25 aprile 1945-2009: 64° anniversario della Liberazione

Le storiche giornate nella testimonianza del parroco monsignor Molti


Italia, 25 aprile 1945: al Nord ha inizio l’insurrezione partigiana sostenuta dalla popolazione, mentre dal Sud arrivano gli alleati anglo-americani. Sono giornate frenetiche, scandite dalla ritirata dell’esercito tedesco, dagli annunci della pace imminente e dal ritorno dei primi internati dai campi di concentramento nazista.
Cosa succede a Sant’Angelo nell’aprile di 64 anni fa? Lo abbiamo ricostruito per i lettori de “Il Ponte” attraverso documenti d’eccezione: le pagine del “Memorabilium”, il testo che ogni parroco è tenuto a redigere e che contiene gli avvenimenti rilevanti che avvengono nella parrocchia. Le cronache molto circostanziate di monsignor Giuseppe Molti descrivono i momenti salienti delle giornate della liberazione, gli avvenimenti civili e religiosi, le paure della gente ma anche le tante speranze, affidate alla illustre concittadina, allora beata, Francesca Cabrini.
Iniziamo il racconto dalla giornata del 25 aprile 1945, quando viene impartito in tutta Italia l’ordine di insurrezione generale dal Clnai (Comitato liberazione nazionale alta Italia), che assume a Roma i pieni poteri civili e militari. A Milano inizia il grande sciopero generale nelle fabbriche, che interesserà decine di migliaia di lavoratori.
E a Sant’Angelo? Arrivano i partigiani e fuggono i fascisti. Ecco il resoconto di monsignor Molti: “Nel pomeriggio del 25 aprile - scrive il sacerdote in tempo reale - arrivano in paese le prime scolte dei partigiani. In tutta l’Italia settentrionale è scoppiata la rivolta contro la Repubblica Sociale (la debole repubblica di Salò costituita da Mussolini - ndr): da Sant’Angelo dopo la Brigata Nera, fugge anche la Guardia Repubblichina”. Queste ultime due, sono, evidentemente, formazioni armate fasciste. Monsignor Molti continua: “Nella casa del prevosto avviene il primo abboccamento fra il maggiore Zocchi, comandante il presidio della San Marco ed i rappresentanti dei patrioti: Passatore, Cremonesi e don Nicola (don Nicola De Martino - ndr). In buone maniere, grazie all’opera mediatrice del prevosto, al maggiore della San Marco si intima la resa e questi con tutti i suoi soldati si mette a disposizione per la tutela dell’ordine pubblico. Il 26 aprile - annota monsignor Molti - la caserma della Gnr, il municipio, l’ex casa del fascio, la caserma della San Marco, sono occupate dai patrioti comandati dai tenenti Tonolli e Speziani, nonché dall’avvocato Tomasoli di Milano. […] Il comando tedesco in un primo tempo fa sapere che non ha intenzione alcuna di arrendersi. Nel pomeriggio gli eventi precipitano. Alla sera alle 11 il comando tedesco, tramite il prevosto, fa sapere ai partigiani che il mattino seguente sarebbe partito in buon ordine”. Cosa che effettivamente avviene, anche se non mancano i momenti di tensione, come annota monsignor Molti. “Al mattino di venerdì 27 aprile - scrive il parroco - i capi dei partigiani vanno a parlamentare con il comando tedesco, il quale esige che una macchina dei partigiani preceda la colonna tedesca proveniente da Villanterio dove aveva saccheggiato case ed ucciso quattro persone. La macchina, difatti, sulla quale era salito anche don Nicola, accompagna precedendo la colonna fino a Maiano. Improvvisamente, pare a motivo di qualche imprudente che abbia sparato qualche colpo di fucile, i tedeschi attaccano un bombardamento in grande stile sul paese dalla circonvallazione. Il fuoco è durato quasi un’ora. […] Si lamenteranno due morti, certi Cazzulani alla Basellina e Gallotta alla Vignola. Alle 12,30 i tedeschi se ne vanno”.
Partiti i soldati del comando tedesco, Sant’Angelo vive ancora giornate di paura. Monsignor Molti annota che sabato 28 aprile a Sant’Angelo si vive “una nuova giornata di ansia” perché due colonne tedesche, una proveniente da Casale e l’altra da Melegnano, puntano su Sant’Angelo. “La popolazione è chiusa nelle case - scrive il parroco -, tutti gli uomini si armano”. Fortunatamente, però, non succede nulla. “La sera porta una certa calma - dice monsignor Molti - perché sembra che la colonna siasi fermata”.
Diversa è invece la giornata di domenica 29 aprile: Sant’Angelo è ancora alle prese con le colonne di militari te-deschi, che questa volta saccheggiano qualche negozio e una cascina. “Mentre il popolo è in chiesa per la messa prima - annota il parroco - viene un ordine improvviso di ritirarsi nelle case perché una colonna tedesca punta da Bargano ed un’altra da Vigarolo su Sant’Angelo. Verso le 9 una macchina tedesca arriva a Sant’Angelo da Bargano e domanda di parlamentare con due ufficiali partigiani. Speziani e Tomasoli partono immediatamente. Al loro ritorno si apprende che i tedeschi non intendono arrendersi ma non faranno resistenza se non saranno molestati. Alla sera verso le ore 18 […] la colonna tedesca passa da Borgo San Rocco e va verso Melegnano. Ha saccheggiato la cascina Mottina e qualche negozio asportando cavalli, biciclette e masserizie. L’ordine era di non sparare e la parola venne mantenuta, così ogni pericolo scomparve. La mattina del 30 poi le colonne si arrendevano: numerosi i prigionieri portati in castello e bottino di guerra molto significante. Verso le dieci di lunedì arrivano gli americani accolti con giubilo da tutto il paese”.
Con scrupolo il parroco prende nota di momenti particolari, come l’annuncio della fine della guerra. Il primo annuncio è del 4 maggio, quando il vescovo di Lodi ordina di “suonare tutte le campane a festa perché la guerra in Italia era finita!”. L’8 maggio, poi, la Germania distrutta dai bombardamenti accetta la resa. A Sant’Angelo “le campane alle ore 16,30 annunciano la fine della guerra in tutta l’Europa. Alla sera concerto bandistico ed illuminazione di tutta la borgata”.
Concludiamo la nostra ricostruzione facendo un salto al 15 maggio 1945. “Parte verso il Brennero una auto-colonna capitanata dal reverendo don Nicola. Sono con lui il signor Cremonesi per il partito Dc, il signor Eusobio per il Partito Socialista, il signor Speziani per il Comitato d’Azione, i medici dottor Soini e Benincori. Il popolo con uno slancio ammirabile ha portato ogni sorta di generi alimentari. L’autotreno ritorna il giorno 22 carico di ex internati, ma di Sant’Angelo purtroppo uno solo”.
Lorenzo Rinaldi
(ha collaborato Antonio Saletta)

Cartolina celebrativa per la Mostra nazionale del CIFR (Centro Italiano Filatelia Resistenza), effettuata a Sant’Angelo nel settembre 2003, in collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico Banino di S. Colombano al Lambro


Monsignor Giuseppe Molti

Professor Antonio Soini