Gaetano Semenza: patriota, imprenditore e parlamentare

Un santangiolino protagonista della storia italiana dell’Ottocento

Sostenitore della causa risorgimentale, fondatore del giornale finanziario“Il Sole” e costruttore delle Ferrovie Sarde


Nella storia santangiolina dell’Ottocento sono molti i personaggi che, spinti dagli ideali risorgimentali, si sono distinti per le loro azioni.
Sappiamo di Carlo Devecchi e di Giovanni Antonio Semenza componenti la spedizione dei Mille di Garibaldi, di Carlo Tonolli caduto sul Volturno, di Raimondo Pandini condannato per cospirazione e di altri ancora, ma si conosce pochissimo dell’ingegner Gaetano Semenza patriota, imprenditore e parlamentare; uomo dal carattere aperto e generoso.
Inedite notizie su questo personaggio, sono dovute a Liliana Mancini, una giovane studentessa della provincia di Bergamo, che si è occupata di questo santangiolino per la tesi di laurea in archivistica, compiendo, per questo motivo, una proficua ricerca nel nostro Archivio parrocchiale.

Le origini santangioline

Gaetano Semenza nasce a Sant’Angelo Lodigiano il 26 settembre 1825. Il padre Antonio è negoziante, mentre la madre, Eva Deò, è cucitrice. Abitano in piazza della Fiera (l’attuale viale Partigiani).


L’atto di battesimo posto nell’Archivio parrocchiale di Sant’Angelo Lodigiano

Lo “Stato d’Anime” del 1832, certifica che il nucleo familiare è composto dai genitori e da otto figli: Lucia, Marianna, Dionigi, Luigi, Rosa, Gaetano, Maria Domenica e Domenico.
Del fratello Luigi che nasce nel 1822, si hanno notizie legate ai moti insurrezionali di metà Ottocento nella Lombardia occupata dagli Austriaci. Membro del sub-comitato segreto della provincia bresciana, partecipa all’insurrezione, fallita, del 6 febbraio 1853. Arrestato con l’accusa di aver venduto una partita di armi ad un rivoluzionario lombardo, è condannato a cinque anni di carcere insieme al Filzi e al Pastro, con la sentenza del 28 febbraio 1853 che manda al patibolo Carlo Montanari, Tito Speri e Bartolomeo Grazioli.
Antonio, il padre, muore il 18 luglio 1836 e la madre di Gaetano con i figli lascia Sant’Angelo Lodigiano nel 1839, per trasferirsi a Verolanuova (Brescia) dove fondano un’industria serica.
Un primo segnale del sostegno di Gaetano Semenza ai moti di rivolta avviene nel febbraio del 1848 quando è a Napoli, con i duecento volontari che partecipano alla spedizione della principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso.

Il soggiorno londinese

Il 1851 è l’anno in cui Se-menza emigra a Londra, dove si ferma fino al 1866. Nella capitale inglese istituisce una succursale dell’azienda di famiglia che gli frutta abbondanti guadagni.
Tra le attività che coinvolgono il Semenza nel suo soggiorno londinese spicca quella patriottica. Amico di Mazzini e Garibaldi, si dedica ad iniziative benefiche per portare aiuto alla causa risorgimentale italiana. Si interessa di fornire la stoffa rossa per le uniformi dei volontari garibaldini, invia denaro per l’armamento delle truppe e si fa promotore dell’iniziativa di regalare al generale Garibaldi la casetta prefabbricata tuttora esistente a Caprera.
Nelle lettere che Mazzini invia al Semenza (conservate nell’Archivio del Museo del Risorgimento di Milano), sono frequenti le richieste affinché raccomandi emigrati italiani a datori di lavoro inglesi. In una biografia di Gaetano Semenza è scritto: “Non c’era scuola, beneficenza o filantropia a vantaggio degli italiani e dell’Italia, nella quali egli non fosse presente, o iniziative e sottoscrizioni che non promuovesse”.

La fondazione del giornale “Il Sole”

Fiore all’occhiello di Gaetano Semenza è, nel 1865, la fondazione de “Il Sole”, giornale finanziario, politico ed economico, progetto che vede coinvolto l’editore milanese Vallardi.
Il primo numero del giornale esce il 1° agosto 1865 col motto “Per tutti splende”. Su modello dell’inglese Times, le notizie riguardano il commento sulle borse, dispacci sul mercato delle sete, del cotone e commenti politici.
Gaetano Semenza non è solo il finanziatore de “Il Sole”, che già nel giugno 1866 vende 2.000 copie al giorno; ma vi apporta i frutti della sua esperienza del mondo economico e politico britannico, cui va ricondotto il suo liberalismo e la sua campagna per l’abolizione delle dogane e la libertà delle banche. Il giornale che ha una spiccata impronta laica, simpatizza per lo schieramento parlamentare della sinistra e si batte per la libertà economica e la lotta ai monopoli.
Nel marzo 1873, la quota di Gaetano Semenza è ceduta alla nuova società “Pietro Bragiola Bellini & Soci”.
Dal 1965 il “Il Sole” si unisce al giornale “24 Ore” (il cui primo numero è pubblicato il 12 settembre 1946), e dalla fusione delle due testate nasce “Il Sole 24 Ore”.

