Una sede di prestigio per il nostro comune

Ultimato da pochi giorni il restauro del vecchio ospedale Dalmati


Sant’Angelo si riappropria di uno dei suoi più importanti e prestigiosi edifici storici. È stato ultimato il restauro del vecchio ospedale Delmati di piazza don Nicola De Martino, edificio che rappresenta una delle testimonianze più significative dei primi anni dell’Ottocento, quando la Lombardia era ancora sotto il dominio austriaco.
Il vecchio ospedale, la cui costruzione è stata conclusa tra il 1829 e il 1830 per volontà e grazie ai lasciti di Siro Antonio Delmati (possidente cremonese domiciliato a Sant’Angelo), è destinato a ospitare il nuovo municipio.
L’intervento di recupero, deciso nel 2005 dalla giunta del sindaco Giuseppe Carlin, ha richiesto un lungo lavoro e un ingente impegno economico (almeno 3 milioni di euro): gli ultimi “ritocchi”, effettuati nei primi giorni di settembre, hanno permesso di attrezzare gli uffici, mentre negli anni precedenti si era intervenuto sulla struttura muraria e sugli impianti.

Sono state recuperate parti originali dell’ospedale: solo per fare alcuni esempi citiamo le scale con i corrimano e i battenti in pietra, le colonne in granito dislocate in svariati locali e le travi a vista al primo piano.
L’ingresso del nuovo municipio è in piazza De Martino e in pratica ricalca l’entrata del vecchio ospedale, con il portone in legno sormontato dalle decorazioni in muratura. All’interno sono due i piani destinati a municipio, per un totale di 1.650 metri quadrati. Oltrepassato il portone, lo sguardo è attirato dal cortiletto centrale, sul quale si affacciano le quattro ali del palazzo.
Al piano terra sono stati ricavati gli spazi per l’ufficio anagrafe-elettorale, il protocollo, i messi comunali e l’ufficio pubblica istruzione. C’è posto anche per il nuovo comando della polizia locale, disposto di fronte al giardino delle mura spagnole, e per gli uffici dei servizi sociali. Al piano terra è stata ricavata inoltre la sala dei matrimoni, nella quale sono state restaurate le colonne in granito. È presente infine l’ingresso di servizio, che si affaccia su via Dante.
Al primo piano il locale di maggiori dimensioni è il salone destinato a ospitare i consigli comunali, che si caratterizza per la presenza di colonne originali e di un soffitto in travi a vista. Al momento, tuttavia, i consigli continueranno a essere svolti negli spazi sopra la biblioteca. Al primo piano ci sono poi la sala giunta e quello che dovrebbe diventare l’ufficio del sindaco: quest’ultimo è un locale con vaste finestrature, che si apre su largo Cairoli. Sempre al primo piano, infine, sono state realizzate le stanze per l’ufficio tecnico, l’ufficio ecologia, lo Sportello unico e la segreteria.
La distribuzione iniziale degli spazi è destinata a subire qualche modifica in futuro, a seguito dell’assestamento dell’attività comunale nei nuovi locali.
E sarà proprio il tempo a rivelare se la scelta di spostare il municipio nel vecchio ospedale Delmati sarà stata lungimirante.
Di certo, il restauro merita di essere apprezzato perché ha permesso di salvare uno degli edifici storici più significativi di Sant’Angelo, che stava letteralmente cadendo a pezzi. E su questo punto ci permettiamo qualche sintetica considerazione. Ci riferiscono che una parte degli attuali amministratori comunali non ha mai nascosto la propria avversione per il recupero del Delmati: si è detto che non era una priorità, che era necessario destinare i soldi pubblici per altri scopi. “Il Ponte” invece ritiene che la scelta di ristrutturare il vecchio ospedale sia stata positiva, perché è compito di una amministrazione comunale salvaguardare il patrimonio pubblico, tanto più se questo è importante dal punto di vista architettonico e storico.
Il vecchio ospedale, ci fa piacere ricordarlo, è uno dei pochi palazzi ottocenteschi di Sant’Angelo sopravvissuti fino ad oggi nelle sue forme originarie e incarna la storia della nostra comunità, della nostra gente.
In un breve saggio del 1999, riguardante proprio il vecchio ospedale Delmati, il professor Angelo Montenegro scriveva: “La sua sobria e austera facciata è l’ultima te-stimonianza storica rimasta in una delle più belle e centrali piazzette del paese. Su di essa nel ‘700 e nell’’800 si erano affacciate le abitazioni dei più importanti notabili del paese”.
Oggi, quella antica piazzetta può tornare a vivere.
Lorenzo Rinaldi.


Un suggestivo scorcio della sala dei matrimoni