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IL PONTE
Bosco wwf
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ANNO 7 - N. 4 (Versione web - anno 4 n.4) NUOVA SERIE SETTEMBRE 2003

Il Corsivo

Dipende...

Una questione di diversità di vedute. Un problema di non conoscenza. Non può essere altrimenti, deve per forza trattarsi di qualcosa del genere!

Fanno oltremodo arrabbiare le parole del Sindaco di S. Angelo, riportate sul “Il Cittadino” del 13 agosto 2003  che giustifica il taglio di una parte del bosco del WWF presente da 15 anni tra l’ospedale e l’abitato a S. Angelo. E probabilmente si tratta proprio di diversità di vedute. Quello che per il Comune di Sant’Angelo è un’area abbandonata, per gli attivisti WWF è un bosco naturale: l’intervento dell’uomo deve essere per forza limitato.

Dichiarazioni ferragostane, ma il caldo di sicuro non c’entra: sono semplicemente rilasciate da chi ignora l’esistenza di un altro modo di vedere le cose. Dagli accordi fatti all’epoca della progettazione, la manutenzione di grande portata come le potature delle piante più imponenti erano a carico del Comune. Eppure il sindaco pare scocciato dei quattro interventi che il Comune ha dovuto fare, uno dei quali per la pianta caduta (una) sulla cabina Enel: si è trattato infatti di un grande albero posto oltre la roggia, limite dell’area di competenza del WWF. Concessa solo verbalmente, perché le amministrazioni pare non sappiano scrivere: niente per iscritto, l’unica forma valida per la legge. Così il taglio del bosco non viene comunicato: niente lettere.

Sono sparite sotto le ruspe una grande quantità di piante (noccioli, biancospini, piccoli platani, carpini, olmi, la boscaglia di fusaggini, crespini, lantane e rose canine, giovani pioppi bianchi e querce, salici, la radura della pervinca maggiore) e, danno gravissimo, è sparita completamente la radura della violetta selvatica … sì, proprio come quella che Madre Cabrini usava per le sue spedizioni di barchette di carta nel ruscello!

Se fossimo stati avvisati avremmo cercato di salvare almeno qualche pianta, trovando un’altra collocazione, avremmo cercato di salvare le viole, il letto di pervinca maggiore e le piantine messe a dimora da un gruppetto di bambini della zona che aveva preso in adozione il boschetto del WWF.

Ultimo dettaglio: “l’area abbandonata” in luglio è stata inserita come area didattica nel programma del WWF per il Crea (Centro Regionale per l’Educazione Ambientale) del Lodigiano, nell’intento di continuare ed espandere la quindicinale fruibilità dell’area da parte delle scolaresche per le lezioni di educazione ambientali, come esempio di bosco padano.

Comunque siamo ambientalisti, amiamo la biodiversità, anche tra gli esseri umani, comprendiamo e auspichiamo la necessità di altro verde in paese, ma perché rovinare un progetto lungo 15 anni, intervenendo proprio dove il verde c’era già?

 

Anna Rizzi
attivista WWF 
Castiraga Vidardo

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