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archivio storico lodigiano


ANNO 7 - N. 6 (Versione web - anno 4 n.6) NUOVA SERIE DICEMBRE 2003

Presentato il libro curato da Angelo Montenegro
Per conoscere la nostra storia

C'era tanta gente alla sala conferenze della Banca Popolare di Lodi, la sera di venerdì 5 dicembre, per la presentazione del libro Sant'Angelo Lodigiano ed il suo Mandamento nella Storia e nell'Arte di Giovanni Pedrazzini Sobacchi, curato da Angelo Montenegro. Basterebbe questo, per capire quanto quest'opera fosse attesa dai santangiolini, che per la prima volta dispongono di un riferimento completo sulla storia del loro paese.


Da sinistra: Bibiana Meyer, moglie di Angelo Montenegro;
l'ing. Angelo Pozzi e il prof. Luigi Samarati


Giovanni Pedrazzini Sobacchi fu il primo storico ad occuparsi con rigore scientifico, dalla fine del diciannovesimo e fino agli anni '30 del ventesimo secolo, della storia di Sant'Angelo.
Santangiolino d'adozione, Pedrazzini Sobacchi pubblicò i suoi studi, a puntate, sulla rivista "Archivio Storico per la Città e i Comuni del Circondario e della Diocesi di Lodi". Ora i suoi scritti, raccolti a cura del professor Angelo Montenegro, sono presentati in opera unica e costituiscono un importante lavoro di ricostruzione del nostro passato. Il volume è integrato da un'ampia e documentata biografia di Pedrazzini Sobacchi, redatta dallo stesso curatore.
La serata di presentazione è stata introdotta da Angelo Pozzi, presidente dell'associazione culturale Società della Porta, editrice del libro e del nostro periodico.
Ospite d'eccellenza è stato il professor Luigi Samarati, segretario della Società Storica Lodigiana e direttore della rivista "Archivio Storico Lodigiano. Samarati, che si è occupato della prefazione al libro, nel corso del suo intervento ha detto che Angelo Montenegro ha saputo essere "mediatore tra la grande storia nazionale e la storia locale". Ha inoltre ricordato il valore di uno studioso che troppo presto è mancato alla sua comunità e che si è sempre distinto nella ricerca scientifica, anche in campo internazionale. "Il saggio sulla vita dell'autore redatto da Montenegro", ha continuato Samarati, "costituisce un'introduzione all'opera interessante quanto l'opera
stessa, perché offre un quadro storico ben delineato sulla vita a Sant'Angelo tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi decenni del secolo scorso".


Il pubblico che ha partecipato alla serata


Bibiana Meyer, moglie del professor Montenegro, ha donato il suo ricordo commosso ai presenti, in luogo di tutti i santangiolini che hanno accolto la sua famiglia e le sono stati sempre vicini.
Una nota di merito da parte di tutti è andata all'Amministrazione comunale e ai suoi rappresentanti in sala, il sindaco Giuseppe Carlin e l'assessore alla cultura e pubblica istruzione Aldo Cafiso, per aver prontamente intuito l'importanza dell'iniziativa della Società della Porta e aver risposto con un indispensabile contributo.
Gli interventi della serata sono stati inframmezzati da alcune letture, tratte dal libro, proposte dagli amici redattori de Il Ponte: il passaggio in paese di Garibaldi, i ricordi di Pedrazzini Sobacchi sulla vita di Raimondo Pandini, le scaramucce che avevano per protagonisti i fratelli Barasa nella Sant'Angelo del Seicento e il brano dedicato al dialetto santangiolino, ai "barasini autentici", in particolare ai "Tupén" della Costa.
"Angelo Montenegro, che non era nato a Sant'Angelo, ha amato questo paese in maniera viscerale", ha commentato l'assessore Cafiso.
Come ha ricordato anche Angelo Pozzi, l'attività della Società della Porta è volta a lasciare un segno per il futuro del nostro paese; si rivolge a coloro che sono santangiolini da tante generazioni, alle famiglie storiche, e a quelli che a Sant'Angelo sono arrivati da realtà differenti ma che comunque vogliono sentirsi appartenenti a questa comunità che ha tanto da offrire e per la quale tanto si può fare.
Cesare Pavese scriveva: "Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
Amare Sant'Angelo comporta lo sforzo di conoscerla e adoperarsi per renderla sempre migliore. Il libro di Pedrazzini Sobacchi, curato da Angelo Montenegro, si presenta come uno strumento di conoscenza prezioso per alimentare un sincero senso di appartenenza che può nascere in tutti i santangiolini, vecchi e nuovi, per creare un futuro di Sant'Angelo che sia all'altezza del suo passato unico ed irripetibile.
Giuseppe Sommariva