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IL PONTE
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ANNO 6 - N.4 (Versione web - anno 3 n.4) NUOVA SERIE SETTEMBRE 2002

COME SI DIVERTIVANO

Giochi antichi

 

A volte, guardando gli anziani che vivono in Casa di Riposo, riesce difficile pensare che "qualche" anno prima sono stati bambini e, come tali, hanno giocato, còrso e vissuto i divertimenti tipici dell’infanzia.

Ma come si divertivano i bimbi di 60 (o più!) anni fa?

Per saperlo l’abbiamo chiesto a loro, gli ex-bambini, che ci hanno descritto i giochi e ci hanno a lungo parlato dei loro divertimenti.

Quanto ci hanno detto è stato raccolto e arricchito con disegni in seguito esposti durante la festa della Casa. In tale occasione è stata anche allestita una mostra di giocattoli d’epoca forniti da alcuni espositori lombardi.

giochi

Questo lavoro ci ha fatto scoprire la semplicità ma anche l’originalità dei giochi di una volta, spesso costruiti con materiali poverissimi e nati da una fantasia fervida e, per così dire, in grado di attingere risorse dall’ambiente circostante.

Certo esistevano anche giocattoli complessi o costosi (come quelli messi in mostra), ma erano a disposizione di una ristretta fascia di persone…quelle più ricche!

I nostri anziani generalmente non appartenevano a tale categoria, ma dalle loro parole e dalle loro espressioni siamo più che sicure che, nonostante la semplicità dei giochi, si sono divertiti talmente tanto che … avrebbero voglia di tornare indietro!

Di seguito pubblichiamo la descrizione e le modalità di svolgimento di alcuni giochi di cui ci hanno parlato i residenti della Casa di Riposo.

Il Servizio Animazione

"A DAI"
Si disegnava un cerchio per terra, poco distante da un muro, e ci si mettevano dentro delle monetine. Ci si posizionava di fronte al muro e si tirava contro una monetina (una palanca e un palancon). Chi centrava il cerchio vinceva tutto.

"A CIAPELA" (detto anche MONDO o QUADRATO)
Occorreva tracciare sulla terra battuta un quadrato diviso in sei parti uguali in cui si lanciava un sasso piatto soprannominato ciapèla. Lo si doveva raggiungere saltando su una gamba sola ed evitando di toccare il brus, cioè la riga tracciata.

"EL CAVAL DE MELGAS"
Si costruiva il "cavallo"con una pianta di granoturco: sulla cima venivano incise le orecchie e il muso, poi vi si attaccava una corda per le redini. I ciuffi delle pannocchie si utilizzavano per costruire il frustino. Si andava a recuperare il melgàs nei campi, alla fine della raccolta.

"A BALINE (o A BUTON)"
Si faceva una buca e ci si allontanava di qualche passo. Poi si lanciavano palline di vetro, di terracotta o bottoni, cercando di centrare la buca.

"CUN EL SERCION"
Si prendeva il serciòn della bicicletta e lo si faceva rotolare per terra servendosi di un bastoncino. Per rincorrerlo occorrevano … buone gambe, ma il divertimento era assicurato!

"LA BICICLETA"
Si fingeva di costruire una bicicletta con due vecchie latte bucate in cui s’infilava una corda. Ad essa era legato un pezzo di ferro che serviva da manubrio. Poi si facevano le gare con le latte ai piedi per vedere chi arrivava primo ad un punto prestabilito.

AL TELEFONO
Si prendeva un ruchète (filo n° 40) e due barattoli de tola che venivano forati. Poi si faceva passare il filo in uno dei due fori e lo si annodava ad una estremità. Un giocatore si posizionava in un punto con latta e filo legato, l’altro si spostava fin dove giungeva la voce. Qui sistemava il suo "apparecchio". Poi si cominciava a parlare.

"LA BIRLA"
Si trattava di una trottola che girava all’impazzata "frustata" da un bastone di legno che terminava con un pezzo di corda.

"LA CAVALINA"
Era un gioco di squadra: gli appartenenti alla prima si mettevano in fila con la schiena piegata, gli altri dovevano saltarvi sopra finché le gambe cedevano. Chi era sotto, e resisteva, vinceva la mano e cambiava ruolo; se il peso era troppo, rimaneva a schiena piegata a prendere una nuova serie di colpi.

AL FERRO DI CAVALLO
Si piantava per terra un chiodo robusto e ci si allontanava di qualche passo. Poi si lanciava un ferro di cavallo cercando di avvicinarsi il più possibile al punto prefissato.

A PESCARE
Sulle rive del Lambro, mentre le donne lavavano i panni, i bambini prendevano un fazzoletto che, con un po’ di fantasia diventava la "balansa".Si mettevano ai due capi della stoffa e al "Via !!" la immergevano nell’acqua e poi la sollevavano per vedere se la pesca era stata… ricca!

LA POVERA CIECA
Giocavano soprattutto le femmine che si mettevano in cerchio prendendosi per mano; al centro c’era una bambina con gli occhi bendati. Si cantava una filastrocca che diceva:

"La povera cieca caduta nel fosso,
morire non posso.
Tiratemi su!"

A questo punto qualcuno stringeva la mano alla "cieca" che doveva indovinare di chi si trattava.

"AL TURLON"
In un filo di cotone o in un pezzo di spago sottile si faceva passare un grosso bottone e si giocava facendolo arrotolare e srotolare su se stesso.

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