Una musica può fare…

Con “La Fabbrica della Musica” due sere in onore della Repubblica


La “Fabbrica della Musica” non va in crisi. Si è visto ancora quest’anno, quando al Cupolone il 2 giugno si è trasformato in un’insolita colonna sonora alla Festa della Repubblica, e la voglia di fare musica non si è arresa nemmeno stavolta. Anche se con l’evento dilazionato in due giorni, l’anteprima del giorno prima non ha visto la stessa partecipazione della sera ufficiale, dove coi gruppi sul palco sono salite le rappresentanze istituzionali a consegnare la copia della Costituzione ai neodiciottenni di Sant’Angelo.
La continuità all’occasione sancita l’anno precedente allora è stata data, con il bell’omaggio che il concerto ha saputo offrire anche in ricordo del giovane amico e musicista Davide Oldani.
Le band sul palco si sono alternate con l’efficacia di un assiduo live - act, una sera più dell’altra in cui un rock’n’roll grezzamente super amplificato ha parlato per loro, con tutta la voglia d’energia che nel più classico degli stereotipi trasmette una chitarra al collo, elettrica e incendiaria quanto la frase che i Tessilgar hanno urlato compiaciuti ai loro fans presenti: “Dovete scatenare l’inferno qua sotto!”. Neanche fossero gli MC5 alla Grande Ballroom di Detroit (meno male..), ma stavano anche loro a dorso nudo e a una certa età è pur sempre hard rock, sempre giovane quando fare musica vuol dire stare insieme, nella libertà dello spazio di due sere. Un impeto capace di rendere ancor più forte il “silenzio” alla tromba di Angelo, suonato nel momento in cui è stato issato il tricolore.
E allora ben venga la musica, visto che una cospicua scena sembra esserci, quand’anche a salire sul palco siano complessi nati in soli cinque giorni o “veterani”. E dai Veleno Armato ai Poisoned, passando per la fantasmagoria di nomi altrettanto originali come Heartless, Thunder-rock, Nuda, Last Minutes, Sadsevendays, Tessilgar o Arockalypse Knights, se c’è una competizione è qui sullo stesso terreno, senza morti né feriti, ma veicolando la consapevolezza civile intorno al tricolore attraverso una formula creativa. Un’iniziativa che non manca d’essere apprezzata, con buone potenzialità per creare in futuro situazioni costruttive che non siano soltanto legate a un pallone.
Matteo Fratti