L’arte sacra di Angelo Savarè, quando la pittura fa riflettere

Inaugurati nella chiesa romanica di Santa Maria in Prato gli imponenti affreschi del pittore santangiolino


Santa Maria in Prato è il bel nome di una frazione di San Zenone al Lambro orgogliosa della sua piccola chiesa parrocchiale. Proprio in questa chiesa, la sera del 16 maggio scorso, si è svolta la presentazione ufficiale degli affreschi realizzati, nell’arco di dieci anni, dal nostro concittadino Angelo Savarè.
Si tratta di opere dal grande impatto emotivo che occupano tutto l’interno dell’edificio: quattro grandi scene a partire dalla maestosa Risurrezione che ci colpisce appena entrati in chiesa. Dal grande affresco lo sguardo viene poi guidato al soffitto dove, nella rappresentazione del cielo d’agosto, domina la costellazione della Vergine in onore della Madonna della Neve, alla quale la chiesa è dedicata. Immagini più familiari sono invece dipinte sulle pareti laterali: è come se i muri non ci fossero, sostituiti da 12 colonne, splendidamente dipinte con la tecnica del trompe l’oeil, che suggeriscono uno sguardo sulla campagna circostante, dove un Lambro, perfino bello, scorre placido. Se avanziamo ancora un po’, ormai suggestionati, saremo pronti a girarci e ad apprezzare infine il superbo Giudizio Universale, che domina la parete di ingresso.
Per guidare il folto pubblico alla lettura artistica e soprattutto didattica dell’opera, da lui stesso ispirata, il parroco don Antonio Spini ha voluto organizzare una piacevole serata condotta da un im-peccabile Antonio Saletta e allietata dal gruppo vocale santangiolino “Cabrini land voices” diretto dal maestro Carlo Rognoni.


Il numeroso pubblico intervenuto alla serata, con alle spalle il grandioso “Giudizio Universale”
affrescato sulla controfacciata della chiesa parrocchiale di Santa Maria in Prato

I cantori hanno elegantemente intervallato, con brani di musica sacra, gli interventi dello stesso don Antonio Spini e della giornalista e critico d’arte Marina Arensi. Il primo ha illustrato i simboli religiosi richiamati nel lavoro dell’artista barasino, facendo particolare riferimento al libro dell’Apocalisse di San Giovanni. Le dodici colonne come pure le immagini agresti, ha spiegato, evocano la visione giovannea della Gerusalemme celeste.
La giornalista si è invece soffermata sugli aspetti tecnici e sulla lettura critica del lavoro di Angelo Savarè, apprezzandone la coesione armonica, tanto più considerando che si tratta di cicli pittorici autonomi. Un insieme affascinante, specie nelle ore del tramonto quando il sole, ha raccontato, entrando dal rosone centrale, si fa parte integrante dell’opera, in questa chiesa rivolta verso occidente.
Parole, canti, immagini e suggestioni rivolte ad un pubblico sempre attento che al termine della serata ha tributato, ad un emozionato Angelo Savarè, un lunghissimo applauso.
Giancarlo Belloni.