadinanza”, ha detto Domenico Bagnato, commissario prefettizio a Rosarno. “Non li vogliamo più qui”, ripetono i cittadini di Rosarno, “non siamo razzisti ma non è possibile vivere in questa situazione”. Il capo della polizia, il prefetto Antonio Manganelli, ha disposto l’invio a Rosarno, in Calabria, di un contingente di forze di polizia. La decisione è stata presa, d’intesa con il ministro dell’Interno Maroni, per assicurare un miglior controllo della situazione e dell’ordine pubblico. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deplorato la violenza e invitato le parti a porre fine alle aggressività.
3C - Silvia Varesi

La motivazione del premio

L’articolo di Silvia Varesi sui fatti di violenza di Rosarno si fa apprezzare per almeno tre aspetti. Il primo è lo stile giornalistico, che viene rispettato in pieno: frasi concise, “attacco” del pezzo efficace, buon utilizzo della punteggiatura e titolazione ineccepibile, che ricalca in pieno quella dei quotidiani tradizionali, suddivisa in titolo, sommario e occhiello. Secondo aspetto degno di nota è il buon utilizzo delle fonti: l’autrice racconta i fatti di violenza, l’esasperazione della popolazione locale e riferisce le prese di posizione di autorità istituzionali locali e nazionali. L’articolo risulta ben fatto, contestualizzato e ricco di spunti di riflessione.
Infine il lavoro si fa apprezzare per la scorrevolezza e la facilità di lettura, che permettono di arrivare in fondo all’articolo senza dover tornare suoi propri passi per approfondire passaggi poco chiari.
L’assenza di documentazione fotografica, per contro, rappresenta un aspetto negativo perché impedisce al lettore di cogliere, anche visivamente, la violenza degli scontri e la precarietà delle condizioni di vita degli immigrati impegnati nei lavori agricoli.


IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano