Poesia di nozze per due Bolognini

Ricostruzione storica di Clotilde Fino in una conferenza degli “Amici del Castello”

Il nome Morando Attendolo Bolognini è legato al castello di Sant’Angelo Lodigiano, orgoglio e attrazione turistica per il Lodigiano.
Questa nobile famiglia, che il poeta Francesco De Lemene nomina in una poesia di nozze, vanta molti meriti nell’ambito della cultura locale e nazionale.
La Fondazione, che oggi ha sede nel castello, è nota per il Centro di studi di cerealicoltura, ed è intitolata a Gian Giacomo Morando Bolognini per volere della vedova. Ma la nobildonna, Lidia Caprara, che condivideva con il marito l’amore per il collezionismo e che aveva continuato l’opera di ripristino e di raccolta di oggetti d’arte, donò anche al Comune di Milano insieme al Palazzo Morando di via Sant’Andrea, una ricca serie di documenti conservata presso l’Archivio Storico e una cospicua raccolta di libri, 3830, collocata alla Biblioteca Trivulziana. Come è noto, il capostipite della famiglia fu il condottiero Giovanni Matteo, detto il Bolognino, poiché era originario di Bo-logna. A lui fu donato da Francesco Sforza nel 1452 il feudo con il castello di Sant’Angelo. La discendenza del Bolognino si distinse in tre linee, due delle quali si estinsero col tempo. Intrecciò legami con nobili famiglie del territorio e milanesi.


Scena di vita castellana. Arazzo settecentesco (particolare) del castello Morando Bolognini


Il sonetto di Francesco De Lemene è appunto dedicato a Margherita Barni che andò in sposa a Giovanni Attendolo Bolognini, nobile milanese. I Barni erano importanti personaggi lodigiani che illustrarono Lodi con incarichi politici e diplomatici. La loro residenza a Roncadello è testimonianza del prestigio della casata. Come il castello di Sant’Angelo, anche villa Barni è ora sede di una Fondazione. La conferenza tenutasi il 28 aprile scorso, per iniziativa dell’associazione “Amici del Castello”, ha messo in luce come anche i testi letterari possano fornire interessanti elementi di ricerca e di ricostruzione storica. Nel corso delle consultazioni, infatti, è stato trovato un componimento di nozze di un poeta di fine Quattrocento, presente alla Corte di Ludovico il Moro.
Un altro sonetto dedicato a un altro Giovanni Bolognini. Costui non risulta essere milanese, ma pavese. E’ infatti a Pavia che si svolse la festa di nozze. Il pranzo fu tanto sontuoso, che il poeta volle celebrarlo. Il poeta Francesco De Lemene volle invece celebrare la bellezza della sposa, leggiadra e preziosa come una perla, una margarita appunto.
Clotilde Fino


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