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IL PONTE
giacomo casanova
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ANNO 4 - N.5 (Versione web - anno 1 n.2) NUOVA SERIE NOVEMBRE 2000

Giacomo Casanova libertino seduttore rubacuori
Casanova a Sant'Angelo

Interessante conferenza storica del prof. Luigi Samarati organizzata dagli "Amici del Castello"



Molti santangiolini sanno che fra i personaggi più illustri ospitati dai Bolognini presso il loro castello vi fu Giacomo Casanova. L'episodio, avvenuto nel marzo del 1763, è peraltro giustamente ricordato da un'iscrizione che si può leggere su uno dei muri dell'anticortile del castello.
Pochissimi invece conoscono le circostanze che condussero il noto "libertino", il cui nome è da tempo immemore divenuto sinonimo di seduttore e rubacuori, a soggiornare nel nostro paese. Ebbene nella sua conferenza, tenuta il 21 ottobre presso il Castello, il prof. Luigi Samarati, direttore della rivista "Archivio Storico Lodigiano" e presidente della Società storica lodigiana, ha ampiamente trattato il problema e svelato una serie di situazioni e circostanze, in genere note solo agli specialisti.
Per raccontare e chiarire le vicende lodigiane e santangioline di Casanova, Samarati ha citato ampiamente brani delle Memorie del veneziano, mettendo opportunamente in evidenza la gran messe di notizie che da questo testo si possono ricavare. Informazioni assai utili non solo per conoscere, quasi in presa diretta, le agitate vicende amorose del protagonista, ma anche per saperne di più ciorca la mentalità, gli usi e i costumi dell'epoca dei "lumi": il secolo cioè che ha segnato indelebilmente l'età contemporanea con le rivoluzioni americana e francese.
Molto interessante la descrizione che Casanova svolge delle condizioni piuttosto precarie del castello Bolognini in quell'epoca. Da tali scritti traspare ampiamente il non ottimo stato di salute finanziaria della famiglia Bolognini in quegli anni.
Fu proprio un Giuseppe Bolognini, conosciuto da Casanova a Torino, a invitare il noto personaggio a Milano e a introdurlo nel proprio ambiente familiare. Qui Casanova fu attratto dalla consorte di Giuseppe Bolognini, più nota con il nomignolo di "Spagnoletta", con la quale aveva uno scambio di lettere: una corrispondenza che stuzzicò la curiosità del Casanova e da cui scaturì poi la decisione di accettare l'invito a soggiornare presso il castello Bolognini a Sant'Angelo.
Ma la vicenda con la "Spagnoletta" prenderà ben presto una piega inaspettata, con intervento di fattucchiere, preti e altri non previsti personaggi. La visita a Sant'Angelo e a Lodi condurrà poi Casanova a conoscere altre signore del bel mondo lodigiano e in particolare di una certa Gelsomina, nome fittizio dato ad una Gandini, donna dal forte profilo intellettuale, della quale Casanova si innamorò e che riuscì in modo rocambolesco a possedere.
Samarati ha fatto, a ragione, rilevare le numerose interessanti notizie che dalle Memorie del Casanova emergono sulla società e perfino sulla gastronomia lodigiana, i cui piatti più significativi vengono con precisione elencati nei resoconti degli incontri conviviali del- Casanova, dandoci così agio di verificare ciò che è ancora vivo e ciò che è morto di quell'antica tradizione culinaria lodigiana.
L'oratore non ha tuttavia mancato di sottolineare adeguatamente l'importanza di Casanova come figura intellettuale, tipica espressione della cultura dell'epoca, dominata da una filosofia materialistica e gaudente che considerava la religione poco più che una superstizione. Casanova fu tra l'altro autore di numerose altre opere che testimoniano di questa sua attività intellettuale assai poliedrica, influenzata da pensatori come Voltaire, che frequentò per anni, e da tutti i maggiori uomini di cultura che hanno segnato intellettualmente il secolo dei "lumi".
Samarati ha saputo rendere con leggerezza e con ironia una figura complessa come quella di Casanova, catturando l'attenzione di un pubblico assai curioso e concentrato.
Dobbiamo essere grati all'associazione "Amici del Castello" - nell'ambito della quale un particolare ruolo animatore viene svolto dalla signora Letizia Tonali - per queste proposte di alto spessore culturale che ci auguriamo continuino e vedano una sempre maggiore partecipazione di pubblico.

Angelo Montenegro

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