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IL PONTE
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motonautica campionato italiano
ANNO 4 - N.6 (Versione web - anno 1 n.3) NUOVA SERIE DICEMBRE 2000


Motonautica
MARIO LADIE' CAMPIONE D'ITALIA
Il 16enne santangiolino ha vinto il Campionato Italiano Allievi della classe T/740 Stock

E bravo Mario!!
Dopo soli tre anni dal timido esordio sull'acqua del ragazzino appena quattordicenne, è arrivato il primo alloro nazionale, alla guida di un'imbarcazione a scafo planante che fila sull'acqua a quasi 100 all'ora.

La passione per le imbarcazioni gliel'ha trasmessa il cugino Paolo Bazzani, appassionato navigatore da diporto e abile pescatore di fiume. Poi l'iscrizione al Club Nautico "Le Gabbiane" di Chignolo Po gli ha permesso di frequentare il corso per diventare pilota di imbarcazioni da gara. Infine la passione, la volontà e l'abilità innata gli hanno consentito di raggiungere, in breve tempo, la vetta nazionale della categoria.

Siamo andati a trovare Mario Ladiè a casa sua, in mezzo ai suoi trofei e ci siamo fatti raccontare la sua esperienza sportiva, che, per un ragazzo di soli 16 anni, dev'essere qualcosa di entusiasmante.

Come si fa a diventare piloti, bravi piloti di motonautica?

Prima di tutto bisogna essere iscritti ad un Club Nautico, poi bisogna frequentare una scuola specifica che dura circa 3 mesi. Durante questo corso si impara a conoscere alla perfezione tutte le parti dell'imbarcazione, sia dello scafo che del motore. Poi vengono insegnate le regole di gara, le segnalazioni e le modalità di governo dell'imbarcazione. Finito il corso con esito positivo viene rilasciato il "patentino" di pilota, per una specifica categoria legata all'età. Io faccio parte, per ora, della categoria "allievi", nella quale si può gareggiare fino a 18 anni.

Ma per navigare, anzi per correre sull'acqua come fai tu, chi te l'ha insegnato?

Le prime uscite si fanno su una barca a due posti: l'allievo alla guida e l'istruttore seduto alle sue spalle che gli impartisce le necessarie istruzioni, gli spiega un po' i "trucchi" del mestiere. Poi però bisogna fare da soli, bisogna saperci "prendere la mano" fino a guidare la barca in modo automatico, spontaneo, con naturalezza, senza pensare ai gesti da compiere.

D'accordo, ma non si corre su una superficie perfettamente regolare e stabile, ci sarà pure qualche imprevisto.

Si certamente. L'attenzione e l'abilità del pilota si vedono quando la barca rischia di perdere stabilità per un'onda irregolare, per un colpo di vento o per l'una e l'altra cosa insieme. All'ora bisogna essere abili e sverlti nel dosare la potenza del motore e nel manovrare la barca, senza farsi superare dagli avversari. Lì bisogna metterci testa e rapidità di decisioni per correggere la traiettoria dell'imbarcazione e, soprattutto, per evitare le collisioni o i ribaltamenti e finire fuori gara.

Dunque la vittoria in gara dipende solo dall'abilità di guida o anche da qualche altro fattore?

Assolutamente no. Essere bravi a guidare è indispensabile, ma fondamentale è l'assetto giusto dell'imbarcazione. E l'assetto migliore, che deve mettere insieme al meglio le caratteristiche dello scafo con quelle del motore, non è sempre una cosa facile da ottenere. Anche qui ci vuole, da parte del pilota, la necessaria sensibilità per capire le imperfezioni di funzionamento del motore (che possono poi portare ad inconvenienti in gara) ed il modo in cui lo scafo plana sull'acqua

C'è qualcuno che ti assiste in queste operazioni di messa a punto sia del motore che dello scafo, o fai tutto da solo?

No, da solo no. Anche qui il risultato è frutto di un lavoro di squadra. Quest'anno gran parte del merito per la vittoria nel Campionato Italiano T/400 Stock per la categoria allievi va al mio istruttore Tonino ROCCA, che ha curato l'assetto dell'imbarcazione ed ha coordinato l'attività degli altri meccanici (uno per le eliche e due motoristi) e che, naturalmente, mi ha dato, via via, tutti i suggerimenti necessari per comportarmi al meglio in gara. E quest'anno la squadra ha funzionato benissimo!

In che senso?

Nel senso che abbiamo fatto centro con straordinaria facilità. L'assetto è sempre stato praticamente perfetto, il motore ha sempre risposto bene, non ci sono state situazioni sfortunate e così, su sette gare di campionato costituite da due manches ciascuna, ho raccolto ben 13 vittorie ed un terzo posto e con il secondo classificato a 35 punti di distacco. Meglio di così…....

Visto che sei così bravo, non hai ancora provato a gareggiare nei campionati maggiori?

Sì. Quest'anno ho preso parte anche al Campionato Europeo, a Milano, all'Idroscalo. Lì le cose sono un po' più difficili e si gareggia in modo diverso, nel senso che si decide tutto in una giornata, durante la quale si fanno 4 corse. Chi accumula più punti nelle 4 manches, vince il Campionato Europeo. Sono stato un po' sfortunato perché nella prima manche ho grippato il motore. Nelle altre tre mi sono classificato due volte 6° e una volta 4°, su 18 concorrenti.

Direi che non ti puoi lamentare. E per il futuro, quali sono i tuoi programmi?

Non ho ancora deciso. Ci sono diverse idee. Intanto però bisogna dire che partecipare alle gare di campionato è un impegno non indifferente. Si gareggia un po' dovunque, sul fiume, sul lago, sul mare. Quindi ci sono viaggi e permanenza di diversi giorni lontano da casa per le prove e per la gara. Poi ci sono i costi da sostenere per la manutenzione ed il trasporto dell'imbacazione. Finora gli sponsors sono solo cinque: ERG fornisce i lubrificanti, CABERG mi dà i caschi da gara, mentre FIORUCCI, la casa vinicola PODERI DI SAN PIETRO di San Colombano e soprattutto LABA MARKET CARNI, cioè la mia famiglia e i miei parenti, forniscono tutto quello che ancora ci vuole. E non è poco. E devo anche lavorare!

Cioè?

Ho smesso di studiare e non sto a casa a far niente. Vado a fare i mercati con i miei genitori e con gli zii. Così do anch'io il mio contributo all'attività di famiglia.

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Non c'è che dire. In una persona ancora tanto giovane, questo è certamente un buon esempio di impegno e di volontà.

Angelo Pozzi

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