Sinterama: chiusura ormai certa

Confermate le voci di inizio anno, ora si pensa ai lavoratori

Intanto il Comune si impegna, con un documento, a evitare speculazioni edilizie sull’area della fabbrica


Ormai non sembrano esserci più speranze, la Sinterama, storica azienda tessile di Sant’Angelo, interromperà la produzione tra giugno e luglio. Per una cinquantina di lavoratori, tra cui molte donne, si presenta dunque il problema del posto di lavoro: una tegola che proprio non ci voleva per l’economia santangiolina, ancora legata al fenomeno del pendolarismo causato dalla quasi totale assenza di aziende di medio-grandi dimensioni nel territorio comunale.
Il destino della fabbrica tessile di via Garibaldi, che ha preso il posto dello storico “fabricòn”, era segnato ormai da alcuni mesi, da quando cioè la direzione aveva an-nunciato l’intenzione di lasciare Sant’Angelo e concentrare la produzione nel suo quartier generale in Piemonte. Dal momento dell’annuncio della chiusura (cioè all’inizio dell’anno) ai giorni nostri l’azienda purtroppo non ha cambiato idea e, anzi, ha iniziato a smantellare alcuni macchinari introducendo la cassa integrazione per una decina di dipendenti. Gli altri invece hanno proseguito a lavorare, ma con una triste prospettiva.

Nel frattempo le istituzioni del territorio (Comune e Provincia), si sono incontrate più volte con i Sindacati e con i vertici dell’azienda al fine di avviare un percorso di ricollocazione per il maggior numero possibile di lavoratori. La migliore delle ipotesi sarebbe quella di trovare un nuovo posto di lavoro per tutti i dipendenti che resteranno a spasso, eccezion fatta ovviamente per coloro che potrebbero andare in pensione o che si sono già “sistemati” altrove. L’obiettivo minimo secondo i sindacati è però quello di trovare un nuovo posto di lavoro ad almeno 18 lavoratori, soglia necessaria per poter ottenere dal Ministero del lavoro la cassa integrazione anche per il 2009. In questo modo i dipendenti potrebbero beneficiare di due anni di cassa, se si considera che il primo anno è iniziato lo scorso febbraio. Qualche passo avanti però in queste settimane è stato compiuto, visto che ad alcuni lavoratori è stata prospettata la possibilità di essere assunti da un’azienda tessile del Pavese.
La dolorosa vicenda della Sinterama, infine, è approdata anche in Consiglio comunale, grazie ad un documento presentato da Ugo Speziani dell’Unione. L’obiettivo era evitare che sull’area in futuro libera dalle attività produttive possa essere avviata una speculazione edilizia a beneficio di pochi. L’ordine del giorno di Speziani è stato modificato su proposta del capogruppo di maggioranza Raffaele Maiorani e, quindi, è stato approvato all’unanimità, con il voto di tutte le forze politiche rappresentante in Consiglio.
Nella sostanza, il documento anti-speculazione edilizia “chiede al sindaco di Sant’Angelo e al suo esecutivo di verificare la compatibilità dell’area Sinterama con le zone limitrofe nonché gli aspetti ambientali (rumore, emissioni e scarichi) e vigilare affinché sull’area ora occupata dallo stabilimento Sinterama non vengano autorizzate speculazioni edilizie”.
Lorenzo Rinaldi.

Il “fabricòn”, una storia lunga cento anni

La costruzione della fabbrica risale al 1906 per opera degli industriali milanesi Trombini e Castellini che nel 1916 cambiano la ragione sociale da Trombini e Castellini in Castellini e C.
Qualche anno più tardi la Castellini cede lo stabilimento alla Società Anonima Linificio e Canapificio Nazionale, impresa di più grandi dimensioni con una partecipazione, sembra, di capitali tedeschi, che gestisce la produzione fino al 1928-29, quando la fabbrica è ceduta al Cotonificio di Lombardia che ne riconverte la produzione da canapificio a cotonificio.
Dal 1929 il Cotonificio di Lombardia continua ininterrottamente ad esercitare l’attività produttiva fino al 1985, nel momento in cui lo stabilimento viene rilevato dalla famiglia biellese Piana con la ragione sociale di Lombardia Filati S.p.A., diventata poi Sinterama Tespiana Associate.

Notizie tratte dal volume di Angelo Montenegro
“Sant’Angelo Lodigiano tra storia e memoria. I luoghi, i fatti, gli uomini”.