Una santangiolina alla corte di Sir Bono

Intervista a Doriana Bellani, violinista con l'orchestra Carlo Coccia
al concerto degli U2 di San Siro

Doriana Bellani con Bono in un intervallo delle prove

Raccontare una grande emozione è sempre difficile, ma a volte la si può condividere parzialmente, nelle parole e nella testimonianza di chi l'ha vissuta. A questo proposito "Il Ponte" ha voluto chiedere a Doriana Bellani, musicista e nostra concittadina, di raccontare la sua singolare esperienza di collaborazione come violinista al concerto degli U2, nei giorni 20 e 21 luglio 2005 allo stadio San Siro di Milano, con l'orchestra Carlo Coccia scelta per l'occasione come supporto allo show di una delle più grandi rock-band internazionali. Dalle sue parole la sensazione unica di trovarsi di fronte alle migliaia che hanno assistito a uno degli eventi di spettacolo più grandi di quest'ultima stagione. E, soprattutto, l'incontro con una delle personalità più attive, dalla sua posizione di rock-star, nel panorama dell'impegno sociale su scala mondiale: Mr. Paul Hewson, in arte Bono Vox.

So che hai partecipato con la tua orchestra al concerto degli U2, ma prima di parlare di questa esperienza, vorrei che tu ti presentassi…
Ho iniziato a suonare il violino a 7 anni, motivata e incoraggiata dai miei genitori, ai quali devo moltissimo umanamente e artisticamente: per me sono e resteranno sempre un esempio! Poi mi sono sposata, e grazie al sostegno e alla collaborazione di mio marito - e ora anche dei miei figli - posso continuare a fare un lavoro bellissimo ed emozionante.
Ho collaborato, infatti, con importanti orchestre, come la Rai di Milano, I Pomeriggi Musicali di Milano, La Scala, La Biennale di Venezia ed ora, con l'orchestra Carlo Coccia di Novara.
Ho collaborato con artisti di musica leggera come Enrico Ruggeri, Rossana Casale, Andrea Bocelli e ho partecipato alla realizzazione di colonne sonore per Mediaset.
Non trascuro la musica da camera, che per un musicista è sempre fonte di crescita: è per questo che dal 1998 collaboro con il Trio "George Sand".


Parlami, se vuoi, anche della tua orchestra, e delle vostre più recenti collaborazioni nell'ambito del rock e della musica leggera.
Collaboro con l'orchestra Carlo Coccia dal 1999, dove la produzione verte soprattutto sull'ambito classico, quindi per quanto riguarda la musica leggera sono, per il momento, solo sporadiche apparizioni. Abbiamo registrato per l'Italia la musica di Jenkis "Adiemus", più comunemente conosciuta come "Madre Natura" di "Ciao Darwin", condotto da Bonolis. Per il resto sono tutte incisioni di musica classica.

Veniamo al concerto degli U2 di luglio: come siete stati contattati e quando lo avete saputo?
La Universal Music ha contattato Roberto Politi - l'agente dell'orchestra - due giorni prima del concerto, questo perché non avevano ancora deciso se l'orchestra dovesse essere presente a Milano o a Roma - unica data del tour mondiale con l'orchestra - così in poche ore si è deciso in nostro favore.

Quanto avete dovuto provare e soprattutto, su quali canzoni?
Avevamo la convocazione per il mattino del 20 luglio e io, che non sono mai stata a San Siro, ero più preoccupata a trovare il parcheggio per l'auto e l'ingresso artisti che non per il concerto stesso. Le prove si sono divise in due momenti: la mattina eravamo a disposizione della regia, perché a dicembre uscirà il dvd, e nel pomeriggio con gli U2. La nostra partecipazione era esclusivamente per "Original of the Species", canzone che faceva parte dei bis, quindi le prove con noi sono durate solo poche ore.

Com'erano la struttura e gli strumenti a vostra disposizione?
L'impatto con il palco è stato emozionante perché era enorme: mai visto così tanto spazio! C'erano due passerelle laterali e due centrali, quest'ultime due arrivavano fino al centro del campo, aprendosi in due mini palchi rotondi, e questa era la nostra postazione. Eravamo divisi 5 orchestrali a destra e 5 a sinistra, e per arrivarci dovevamo fare una lunga passerella davanti agli U2 e al numeroso pubblico, ben 70.000 persone! Gli strumenti erano i nostri, solo che eravamo amplificati.

E per quanto riguarda le star e il backstage, avete potuto incontrarli gli U2? Quale atmosfera c'era?
Gli U2, ma soprattutto Bono, sono stati molto disponibili con noi, infatti prima delle prove ci hanno incontrato per conoscerci ed infine, durante il sound-chek, Bono ci ha dedicato la canzone "Miss Sarajevo": è stato incredibile...! L'atmosfera era elettrizzante, tanto che alcuni colleghi restii a mescolarsi con il rock si sono lasciati andare a foto e autografi.

Cosa ti è piaciuto di più che vorresti raccontare di quest'evento, cosa ti ha dato e che cosa vorresti aggiungere? Era quello che immaginavi?
Immaginarlo era impossibile e raccontarlo ora è difficile, ma di una cosa sono sicura: che mi rimarrà sempre nelle orecchie e sulla pelle l'urlo delle 70.000 persone, che vedendoci uscire per suonare, hanno manifestato un entusiasmo e un'allegria fuori dal comune.

Matteo Fratti

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