Contro gli allarmismi più informazione

Un convegno per saperne di più sull’influenza A!


OSi è svolto lo scorso 19 novembre l’incontro a cura del dipartimento sanità del Popolo delle Libertà della Regione Lombardia per fare luce su quanto, con l’eccesso di notizie intorno alla nuova influenza A (H1N1), è stato più volte detto, rischiando spesso di confondere le idee e provocare allarmismi.
Qualcosa il più delle volte di ingiustificato, visti i dati che l’incontro organizzato in collaborazione con le associazioni Sviluppo Santangiolino e Donne in Libertà ha messo sul piatto, con un quadro della situazione territoriale e particolari tecnici esposti dai relatori intervenuti.
Il saluto di Erminio Avogadri e Daniela De Filippo, hanno preceduto il dettaglio che il direttore del reparto infettivi dell’ospedale Delmati di Sant’Angelo Marco Tinelli ha provveduto a fornire, di un’influenza in verità non lontana dalle altre, ma la cui campagna di vaccinazione è ancora distante dall’obiettivo di un comune piano nazionale attivato in campo virologico, infettivo e veterinario, che raggiunga almeno il 40% della popolazione.
Così nel Lodigiano, dove su cinquemila adulti, si erano vaccinati poco più di un quinto a metà novembre. Ma l’insicurezza percepita da un quadro mass mediatico talvolta allarmante ha indotto anche nella provincia di Lodi a un sovraffollamento dei Pronto Soccorso, toccando situazioni di tremila telefonate giornaliere. A detta del rappresentante dell’Ordine dei medici Pietro Belloni e della responsabile della direzione medica Mariangela Buttiglieri, la prima cura deve essere il buon senso, che induca chi è malato a stare a casa, senza quegli “eroismi” che spesso generano le complicanze di questa, come delle altre influenze.
Una tipologia già incontrata in passato, quella della cosidetta “suina”, e che ha portato alcuni anziani ad aver già sviluppato resistenze che i giovani non hanno: da lì quella maggiore incidenza della malattia sulla popolazione giovane, ma che, a detta del dottor Giampiero Castelli, pediatra di Sant’Angelo, ha già toccato il suo picco epidemico locale intorno alla fine di ottobre, costringendolo anche a trenta visite giornaliere; a fronte di un ambiente ancora ostile alla vaccinazione, indispensabile per proteggere il soggetto e chi gli sta intorno.
Le conclusioni del dottor Emilio Triaca, direttore dell’Asl di Lodi, rinnovano pertanto un appello alla vaccinazione, premesso un utile ripristino delle più tradizionali norme igieniche. La prima delle quali la conosciamo da quando siamo bambini: lavarsi bene le mani e non toccare gli occhi, il naso o la bocca con le mani “sporche”.
Matteo Fratti