Castello, qualcosa si muove: “Presto una nuova gestione”

La promessa dell’assessore provinciale Mauro Soldati


“Entro 6 mesi il castello Bolognini avrà un nuovo ente di gestione che lavorerà alla sua riapertura”. È la previsione fatta dall’assessore provinciale alla cultura Mauro Soldati, impegnato in prima persona a risolvere i problemi del maniero di Sant’Angelo. La creazione del nuovo ente di gestione è soltanto uno dei molteplici aspetti toccati dall’assessore Soldati nell’ampia intervista che ha gentilmente concesso a “Il Ponte” pochissimi giorni fa, dopo la maratona di incontri al vertice sul futuro del castello che si è tenuta nel mese di settembre. Dopo Rocco Giannoni e Gaetano Boggini il nostro foglio d’informazione ospita dunque un’altra voce autorevole, in grado di fare chiarezza sul futuro del castello.

Assessore Soldati, partiamo dal nuovo ente di gestione del castello che state costituendo proprio in questi giorni. Come sarà fatto? Da chi sarà composto?
“Come sarà fatto dipenderà dallo studio di fattibilità gestionale che la Regione Lombardia si è impegnata a fare, vedremo se sarà una fondazione o un’associazione, l’importante è individuare una forma snella, che garantisca operatività e la fruibilità del maniero, che rappresenta davvero un patrimonio enorme per tutti noi. Per la costituzione del nuovo ente, oltre alla Provincia di Lodi, abbiamo anche la disponibilità del Comune di Sant’Angelo, della Camera di Commercio di Lodi e ovviamente della Fondazione Morando Bolognini. Siamo in attesa di avere una risposta dalla Camera di Commercio di Milano, dal Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), dall’Associazione Amici del castello di Sant’Angelo e dal Museo dell’Agricoltura. Anche quest’ultime due realtà credo debbano far parte di questo investimento progettuale ed economico”.

Che tempi vi siete dati per la sua costituzione?
“Una volta ottenuta la risposta da parte di tutti i soggetti interessati al rilancio del castello, invieremo una nuova e congiunta comunicazione alla Regione, affinché proceda con la studio di fattibilità. I tempi dipenderanno quindi dal lavoro che verrà richiesto dallo studio, comunque credo non più di sei mesi”.

Di cosa si occuperà precisamente?
“Si occuperà della valorizzazione, recupero e rilancio del castello. Sia attraverso investimenti pubblici mirati, sia attraverso forme di investimento privato. Credo che quest’ultimo punto sia irrinunciabile. Immagino un castello aperto, anche con attività commerciali che possano dar reddito e autofinanziare gli interventi necessari ad un’ottima conservazione”.

Il castello sarà ceduto al nuovo ente in comodato gratuito?
“Questa è un’ipotesi ventilata dalla Fondazione Morando Bolognini: comodato d’uso gratuito per 99 anni. Può essere anche una buona soluzione. Quel che è certo è che gli investimenti pubblici dovranno avere ricadute significative per la collettività, per cui anche la forma d’uso per il nuovo ente scaturirà sulla base dello studio di fattibilità, ovvero su cosa è e sarà più conveniente e duraturo per il territorio”.

Che dotazione economica avrà l’ente? La Provincia di Lodi è disposta ad intervenire di tasca propria?
“Dipenderà dalla volontà di conferimento dei soggetti disposti a costituire il nuovo ente gestionale. La Provincia ha preso carta e penna, scrivendo ai soggetti interessati per dichiarare la sua disponibilità e per sbloccare la situazione, e nel fare questo è evidente che ha scelto di investire nel castello”.

Quale ruolo può giocare il comune di Sant’Angelo? Finora ha dimostrato grande prudenza e qualche titubanza.
“Il Comune di Sant’Angelo può e deve giocare un ruolo centrale. Per il Lodigiano il castello è estremamente importante, ma sarebbe stato improbabile intervenire se non ci fosse stato l’interesse del Comune, che invece oggi c’è, per cui a noi interessa il risultato. Abbiamo tanto lavoro davanti che soffermarsi sul passato non ha senso”.

Al momento che lavori servono per la riapertura?
“Nel complesso sono previsti la pulizia e la disinfestazione del sottotetto con installazione di reti per la protezione dai volatili, il rifacimento della copertura con la sostituzione delle travi ammalorate, comprese le torri, la realizzazione di una rete antincendio con annesso sistema di rilevazione fumi, il completamento dei sezionamenti tagliafuoco (ad esempio per le porte), l’adeguamento dell’impianto elettrico, l’adeguamento della scala C nord-est, dal piano interrato al sottotetto, la realizzazione di una nuova scala a sud-ovest dal piano terra al sottotetto e l’installazione dell’ascensore. Il tutto, escluso eventuali consolidamenti strutturali, per un importo stimato di 2.300.000 euro. È evidente che non tutto potrà essere fatto subito, considerando comunque che i lavori per la riapertura in totale sicurezza e senza nulla osta provvisori possono essere riassunti in un investimento pari a 700/800 mila euro”.

Con il ritardo accumulato dopo la chiusura del giugno 2007, c’è il rischio di perdere i finanziamenti già stanziati dalla Fondazione Cariplo per gli interventi e le migliorie sul castello?
“La Fondazione Cariplo ha mostrato grande sensibilità. Alcuni interventi previsti con quel finanziamento presuppongono la riapertura del castello, per cui manterrà il finanziamento, nonostante il rallentamento dovuto all’improvvisa chiusura del castello. Sono quindi abbastanza tranquillo al riguardo, anche perché la Provincia si era attivata prontamente per raggiungere quel finanziamento, e non ho notizie di particolari criticità”.

Rispetto a un anno fa cosa è cambiato? Oggi la riapertura è più vicina?
“È cambiato che abbiamo sciolto le riserve e manifestato una chiara intenzione, abbiamo davanti l’Esposizione universale 2015 di Milano e molte opportunità per il Lodigiano, per cui non ci resta che lavorare per raggiungere la riapertura, che è indubbiamente più vicina anche solamente rispetto a poche settimane fa”.
Lorenzo Rinaldi