“Familiarmente” lascia o raddoppia?

I doposcuola delle Acli: un percorso costante e impegnativo nel campo della formazione dei minori


Ottobre 2007: con l’avvio di un nuovo anno scolastico, si chiude il progetto “Familiarmente “ e si apre “La Rete”. Di che si tratta? Dei “doposcuola” delle Acli che hanno doppiato i dieci anni di attività. Dalle famose e storiche A.P.I. (Attività pomeridiane integrative), iniziate con entusiasmo nella primavera del 1997 alle Medie, per opera di un gruppetto di insegnanti e studenti volontari, l’esperienza si è andata di anno in anno ampliata, arricchita, innovata, tenendo fede all’ispirazione iniziale di essere un aiuto gratuito ai bambini e ai preadolescenti che hanno difficoltà scolastiche e di conseguenza anche un sostegno per le famiglie.
“Familiarmente” ha coinvolto nello scorso anno scolastico ben 133 alunni, di cui 110 frequentanti le scuole dell’obbligo di Sant’Angelo e 23 le elementari di Marudo, in modo informale le rispettive famiglie, in modo intenzionale e sperimentale una ventina di nuclei familiari in difficoltà seguiti da una pedagogista.
Numeri importanti, quindi, e attività diversificate come: i percorsi di prima e seconda alfabetizzazione, individuali o in piccolissimi gruppi omogenei presso i due plessi delle scuole elementari Morzenti e Collodi; le attività pomeridiane ludico-educative (con merenda), laboratori creativo-espressivi e studio assistito in orario post-scuola presso l’oratorio S. Luigi e il plesso Collodi; le attività di studio assistito e di alfabetizzazione (più pausa mensa) presso le due sedi della scuola Media S. F. Cabrini; un corso di minibasket a Marudo, presso la palestra comunale, per alunni della locale scuola elementare; gli incontri domiciliari e colloqui periodici con famiglie di ragazzi frequentanti la prima media inseriti nel progetto.