La creazione di linee ferroviarie in Sardegna

L’intraprendenza di Gaetano Semenza si manifesta nel 1862, quando riesce a coinvolgere esponenti della City londinese nell’impresa di costruire linee ferroviarie in Sardegna, con la costituzione della società “Compagnia Regia delle Strade Ferrate in Sardegna” formata a Londra il 2 giugno 1863. L’interesse dei finanzieri inglesi è rivolto alla possibilità di ottenere dei terreni su cui coltivare quel cotone che la guerra di secessione americana aveva sottratto all’Europa, oltre a poter collocare i prodotti ferroviari (binari, locomotive, vagoni) di cui l’Inghilterra è la maggiore produttrice.
Il progetto per ottenere la costruzione di una linea ferroviaria da Cagliari ai due porti del nord dell’Isola, Terranova Pausania e Porto Torres, si rivela subito difficile a causa di problemi finanziari e politici. Sono le inadempienze e l’ambiguità del Governo italiano a provocare malumori tra i finanzieri inglesi, che, nel 1872, abbandonano l’impresa, costringendo il Semenza a coinvolgere la Banca Italo-Germanica che impiega i soldi della Compagnia in affari poco sicuri. Semenza vede andare in fumo i propri soldi e perde il contratto di costruttore.
Gaetano Semenza, che in Sardegna ha perso enormi capitali, è costretto a liquidare il suo patrimonio. Nel suo libro “Memorie sulle Ferrovie sarde”, scrive di aver perso una fortuna compromettendo anche la salute. Nel frattempo la Compagnia ritorna in mano alla City londinese che conclude, nel 1880, nella sua estensione completa, la linea ferroviaria.

La ferrovia di Fiumicino

Convinto che le ferrovie debbano diventare le arterie necessarie allo sviluppo del commercio mondiale, Semenza progetta la costruzione di una strada ferrata che congiunga Roma al mare.
Il progetto trova il consenso e il sostegno dell’amico Giuseppe Garibaldi, che vede concretarsi l’idea di realizzare un porto a Fiumicino, convinto che la capitale avrebbe tratto importanti vantaggi economici e commerciali se fosse dotata di uno sbocco sul mare.
La linea di 13 km è inaugurata il 14 marzo 1878 e nella stessa data si costituisce la “Società Anonima di Fiumicino per la Ferrovia, Terreni e Bagni di Mare”, con Semenza consigliere. La Società, infatti, vuole occuparsi anche della realizzazione di stabilimenti balneari e alberghi.
Un riconoscimento ufficiale per l’impegno di Gaetano Semenza nella realizzazione di ferrovie, viene, nel 1872, su proposta del Ministero dei lavori pubblici, con la nomina di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.

Deputato al Parlamento

Ad appena quattro anni dall’unità d’Italia, nelle elezioni per la IX Legislatura (1865-1867), il Semenza è eletto deputato al Parlamento nel Collegio di Verolanuova, ed è nuovamente rieletto nella X Legislatura (1867-1870) e XI Legislatura (1870-1874).
Per assolvere i suoi doveri parlamentari lascia Londra e torna in Italia stabilendosi prima a Firenze allora capitale d’Italia, poi dal 1870 a Roma divenuta capitale. In un programma elettorale del 7 ottobre 1865, riassume in tre punti il suo pensiero politico: dichiarare guerra all’Austria e ottenere così la libertà amministrativa, conseguire una libertà economica e abolire i privilegi.


La lettera agli elettori di Gaetano Semenza del novembre 1870,
che mette a confronto le sue proposte con quelle del Ministero Lanza Sella

È spesso membro di Giunte e Commissioni Parlamentari, votando sempre con grande indipendenza e autonomia di giudizio, ora a favore ora contro il governo.
Presenta numerosi disegni di legge, tra i quali la proposta di abolizione dei dazi e delle dogane, la cancellazione dei monopoli sul sale e tabacchi e l’abolizione della tassa sul macinato. Si interessa anche dell’organizzazione delle banche in Italia, prendendo come modello gli Stati Uniti d’America, i più produttivi al mondo grazie alla libera circolazione dei capitali e alla pluralità delle banche, slegate, a differenza di quanto avviene in Italia, dallo stretto controllo del governo.
Dopo l’esperienza parlamentare, abita per qualche tempo a Roma per poi trasferirsi a Milano, dove, in una lettera scritta al generale Garibaldi, dice di trovarsi meglio.
Gaetano Semenza muore a Milano il 22 agosto 1882 ed è sepolto nel cimitero monumentale. Nella cappella di famiglia a Verolanuova una lapide lo ricorda come esempio di amore per la patria.
Antonio Saletta

 


 


L’ingegner Gaetano Semenza