Diario d’estate 2006

Pedalata a singhiozzo


La bella realizzazione del passaggio che porta al Chiesuolo

Pedala e pedala finalmente anche nel Lodigiano si allarga l’attenzione per l’utilizzo della bicicletta.
Si diffondono uffici (a Lodi ne ho visto uno a lato di palazzo Broletto dedicato alla mobilità ciclistica) guide (a pagamento) ed opuscoli con cartina a cura della provincia di Lodi (gratuite).Mi domando solo per quale motivo tutti i percorsi debbano risultare a singhiozzo. Un poco quello che succede circumnavigando Sant’Angelo.

La pista ciclabile inizia solo all’altezza di via Venti Settembre per terminare al centro commerciale. Provo così un’impresa nuova: la circumnavigazione ciclistica di Sant’Angelo.
I guai iniziano subito. Partendo dalla rotonda della tangenziale verso Vidardo mi ritrovo subito sulla circonvallazione dove incrocio anche pedoni avventurosi che seguono il percorso più breve, ma pericoloso, per tornare a casa. Niente pista ciclabile, niente marciapiede, selciato piuttosto sconnesso e camion che sfrecciano a velocità eccessive.
Passo il vecchio incrocio per Lodi, il ponte sul Lambro e la strada si stringe ancora. Ai lati i capannoni commerciali che caratterizzano la vita del nostro paese. Finalmente passato san Giüsepén, che evidentemente protegge anche i ciclisti, arrivo alla pista ciclabile e qui il senso di pericolo cala e ci si può rilassare.
All’incrocio dei pompieri mi ritrovo addirittura due possibilità e se non sapessi come stanno le cose penserei “ma guarda che rete di piste ciclabili in questo paese!”. Le piste in effetti ci sono, il problema è che sono tronche, non collegate, non costituiscono un circuito insomma ma consentono solo di fare avanti o indietro nel senso opposto. Sono al semaforo e qui posso girare a sinistra e imboccare la pista ciclabile, ora dotata di verde ed arredo urbano per raggiungere l’ospedale (e qui mi fermo) oppure con un doppio attraversamento portarmi sull’altro lato della strada imboccare la pista ciclabile che porta al centro commerciale.
Una volta lì posso raggiungere finalmente in tranquillità il bel Chiesuolo dal transito ora tutelato, oppure tornare indietro. Anche qui fine corsa, avanti non si va. E chi sta in Santa Maria? Anch’essi come i sanrocchini sono destinati a perigliosi percorsi ciclistici ancor più arditi per il traffico legato al centro commerciale e per l’approssimarsi del raccordo con la tangenziale verso Pavia. E qui finisce la circumnavigazione non pretendendo per quest’anno piste ciclabili per le frazioni.
A questo punto ho voglia di strafare e da ciclista della domenica apro la cartina “bicinvoglia”. Nonostante la buona volontà degli estensori tutto il Lodigiano è paese.Infatti se voi seguite la mappa facendo attenzione alle due diciture “Percorsi ciclabili esistenti”, “Percorsi ciclabili di prossima realizzazione” otterrete esattamente la stessa sensazione che si ha a Sant’Angelo. Percorsi a singhiozzo che faticano ad integrarsi e completarsi. Mah, forse è meglio non prendersela e fermarsi per un ghiacciolo in attesa che ci costruiscano il pezzo mancante di pista ciclabile.

Cristoforo Vecchietti