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Lucio Rozza


ANNO 8 - N. 1 (Versione web - anno 5 n.1) NUOVA SERIE FEBBRAIO 2004

Ricordo di un grande santangiolino

“Lucio” Rozza:
architetto e artista geniale

Di Lucio, o Ferruccio, Rozza scomparso il 4 gennaio scorso nella sua bella casa di Lodi stroncato dal subdolo male del secolo potrei parlare e scrivere per ore.
Fin da ragazzino alle elementari di via Morzenti veniva usato come “dimostratore” dai suoi insegnanti che non ancora in possesso degli strumenti didattici odierni e avendo intuito le sue innate doti di disegnatore lo “prestavano” a colleghe e colleghi di altre classi per disegnare alla lavagna.
Ricordo il suo ruolo di capo indiscusso di una banda di ragazzini del “Trage”, che tentava di evitare contatti con quella della Costa composta da tipi molto più tosti di noi; le sue acrobatiche rovesciate “in biciclèta” di quando era centravanti della Junior e poi del Sant’Angelo; i suoi ruoli di “primo attore giovane” nella filodrammatica oratoriana; la sua collaborazione giovanile al Comitato per le feste cabriniane; il nostro viaggio a Roma del 1948 con i Baschi Verdi; il suo lavoro diurno come disegnatore tecnico alle Fonderie Morzenti e i suoi studi serali; i suoi esami da privatista al Liceo Artistico di Brera; la sua collaborazione, dopo la laurea, alla progettazione dei due grattacieli milanesi Galfa e Pirelli che si fronteggiano, opera dei grandi Melchiorre Bega e Giò Ponti, suoi maestri e poi anche testimoni alle nozze con Mariangela; i suoi esordi professionali con la prima di innumerevoli opere architettoniche, progettata a Villanova Sillaro; il suo sogno, durato una vita, di diventare pilota di aereo; i suoi invero molteplici guai fisici e famigliari superati con una voglia di vivere e un ottimismo da autentico cristiano quale è sempre stato; la sua immediata disponibilità a eseguire disegni, litografie, acque tinte per scopi sociali e benefici.
Con tanta commozione e nostalgia ricordo i pomeriggi passati assieme a “tifare” per il nostro Andrea e la sua squadra o ad arrabbiarsi fino all’invettiva e alle parolacce di fronte alle esibizioni tradizionalmente deludenti della nostra beneamata Inter in TV.
Ma soprattutto penso ad alcuni fra gli ultimi Natali passati assieme grazie ai nostri nipotini comuni e all’indimenticabile Natale del 1995 quando assieme regalammo ad Andrea, allora unico nipotino “Le avventure di Guazzabuglino” da me scritte e disegnate e colorate da lui come solo lui sapeva fare.
Se di là, come tutti speriamo, c’è un’altra vita, non posso non pensare a Lucio se non con una matita colorata a cercare angoli e scorci meritevoli di essere interpretati.
Pinuccio Corsi