Diario di bordo

Sant'Angelo Calcio

Il cammino del S. Angelo prosegue tra dicembre e febbraio senza regalare molte soddisfazioni ai tifosi. Molto più ricco invece il capitolo delle novità, con l’abbandono di Marino Bracchi, che in panchina viene sostituito dal calabrese Nicola Dolce, allenatore-giocatore ultraquarantenne. Ad incidere sulla regolarità del torneo ci si mettono anche la tradizionale sosta natalizia, il gelo e la neve che rendono impraticabili i campi di gioco e, in occasione della trasferta di Cinisello Balsamo (22esima giornata) anche un malore dell’arbitro che sospende la partita.
Dopo la sconfitta contro il San Colombano (15esima giornata), il S. Angelo prova a rialzare la testa contro il Tradate, fanalino di coda, nella 16esima giornata. Nonostante le speranze di riscossa il risultato finale è agghiacciante: S. Angelo-Tradate 2-3, una sconfitta che costa la panchina a Bracchi. L’allenatore, infatti, chiude anzitempo il rapporto con i rossoneri.
Al suo posto la società sceglie di chiamare Nicola Dolce, allenatore-giocatore di origini calabresi, con un passato tra dilettanti e professionisti nel sud Italia. Una scelta sicuramente originale, dal momento che sulla piazza locale esistevano molte altre opportunità. Dolce si mette subito al lavoro, non disdegnando di giocare nelle gare ufficiali nonostante l’età non più giovanissima.
Il primo risultato che coglie è un pareggio (0-0) alla 17esima giornata in casa del Turate, la prima forza del campionato (Eccellenza girone A). Per un S. Angelo invischiato in cattive acque il punto conquistato in casa della prima della classe fa sicuramente morale. I rossoneri di Dolce danno filo da torcere al Turate, mostrandosi squadra gagliarda e unita, tutto il contrario rispetto all’ultima apparizione della gestione Bracchi. Un risultato che non può certo essere interamente attribuito all’arrivo di Dolce (una squadra non può cambiare radicalmente modo di giocare in pochi giorni): merita allora una riflessione anche il livello di impegno profuso dai giocatori, che fino ad oggi non sempre si sono dimostrati all’altezza di vestire la quasi centenaria (2007) casacca del S. Angelo.
La 18esima giornata regala un altro sorriso a Dolce: Fulgor Cardano-S. Angelo finisce 0-2. In gol prima Marchesini, poi il giovanissimo Cangelosi. Una settimana più tardi (19esima giornata), S. Angelo-Mozzatese termina 1-0, con rete di Cangelosi. In una gara convincente, i padroni di casa trovano la via del gol a pochi minuti dal termine, dando continuità alla breve striscia di risultati positivi intrapresa con l’arrivo di Dolce. Un mini break che però si interrompe alla 20esima giornata, quando il S. Angelo cade rovinosamente in trasferta, a Corsico. La squadra di casa si impone per 5-1, in una partita che i rossoneri interpretano nel peggiore dei modi, subendo anche due gol dall’ex di turno, quel Chiaia che nel S. Angelo non aveva mai fatto impazzire i tifosi con giocate di alto livello.
La 21esima giornata vede in cartellone S. Angelo-Gavirate: la partita è però sospesa per maltempo, stante le nevicate dei giorni precedenti e l’impraticabilità dei campi.
Sette giorni dopo (22esima giornata) è ancora sosta forzata per i rossoneri. Giovani Ribelli-S. Angelo viene infatti sospesa per un malore dell’arbitro dopo il primo tempo, così che la ripresa non si gioca e la gara è rinviata a nuova data. Un peccato per gli uomini di mister Dolce, che stavano vincendo per 1-0 con la rete segnata dall’argentino Bissuti, un centravanti di grande prestanza fisica.
Per mettere nuovo fieno in cascina i rossoneri devono at-tendere la 23esima giornata: S. Angelo-Saronno 3-2. Una partita vivace e combattuta, che i rossoneri vincono solo al 43esimo del secondo tempo con il gol risolutivo di De Michele. Il bottino conquistato contro la terza in classifica permette ai barasini di fare un passo in avanti importante.
Nonostante le gare sospese, la squadra di Dolce guadagna posizioni in graduatoria, assestandosi a metà classifica. Non si è ancora del tutto allontanata dai bassifondi, ma adesso può navigare con maggior tranquillità. La speranza ora è che allo stadio tornino i tifosi. In questi anni bui a dire il vero lo zoccolo duro non è mai venuto meno, ma certo, con la prospettiva del centenario di fondazione della società sarebbe bello tornare a riempire il Chiesa, magari po-tendo vedere le gesta brillanti di un S. Angelo che da troppo tempo ha smesso di far sognare.
Lorenzo Rinaldi