I minori, a rischio di dispersione scolastica, residenti in cinque Comuni (la stragrande maggioranza a Sant’Angelo, poi a Marudo, Villanova del Sillaro, Valera Fratta e Miradolo Terme) sono stati segnalati dai consigli di classe e in alcuni casi sono stati accolti su richiesta delle famiglie o su indicazioni di altre istituzioni (sacerdote dell’oratorio, associazioni di volontariato…). Rilevante è stata la presenza di minori di origine straniera (di ben 17 differenti nazionalità). Tutti sono stati seguiti in piccoli gruppi, in alcuni casi anche individualmente, da personale retribuito o volontario qualificato.
Senza dimenticare le difficoltà di gestione di un progetto così complesso, siamo stati tuttavia confortati dalla positività dei risultati. Ben più di un semplice “doposcuola”, “Familiarmente” è stato un laboratorio educativo, strettamente integrato con le istituzioni scolastiche. Accanto ad un soddisfacente recupero didattico in più casi riscontrato e documentato, la presenza di attività creative e di laboratorio ha consentito ai bambini svantaggiati una vera “liberazione” di potenzialità al di fuori dell’ambito strettamente scolastico, con la possibilità di valorizzare e condividere il proprio vissuto e di sperimentare tecniche e strumenti nuovi.
“Familiarmente” ha preso il nome da una sua tranche sperimentale realizzata dalla pedagogista dott.ssa Rosita Sali, che presso il nostro progetto ha sviluppato il tirocinio di Master universitario di secondo livello sulla “Gestione educativa del ‘disagio nascosto’ fra scuola e territorio”. Il suo intervento specialistico ha consentito interessanti riflessioni e sviluppi. Ha evidenziato le difficoltà di questi nuclei familiari problematici, che spesso si sentono distanti e inadeguati rispetto alle istituzioni e alle agenzie educative, ma non indifferenti all’educazione dei figli; ha dimostrato anzi il desiderio delle medesime famiglie, di essere informate e “accompagnate” se questo avviene con modalità nuove che facilitino la comunicazione. Ritenendo da svilupparsi i risultati di questa esperienza e da privilegiarsi un’intervento sulla famiglia, l’équipe di “Familiarrmente” ha collaborato alla stesura di un progetto ad hoc “FA.RE, famiglie in rete”, di cui le Acli sono partner. Presentato dalla Cooperativa sociale l’Alveare al Bando 2007 della legge 23/99 e ammesso al cofinanziamento regionale, il progetto è già in fase di avvio.
A margine, segnaliamo che nei progetti delle ACLI sono attivate collaborazioni con prestigiose Università e che in essi si sono sviluppati già tre tirocini universitari e post-universitari, in convenzione con la Cattolica del Sacro Cuore e la Bicocca di Milano. Queste preziose collaborazioni danno un valore aggiunto di grande qualità ai servizi che svolgiamo e offrono l’opportunità ai giovani che stanno completando la loro formazione o specializzazione universitaria di sperimentarsi direttamente sul territorio in cui vivono, in una specie di circolo “virtuoso”.
Come si è detto all’inizio, dalle storiche A.P.I nei dieci anni si è descritto un percorso costante e impegnativo nel campo della formazione dei minori (specialmente i meno fortunati delle nostre comunità), reso possibile grazie alla tenacia e alla generosa disponibilità di un gruppo di volontari e al riconoscimento e al sostegno economico della Regione e dell’ASL di Lodi.
Al termine dello scorso an-no scolastico, all’équipe di “Familiarmente” si è posto un dilemma non da poco: lascia o raddoppia? Ci veniva, infatti, richiesta una espansione della nostra collaudata esperienza sul territorio distrettuale. Con qualche timore, ma anche con convinzione, abbiamo rilanciato; abbiamo programmato “La Rete”, esportando le attività educative in cinque Comuni del Distretto: Castiraga Vidardo, Marudo, Valera Fratta e San Colombano, oltre a Sant’Angelo naturalmente e coinvolgendo potenzialmente circa il 70% dell’intera popolazione scolastica distrettuale.
Per il 2007/2008 prevediamo di accogliere nei nostri do-poscuola e laboratori oltre 220 minori a rischio di dispersione! Presentato al Bando 2007 della legge 23/99, tale progetto è arrivato primo in graduatoria, ottenendo il co-finanziamento regionale.
Potrebbe essere l’ultimo anno. Il co-finanziamento regionale, che ha consentito finora alle Acli di fornire un servizio sempre più ampio, apprezzato e totalmente gratuito, potrebbe non essere più accessibile, perché la legge 23 privilegia progetti innovativi, mentre i nostri “doposcuola” sono ormai consolidati e diventati parte integrante delle nostre scuole. Sapranno i Comuni (a cominciare dal nostro) dar continuità a questo servizio attraverso gli strumenti che hanno a disposizione, ad esempio i piani di zona, “riconoscendolo” nei fatti come un insostituibile contributo alle politiche sociali a favore dei minori e delle famiglie e ai programmi inerenti il diritto allo studio?
I doposcuola a Sant’Angelo sono nati con le Acli, nel 1997. Ricordo - uno dei primi anni di attività - Attilio, un mio alunno di III media inserito nelle “A.P.I.”: un ragazzone difficile da coinvolgere, all’apparenza assente e apatico, seguito dal giovane volontario Marco Lodigiani, allora studente universitario.
Ebbene, Attilio, un pomeriggio, giocherellando con l’acronimo delle ACLI, lo mise in verticale declinandolo così:
AMICI
CARI
LAVORIAMO
INSIEME
Aveva capito tutto e meglio di noi! “Amici cari, lavoriamo insieme” lo eleggiamo a titolo ispiratore dei nostri progetti educativi, aforisma della nostra attività.
Pinuccia Bracchi